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 “Strano?! No. Siamo in Italia.”
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Disilluso
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Inserito - 15/08/2003 :  18:09:25  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Disilluso Invia un Messaggio Privato a Disilluso
Nel fare la carta d’identità si dovrebbero trovare le stesse difficoltà riscontrabili nel mescere lo zucchero al caffè (tre foto-tessere, la vecchia carta d’identità, 5 euro e 42 centesimi. 10 se il documento è stato smarrito).
Ma quando ci si mette la sonnolenta burocrazia italiana, questa semplice operazione diventa ardua come scalare l’Everest con le infradito.
Sono le 10 di mattina di un anonimo e afoso Sabato d’Agosto, quando il sottoscritto deve recarsi a rifare la carta d’identità in seguito al furto del portafoglio subito quasi un mese e mezzo fa all’interno di un ufficio postale a Bologna (naturalmente ti depredano quando hai giusto 310 Euro in contanti…..vabbeh, postille).
Mi reco quindi presso l'ufficio anagrafe per richiedere il rilascio di una nuovo documento d'identità.
Quando arriva il mio turno trovo un impiegato in vena di battute tanto inutili quando decisamente poco spiritose, che mi elenca l’occorrente per poter avere una nuova carta d’identità.
Io avevo già in mano il tutto in quanto aspettavo da 3 settimane la richiesta che di prassi va fatta al Comune di competenza per accertare la scadenza effettiva del vecchio documento d’identità (la mia carta sarebbe scaduta il 24 Luglio scorso).
“Hm-Hm-Hrm….come mai ti sei fatto fregare il portafoglio (mentre legge il verbale della denuncia fatta ai carabinieri)….Sei stato un pollo, ah….si, si, eheheh…..proprio un pollo!”.
Deglutendo per evitare di esternagli in maniera pesante tutto il fastidio suscitato in me da quella inopportuna osservazione, gli chiedo se questa volta è finalmente tutto in regola.
Nonostante avessi precedentemente spiegato di avere già fatto domanda in quella sede, mi dice che prima di procedere occorre avere il nulla osta dal Comune di Bologna.
Questa volta io perdo la pazienza e con toni garbati ma decisi ribadisco quanto, inascoltato, avevo precisato 3 minuti or sono.
L’impiegato mi guarda con l’aria trasognata del peggior azzeccagarbugli e stancamente volge il capo verso il collega seduto di fianco a lui, il quale mi guarda indispettito e profferisce: “….Impossibile che lei sia venuto qui……”.
A quel punto io rispondo seccamente: “Non sono venuto qui per farmi prendere in giro. Le cose stanno come ho più volte detto. Non potete fare un controllo, per favore?”.
L’azzeccagarbugli di cui sopra si alza e comincia a scartabellare tutto l’ufficio, mentre il collega chiamato in causa continua a squadrarmi con lo stesso sguardo solitamente riservato allo scocciatore di turno.
Nel mentre, spunta dal nulla il signore con cui avevo parlato la prima volta che mi ero recato in posta.
Egli infatti conferma che non ero un perdigiorno venuto a turbare il quieto lavorio di quella simpatica comunità e quindi mi informa che il nulla osta “deve per forza essere da qualche parte”.
Il solerte trovarobe torna dalla sua missione impossibile, sembra essersi risvegliato da un atavico torpore quando dice: “Ma si….perché…..c’è sicuramente…..ma che strano!”.
Un’impiegata che stava contribuendo alla vana ricerca ha il coraggio sfacciato di chiedermi se ero veramente certo di quanto affermavo.
Le rispondo di si per l’ennesima volta, quasi senza guardarla.
L’azzeccagarbugli desiste, perciò mi guarda rassegnato, l’insofferente strafottenza iniziale sembra essere evaporata, in quel momento avevo infatti davanti una persona che si era resa conto della pessima figura generale e quindi voleva fare di tutto per sistemare le cose senza strascichi:
”…..Non so come sia potuto succedere, non era mai successo. Adesso inoltriamo una nuova richiesta al Comune di Bologna. Se ci chiama Lunedì vedrà che tutto sarà sistemato. Chiedo scusa per il disguido”.
Venghino signori, venghino! Questo è il Belpaese, teatro di un’assicurata ilarità!


   
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