Sono entrato nel metrò
Mi sono seduto.
Lo sguardo fissava un punto indefinito.
Aspettavo il mio turno;
La mia fermata era San Babila.
Un moto involontario, la testa si è voltata.
Il lato destro del vagone pulsava.
Era una macchina sorda e intransigente,
Della quale solo ora percepivo l'esistenza.
La gente era in piedi, a gruppi,
Isolata, seduta.
Erano figure
Appartenenti a quel treno da tempo,
Ospitate da sempre
In quello spazio certo.
Il corridoio era un unico tubo
Interrotto da pavimenti e muri molli,
Ondeggianti come grosse pelli
Di una filarmonica di ferro,
Alle quali pareva che un giovane robusto
Volesse appoggiarsi o quasi aderirvi.
Ho voltato nuovamente la testa a sinistra
E anche lì il vano era aperto.
Il posto che occupavo
Mi impediva una visione altrettanto piena
Ma la Certezza,
Quel senso di Ordine, di cose fissate era ancora lo stesso.
Francesca Giraudi