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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 L’uomo che leggeva libri
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riccardo resconi
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Inserito - 24/01/2021 :  18:32:41  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a riccardo resconi
L’uomo che leggeva libri

Qui sono il custode
Da così tanti anni che non ricordo neanche quanti
Qui dove le anime vengono a riposarsi e cercano la pace
Quella che gli è mancata precedentemente
Dalla mia guardiola ne ho visto passare in molti
Ed ognuno di loro era la dimostrazione d ciò che erano stati in vita
Chi passava in carrozza con sontuosi cavalli, e chi con macchine estrose
Chi aveva scritto chi fosse stato sul proprio marmo e chi solo le iniziali del proprio nome
Chi faceva vigilare il proprio sonno da nudi angeli e chi invece ricordava una nascita ed una partenza
Proprio su una di queste, una volta entrato, si dirigeva un signore piuttosto distinto
A guardarlo aveva circa 70 anni, sempre sbarbato a dovere e con una buona colonia che lasciava il profumo in tutto il viale fiorito
Mi aveva incuriosito e distratto dalla noia di tutti i giorni
Certo lui era gentilissimo, non mancava mai di salutare con la mano rivolta in alto
Ma non si poteva non notare che sotto il braccio, stretto stretto, portasse un libro con sé
E nell’altra mano una piccola sediolina, come quelle che si usano nei campeggi
Da lontano lo osservavo, e così seguivo il suo rito
Una volta arrivato la apriva e con la mano sfiorava la foto, e subito dopo essersi seduto apriva una pagina del libro
Vedevo che muoveva le labbra e a volta agitava le mani per rendere ancora più emozionante l’ascolto
Dopo circa mezz’ora, ripeteva il rituale, e ripassandomi davanti ripeteva il saluto gentile
I giorni passavano lenti e spesso mi ritrovavo a guardare dalla mia guardiola il cielo
Ed allora pensavo come fosse lassù una volta che
Non avevo studiato ma ero curioso della vita
E fu quel giorno che il signore distinto, puntuale come sempre, arrivò e si diresse con un altro libro sotto il braccio che aveva una copertina rosa
La curiosità mi spinse verso di lui, ed inventandomi di spostare scale, innaffiatoi e levare cartacce, mi avvicinai molto tanto da poter ascoltare discretamente

Gli davo le spalle ma iniziai ad ascoltare tutte quelle parole, quelle frasi, che sembravano regolate da un direttore d’orchestra che volesse dire alla sua amata quanto la amasse
In una tiepida alba di primavera, quando i primi raggi di luce iniziavano ad illuminare il bosco una bella goccia di rugiada si svegliò sul petalo di una margherita. Era bella tonda e brillante e sulla sua superficie si specchiavano alberi, fiori e uno squarcio di cielo. La gocciolina si gonfiava orgogliosa della sua grandezza!
E più leggeva e più sentivo la voce farsi sempre più gonfia di lacrime, esitando nel racconto
Ma senza demordere, riprendeva piglio continuando la lettura, per accompagnare quel tempo che si era dilatato senza di lei e vissuto in maniera solitaria
Dove sono? Dove sono i fiori e gli alberi che erano dentro di me? ” si chiedeva smarrita la goccia di rugiada che senza accorgersene era entrata in una grande nuvola bianca! La nuvola volò lontana e la gocciolina si addormentò infreddolita fino a quando un bel giorno si accorse che stava precipitando a velocità folle assieme a milioni di altre goccioline d’acqua! “
Goffamente feci cadere il rastrello e feci girare il signore, che mi guardò sorridendo, come avesse capito che non fossi lì per caso
Mi sorrise, ripiegò la seggiolina e dando un ultimo saluto a quel volto, girò le spalle e se andò
Mi accorsi che il libro gli era caduto, lo raccolsi in modo da poterglielo restituire il giorno dopo
Il segno che era sulla pagina diceva queste parole,che lessi ritornando alla mia guardiola con il cuore gonfio
Lei aveva visto il mare. Lei era stata il mare e il mare continuava ad essere dentro di lei perché quando una goccia d’acqua è stata il mare sarà mare per sempre e nel mare inevitabilmente tornerà


(patapump )

   
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