Non ricordo neanche da quando sono qui
Ferma, immobile, imprigionata
In questa vecchia fabbrica abbandonata
Come aspettassi un giro di chiave alla porta che faccia ripartire anime
Ma non è avvenuto, e dal tempo che son qui non avverrà mai
Perché son rimasta qui
E sempre nello stesso punto
Qui uomini spaziali con visiere giocavano col fuoco rovente
Non potevi scherzare
Lo giravano, lo spezzavano e contorcevano
Come fosse un semplice fuscello di erba
Ma sarebbe potuto divenire cattivo quando voleva
Ed io sono qua
Davanti a quella bocca di fuoco che mangiava ferro rovente e vomitava lunghe file di rotaie
Avrebbero fatto viaggiare milioni di uomini in posti che non avrei mai visto
Io, sempre nello stesso punto, in attesa di essere tenuta per mano
L’acqua che arriva dall’alto mi bagna da così tanto tempo
Una volta mi sarebbe scivolata da dosso
Con il tempo ha voluto penetrare e rendermi come mi vedete
Quel color marroncino
Con una patina farinosa e maleodorante
Ormai faccio fatica ad aprirmi a causa della ruggine
Non sono più utile a nessuno
E nessuno mi vorrebbe neanche come di scorta
Ed io sono qua che aspetto
Una chiave inglese, che attende un domani
A pensarci
Se ne potrebbe scrivere un racconto