Sole
l’acqua tu l’asciughi,
allora fammi luce.
Rendi d’oro
il vuoto
grande come sei tu
che mi porto dentro.
Spegni
sole
per Dio
il buio che vedo.
Sono cieca
ci siamo sorrisi,
rendimi la vista.
Le lacrime scaldale
a aiutato dal vento
portale via.
Anche se non smettono,
saranno le gocce di pioggia
sul finestrino
di una macchina in corsa.
A scatti
salteranno
le cavallette,
queste speciali pulci d’acqua,
che salgono
e lasciano sul vetro
fili, di segni.
La memoria,
l’attenzione
del loro percorso frenetico
tracceranno
una maschera
da indossare domani
per il mio ballo.
Francesca Giraudi