Amorina
Senatore
Italy
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Inserito - 15/07/2003 : 14:15:08
Son rari i momenti di quiete. Rumori assordanti, stilettate di polvere, e odori frammisti a vociare confuso. Io cammino, tra questa accozzaglia di suoni, e li ignoro. Mi perdo nello sguardo di un bimbo, nei colori sgargianti dei fiori, e nel viale un cane che corre, e trascina il padrone, che sbuffa sudato. La panchina, quella rossa, dove andavo bambina, ora e' strana, ricoperta di rughe, anche lei,invecchiata, resta li' aspettando qualcuno. Ora siedo,un minuto, l'emozione mi assale, torno indietro, nel tempo, e ricordo ..ricordo..ricordoSi',la casa grigiastra, di fronte, e' rimasta scolorita da sempre, gli abitanti,anche loro incolori, come piccoli uccelli curiosi, stanno assorti a guardare la strada. A sinistra, dopo il piccolo chiosco di fiori, affollato di anziane signore, c'e'la casa che un tempo fu tua. Non a caso son qui, e seduta la guardo. Non ci son piu'i lenzuoli, quelli belli, di lino leggero, che tua madre stendeva cantando, e non c'e' la tua bici appoggiata, con la porta a fianco scrostata. Io sedevo e aspettavo che lesto, tu scendessi di corsa le scale, salutando tua madre al balcone, per raggiungermi li',sotto il viale. La panchina era un trono, tu il re ,la regina ero io ed i nostri discorsi, e gli sguardi, e l'odore di panni puliti. Eri grande nel mio piccolo cuore, eri unico,bello,immortale. Ci siam persi,nel tempo,negli anni, tante cose cambiate,anche noi. Ma la casa,che un tempo fu tua, e' rimasta,sempre li', sempre uguale. Io aspetto,nel caldo meriggio, nel rumore assordante dei clacson, di tornare bambina e tu lesto che mi corri incontro nel viale.
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