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colibrì
Curatore
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Inserito - 24/01/2002 : 16:20:03
Sono sempre stata un po’ orgogliosa perché, a differenza di tanti bambini, da piccola mi sono guardata “Bambi” al cinema senza versare mezza lacrima, senza fare incubi notturni né portarmi dietro alcun tipo di trauma psicologico. E sono passata indenne perfino attraverso il finale straziante di E.T. Ultimamente, invece, mi capita di commuovermi sempre più spesso davanti a un film. Non mi fa paura piangere, quello che mi preoccupa è semmai la possibilità di commuovermi di fronte ad una finzione e poi magari avere il cuore duro con quelli che mi passano accanto tutti i giorni. È un rischio sempre in agguato. Una decina d’anni fa avevo visto “L’attimo fuggente”, rimanendo colpita, come tutti credo, dall’immagine del professore interpretata da Robin Williams. Senz’altro un film avvincente, ma nessuna scena per cui provare una commozione particolarmente forte. Circa un anno fa, da sola in casa, decisi di rivederlo in cassetta. Ebbene, mi ha provocato un momento di vero smarrimento. Mi riferisco alla storia del ragazzo costretto a seguire la strada che i genitori avevano inesorabilmente scelto per lui, anziché quella che infiammava il suo cuore, cioè diventare un attore teatrale. Il suicidio era presentato come una liberazione disperata. I genitori d’un tratto capiscono la serietà delle obiezioni del figlio ma... ormai è troppo tardi! Ecco un nodo in gola, gli occhi pieni di lacrime che reclamano la loro parte, così ho pianto... per lunghi minuti senza riuscire a smettere... per fortuna ero in casa da sola o non l’avrei saputo giustificare. Che cosa strana. Dieci anni fa in quella scena vedevo solo un gesto fiero, esagerato forse, ma risolutorio, e quei genitori non mi facevano pena per niente, chissà, forse pensavo che in fondo se lo fossero meritati con tutto il loro perbenismo di facciata. Invece ora vedevo solo il dramma di un gesto irreparabile, di un dolore difficilmente colmabile, un dolore assurdo e intollerabile perché sarebbe bastato uno sforzo di comunicazione fra le due parti, anche se in questo modo ognuno avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa e comunque ci sarebbe voluto del gran tempo. Cosa mi rivela questa emozione? Forse mi sono accorta che fare i genitori è estremamente difficile, forse in dieci anni è maturata la consapevolezza che la vita vale più di qualsiasi difficoltà... sono contenta di aver pianto.In ordine di tempo, l’ultima emozione forte causata da una pellicola di celluloide la devo a Ridley Scott e al suo “Gladiatore”. Un film pieno di errori storici e di esagerazioni manicheiste (tutto il bene da una parte e tutto il male dall’altra) ma senza dubbio entusiasmante, incisivo, eroico, accompagnato da una colonna sonora suggestiva, rivelatore di sentimenti di generosità interiore presenti in ognuno, per quanto li possiamo aver nascosti o negati. Dall’inizio alla fine lo guardo con occhio critico e diffidente per i primi motivi, e chiudendo l’altro occhio per i secondi motivi (e per l’incantevole sguardo di Russel Crowe!) Ma l’emozione malandrina mi attendeva alla fine. Non mi aspettavo che un film americano di quel genere potesse concludersi con la morte del protagonista. Non me l’aspettavo e invece è stato bellissimo! Solo una cosa “rimprovero” al regista: il mancato abbraccio fra Maximus e la sua famiglia nei Campi Elisi. Ma chissà, forse la cosa era voluta perché lo spettatore potesse riempire quel vuoto con immagini della propria esperienza personale. Chi non ha un desiderio di ricongiungimento con una persona amata strappata dalla vista terrena? Chi non nutre la speranza che la vita continua oltre il tempo, qualunque sia la sua fede? Ecco ancora una volta quel nodo in gola, quel desiderio di piangere, e a voce alta! Solo che questa volta ho dovuto trattenermi perché stavo guardando il film in un austero laboratorio linguistico, insieme ad altre persone con cui non potevo certo abbandonarmi a manifestazioni che comunque esigono un certo clima, una certa interiorità. Così al riaccendersi delle luci, un colpo di tosse, una soffiata di naso, una battuta sul bel Russel mi aiutano a tornare coi piedi per terra. Eppure l’emozione ha lasciato qualcosa di bello. Una cosa so di certo: la prossima volta che lo vedrò voglio essere da sola perché se le lacrime verranno ancora le voglio lasciare libere di correre sul viso come bambini pieni di vita, e i bambini, si sa, sono incontenibili! colibrì
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Paolo_Talanca
Senatore
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Inserito - 24/01/2002 : 19:42:44
Concordo pienamente con quello che dici. Io ho sempre trovato demenziale piangere per un film, da piccolo mi facevano ridere quelli che lo facevano per i film d'amore, ora capisco che cosa significhi trovarsi di fronte ad una emozione che non si può frenare. C'è una splendida canzone di Vecchioni che s'intitola "Le lettere d'amore" che (non parla di film ) descrive le emozioni provate nello scrivere quel tipo di lettere, la meschina reazione ironica di chi non ne ha mai scritte e credo che le reazioni di chi non capisce il piangere per un film facciano parte dello stesso meccanismo. A me "La vita è bella" ha messo un fenomenale groppo in gola, quel disperato impegno di un padre nel cercare di strappare un sorriso all'ingenuo volto del figlio nell'orrore di un lager nazista, il ballo finale verso la morte... Non si può rimanere indifferenti a queste cose. Oggi ti capisco davveroNoi sogni di poeti |
Roberto Mahlab
Amministratore
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Inserito - 24/01/2002 : 22:53:38
Ciao lieve Colibri', la colonna sonora de "Il gladiatore" e' una delle mie preferite, spesso la ascolto. Del film mi e' piaciuto il significato sui valori, il valore davvero importante che il gladiatore persegue, quello di riunirsi con la sua famiglia, le altre sono solo vicende che e' obbligato ad attraversare, il suo sogno che si deve conquistare con fatica, perche' questi, io credo, sono i sogni, desideri che rimboccandoci le maniche facciamo diventare realta'. Quanto a commuoversi vedendo un film...be', io spero che nessuno legga questa mia confessione, dopotutto sono convinto di essere un duro e spietato marine e non voglio che si sfati il mito...ma nemmeno mia nipotina mi porta piu' al cinema con lei da quando in sua compagnia mi sono messo a singhiozzare alla proiezione dei "muppets". Roberto (Colibri' fans' club member)
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Beppe Andrianò
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Italy
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Inserito - 26/01/2002 : 10:47:18
Che bello scoprire in giro per concerto un messaggio che ti era involontariamente sfuggito.. leggerlo insieme al the del mattino, gustarlo come un biscotto e sentirlo entrare dentro di se..Colibrì rendi proprio bene il senso delle emozioni che può crearti un film.. anche a me, grande e grosso, spesso capita di sciogliermi più facilmente davanti ad un evento virtuale come un film che magari a tante tristezze reali della vita... Guardando alcuni TG la sera si è quasi tentati di accettare l'esagerazione contenuta in molte immagini quasi come naturale, ovvia, scontata.. è il TG... il luogo dove al 99% ti raccontano di disgrazie e tristezze, omicidi.. violenza.. quando queste cose diventano scontate quasi ti plastificano l'anima.. Quasi ti rendono più partecipi le finzioni alla grande fratello.. quasi senti più vicine e vere le piccole disgrazie, liti o disavventure di un improbabile gruppo di bravi ragazzi costretti a convivere in angusti spazi.. E lo strazio di alcune trasmissioni tipo "chi l'ha visto?" ma chi guarda quel genere di prodotti? mia madre.. e quale e' il fenomeno che si cela dietro allo scoprire il torbido e il nascosto della vita di tutti i giorni.. voyerismo? mal comune mezzo gaudio? ancora non lo capisco.. Ma i film.. per tornare al leggero colibri'.. i film ti fregano.. ti immergono per mezzore in atmosfere e ti ci fanno sentire parte, ti immedesimi.. non le senti lontane come altri prodotti televisivi.. sei nel film.. e le emozioni che vengono dosate con cura arrivano al loro punto di rottura e ti ritrovi a liberare.. in una sorta di catarsi.. tutto quello che il tuo corpo e la tua mente associano a quanto i tuoi occhi stanno mostrandoti.. io penso che alla fine in ogni film noi piangiamo per noi stessi.. Riflettendo su quali sono le cause che in diversi film ci portano a far nascere piccole luccicanti lacrime.. o pianti dirotti.. potremmo, forse, scoprire quello che sentiamo in noi più assente.. ciò che più ci manca in quello specifico momento.. il film e' un evento sincrono alla nostra vita.. vederlo in due momenti diversi vuol dire testare le proprie sensibilità emotive in momenti diversi.. Io so che se vedo un film con un rapporto conflittuale padre figlio mi emoziono.. se vedo un amore che finisce sfilacciandosi.. mi emoziono.. se vedo delle ingiustizie gratuite.. mi incavolo.. mi innervosisco.. In realta' il film è solo una cartina di tornasole per le nostre condizioni del momento.. Quale e' in un film stupendo quale "Blade runner".. bello, incentrato sul possibile futuro piu' di qualsiasi altro, ma eppure.. io non ho provato emozioni profonde.. sorpresa certo.. a volte quando l'azione sbuca di colpo dalla tesa tranquillita prodotta da ridley.. ma quale e' il momento emozionante... " Ho visto cose.. che voi umani..." Mamma quanto ho scritto.. mi sa che vado a vedermi due cassette di Haidi per recuperare... :-) Haiiidiiii.. Haiiiidiiii.. le caprette ti fanno ciaooOOOoo.. Beppe (Colibri' Fans Club2, la vendetta)
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DeanMoriarty
Viaggiatore
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Inserito - 04/03/2002 : 04:25:15
ragazzi, qua vi sta parlando uno che piange guardando le pubblicità dei pannolini o del dannato amaro Montenegro (sapore vero!). seriamente... penso che la gente pianga guardando film e spot per un incoscio bisogno di sfogarsi con qualcosa di apparentemente perfetto. il mondo là fuori è squallido, mentre nei film puoi ancora sperare. vi faccio un esempio...qualche anno fa ho guardato il film "Buffalo'66", la storia di un carcerato che uscendo di prigione ha il solo scopo di farla finita... poi, strada facendo trova l'amore in questa ragazza cicciottela... alla fine del film lui decide di farsi fuori lo stesso e lo vedi mentre si tira un colpo in testa... ma ops, sorpresa, quella era solo una cosa pensata, mentre lui, ad un certo punto, torna dalla ragazza ed il film finisce con un primo piano suo e di lei abbracciati e con gli occhi chiusi. Beh, tanto per rendervi l'idea, negli ultimi minuti del film mi trovavo lì nel letto sotto le coperte a piangere come un pupetto, e quando ho visto che lui tornava da lei, beh... insomma, certe cose ti fanno credere che dopo tutto si può ancora sperare... "I'm the Lizard King... I can do anything" |
colibrì
Curatore
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Inserito - 23/03/2002 : 18:45:10
Ciao ragazzi! Anzitutto vi ringrazio per aver parlato di queste vostre emozioni con grande semplicità e poi… beh, adesso penserete che sto scherzando, ma… mi avete commosso! (sto peggiorando eh?). Sul serio: non mi aspettavo delle risposte così belle! le ho stampate tutte e le tengo qui, per ricordarmi che a volte si può mettere la testolina fuori dal guscio e scoprire che ci sono persone – magari diversissime da te – che provano esattamente le stesse tue impressioni, e soprattutto non hanno paura di rivelarlo. Inoltre, poiché mi hanno risposto duri marines (come dice Roberto), cioè degli uomini, che secondo una cultura dura a morire non dovrebbero intenerirsi mai, mi avete dato qualcosa di ancora più prezioso. Bisogna essere robusti, per carità, la vita lo richiede. Ma questo non vuol dire essere pezzi di legno! So in prima persona che non è facile aprirsi e che non si può fare in qualsiasi momento, per questo vi ringrazio ancora più forte. Ecco ve l’ho detto! Spero di tornare presto a leggervi ancora, con o senza la divisa da marine!
colibrì |
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