Un venticello tiepido entra dalla finestra semiaperta, ed un filo di luce taglia lo scuro di questa stanza, scaldando il pavimento ormai centenario, da una crepa esce una formica che, con fatica, porta con se l'ultimo granello di sabbia fino alla superficie liberando il passaggio; nell'angolo, un pezzo di pane ormai ammuffito invaso da formiche che in fila indiana portano briciole, nel loro buco. Fuori una farfalla, fa il suo giretto mattutino, posandosi sul bocciolo di rosa, che aspetta ad aprirsi e colorarsi ai raggi del sole per farsi ammirare dalla coccinella che sul suo gambo ancora giovane, ricoperto da parassiti, si prepara a fare colazione, si scorge sul ramo di un ciliegio secolare il Cardellino dal canto melodioso, che saluta il giorno, e da un foro sulla parete, si sente il suono del ragno che rinnova la sua tela rovinata dalla notte nebbiosa.
Nell'aria odore di caffè, che si insinua nelle narici liberandomi dal sonno, sciacquo il mio viso riposato con dell'acqua fresca di sorgente nella bacinella dipinta di rose rosse e dai bordi dorati, mi vesto con calzoni rattoppati e ai piedi metto scarponi dai lacci consumati; apro la finestra che illumina la stanza ed ammiro entusiasta i frutteti che dipingono la vallata, il gallo da il buongiorno, e pulcini, dietro mamma chioccia vanno cercando semi ed insetti.
Vicino ai piedi di un ulivo, che osserva il mio lavoro giornaliero, poso la sacca contenente pane e formaggio, copro con terra fresca una bottiglia di buon vino, prendo la mia zappa dal manico levigato dai calli, e mi avvio nei campi, spacco la terra che si apre al taglio della zappa, richiamando piccioni (dall'ombra dei pioppi che rilasciano semi cotonosi ricoprendo la terra di un velo bianco) incuriositi dallo specchio della lama a mucchi si addensano alla ricerca di cibo nutrendo la terra con i loro escrementi.
Dal taschino scucito dei pantaloni macchiati dal verde dell'erba, l'orologio ricoperto dalla sabbia inumidita dal sudore del lavoro, mostra l'ora del riposo, sotto l'ombra dell'ulivo mi adagio su un letto di paglia gustando il buon pane e sorseggiando il buon vino fresco, mi abbandono al silenzio della valle udendo le note leggere dei grilli. All'imbrunire un canto melodioso distrae il mio riposo, un usignolo dagli occhi grandi che saltella tra i cespugli dei boschi, timido e schivo si nasconde nel sotto bosco salutando la sera.