GIOVANNATutte le lunghe lance a punta
messe assieme nel regno d’Asburgo
non farebbero male ad un cerbiatto
come la profondità dei tuoi occhi.
Così Giovanna,
spalle larghe e un sogno nel cuore;
attraversare quell’Europa più grande di lei,
andare lì dove la sua Spagna
sarà lontana,
fredda e rigorosa come una rosa
dietro un vetro di ghiaccio.
Non dovrebbe essere lì tutto il suo amore,
è lì che troverà due occhi per farsi rapire,
due labbra da baciare… baciare
fino a che il fiele sarà del tutto assente,
per salvare quella creatura nuova,
l’amore per Filippo.
Non verrà mai meno, non verrà mai meno
perché Bruxelles era la perdizione
da sconfiggere,
perché lei è innocente,
ancora oggi, sempre schiava
di poteri più grandi,
di interessi più sporchi,
di chi chiude le mani per nascondere il sangue.
Ed Isabella sapeva… creatrice
di un mondo da amare
ma con la morte del cuore
ed un regno da inseguire.
Parla a Filippo, Giovanna.
Parlagli ora.
Parlagli sempre.
Parlagli quando da oriente
vedrai arrivare un rossore schiantarsi.
Parlagli quando il tuo sangue
dirà alla storia la tua falsa follia.
Follia d’amore.
Follia di un mondo meschino e irreale.
Che lotta, distrugge,
ammazza per una medaglia,
per un promontorio o una pianura colorata di rosso.
Ma tu non smettere di cantare,
bella Giovanna.
Il tuo Filippo è lì…
più bello di ieri…
e non è più corrotto…
proprio come volevi tu.
So che si può vivere
non esistendo,
emersi da una quinta,
da un fondale,
da un fuori che non c'è se mai nessuno
l'ha veduto.