riccardo resconi
Senatore
Italy
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Inserito - 24/11/2019 : 13:01:27
AlfonsinaSono Emiliana Pura Il secolo dell’800 non è ancora finito Un secolo difficile La fame, in famiglie numerose è una normalità E noi siamo ben in dieci E l’andare a scuola lo è ancora di più Già fin da piccola ho lavorato nei campi con mio padre Un lavoro duro, molto duro per una bambina Ma un pezzo di pane ed una zuppa di cipolle era sempre sulla nostra tavola Anche quando, nonostante fossimo tanti in famiglia, accoglievamo orfani La mia prima bicicletta arrivò per puro caso Mio padre l’acquistò da un medico del paese per poche lire E poche lire ne valeva, tanto era malridotta E con quella bicicletta che iniziai a correre lungo quelle strade di campagna Dove il vento trascinava l’odore delle porcilaie nelle narici Ed enormi buchi in terra ti costringevano a slalom, come un grande corridore d’auto Iniziai a fare qualche gara. Vinsi anche un maiale una volta E anche alcune facce, di quei soli uomini che gareggiavano, grugnivano a qualche mia vittoria Ero l’unica donna a partecipare E lo rimasi per molti anni Non ero bella E gareggiando in un ambiente di soli uomini, in percorsi adatti a uomini, mi fecero vedere spesso brutta allo specchio Ma poco mi importava Amavo quello sport E avrei sacrificato qualsiasi cosa, pur di poter cavalcare quella mia due ruote Mia madre un giorno mi diede un ultimatum O sposarsi o fare il lavoro con mio padre A Milano sposai Luigi Meccanico e mio primo sostenitore E per regalo di nozze, chiesi una bicicletta da corsa Quando durante la prima grande Guerra, mi volli iscrivere al giro di Lombardia, mi presero per matta Ma nessun regolamento vietava il mio ingresso Corsi con un tale che si chiamava Girardengo, Era forte. Avrebbero parlato di lui negli anni, ne son sicura Arrivai quasi ultima, ma soddisfatta Molti uomini si ritirarono Quello mi fece capire che avrei potuto fare qualcosa di buono nella mia vita Quando Luigi, mio marito, fu ricoverato in manicomio, mi cadde il mondo addosso Era sempre stato il mio faro. L’unico che avesse creduto in me Non ne uscì più da quel posto e ci morì Ma quella sua malattia, mi fece diventare ancora più determinata Allora esisteva un giornale chiamato La Gazzetta dello Sport Erano appassionati di tutti gli sport praticanti E mi permisero di partecipare alla competizione, a cui non avrei mai pensato di potermi iscrivere Il Giro D’Italia Ma il mondo dei maschi è bizzarro Quando vengono colpiti nella loro indole, inventano e denigrano Pur di non ammettere fossi brava Il mio nome sulla Gazzetta fu privato della a E cosi, il nome Alfonsin sarebbe potuto passare comodamente per quello di un uomo Ma corsi lo stesso Arrivai dopo due ore il vincitore Ma iniziai a far breccia nel mondo femminile Ammirate, pur a distanza, di così tanta caparbietà ed ostinazione Vinsi degli orecchini ed una nuova divisa Ma l’ostracismo degli uomini non mi aprì la strada per altre molte gare Nonostante la stima ricevuta da illustri colleghi Questo non mi impedì di vincere ben 36 gare Corsi fino agli anni 30’ E rincontrai l’amore Aprimmo insieme un negozio di biciclette Fino a che, anche questo mio secondo marito di vita mi lasciò per sempre Quando il mio cuore si fermò, per pochi istanti rividi tutta la mia vita E prima di chiudere gli occhi, ripetei a me stessa, che avrei rifatto tutto nella stessa identica maniera Il mio nome è Alfonsina Alfonsina Strada (patapump )
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