Mercedes
Emerito
Italy
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Inserito - 18/05/2003 : 22:29:26
Dopo molti giorni ero giunta nella foresta. La fuga era stata improvvisa come improvviso era stato l'attacco al mio castello. Ero salva per miracolo e lo dovevo al mio fedele servo che mi aveva aiutato ad uscire di notte e con poche cose racchiuse in un fagotto.Correvo come il vento mentre alle mie spalle le fiamme serpeggiavano sugli spalti e illuminavano la notte con il loro sinistro bagliore. Era tutto in fiamme il mio castello! Corsi finchè ebbi fiato, poi caddi stremata in mezzo ad una radura. Passai li la notte, e il giorno dopo mi rimisi in marcia. Per giorni andai così alla ventura, bevendo e mangiano le poche cose che avevo con me. Infine giunsi nel bosco. Entrai e m'inoltrai sempre di più sentendo che solo così avrei potuto essere al sicuro. In quell'intrico di rami mi lacerai le vesti si che le tolsi, mettendo a nudo le mie gambe coperte di graffi, per muovermi meglio. Arrancando faticosamente giunsi in una radura, e li mi si apri dinanzi un mondo diverso. Dietro quella parete di verde una cascata d'acqua precipitava in un piccolo laghetto con un salto di una quindicina di metri. Intorno a quello specchio limpido l'erba era verde e tenera. Un'atmosfera serena mi circondava e spirava un leggero vento profumato di muschio, di resina, di fiori. E poi lo vidi. Era li, quasi dinanzi a me, il bel manto grigio imperlato d'acqua e quello straordinario corno che si ergeva sulla sua fronte simile ad una lucente arma impugnata da un cavaliere. Rimasi impietrita e al pari di me lo straordinario animale si bloccò di colpo. Ma l'occhio mobile mi seguiva, mi squadrava. Era vigile, ma dolce ed indifeso. Avanzai fin nell'acqua e immersi le gambe che recavano sulla pelle striature rosse simili a frustate. L'acqua dresca mi fece gemere dal dolore e dal sollievo e intanto il fiero animale mi fissava e non aveva timore di me perchè non fuggiva. Poi lentamente si avvicinò fino a sfiorarmi con gli zoccoli ungulati. Alzai le mani a coppa, piene del fresco refrigerio e lui...bevve. Bevve come se fosse uso bere così, da quell'abbeveratoio improvvisato.I suoi occhi dalle tonalità sfumate del cielo in tempesta sembravano dirmi:"Ti conosco, tu sei come me. Aiutami". In lontananza sentii risuonare un corno da caccia. Mi giri verso il bosco e poi verso di lui. -"Fuggi, fuggi. Va amico mio, non voglio che ti catturino. Fuggi". Mi fissò e sembrò annuire, poi si girò e sparì rapido dietro la cascata d'acqua, in una fenditura della parete di roccia. Mi sedetti sull'erba. "Va amico mio,la tua fuga continua, la mia finisce qui".Mercedesmarconi
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