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massimo
Emerito
Italy
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Inserito - 28/09/2003 : 10:30:39
vorrei raccontare il mio balck out di stanotte, mi ha dato molto da riflettere e, forse, lo darà anche ad altri. Stanotte mi sono addormentato sul divano, mentre guardavo la televisione, mi succede a volte. Mi ha svegliato il silenzio ed il buio totale. Neppure la lucina del televisore.. A tentoni ho cercato l'accendivo ed ho acceso una candela. Pensando che fosse saltata la valvola di casa mia, ho aperto lo scuro della porta finestra ed ho guardato fuori. Quello che mi ha colpito immediatamente è stato il buio totale. non una luce, ovuque volgessi lo sguardo solo buio. Poi il cielo.... Sono rimasto letteralmente affascinato, preso, catturato... Non riusciro' mai a descrivere la sensazione esatta... Miriadi di stelle..non ho ricordo di averne mai viste tante, cosi' luminose, cosi' vive, brillanti... Uno spettacolo da sogno... Ero quasi immerso in questo cielo, la terra sparita nel buio. Quesi sospeso..Per un attimo mi è parso di volare.... Incredibile... Non mi sarei mai staccato da quella vista, ma il freddo della notte, e, soprattutto il raffreddore, mi hanno costretto a rientrare. A letto faticavo a riprendere sonno. La visione che avevo avuto era unica e, probabilmente, irripetibile... Un grande rimpianto...quasi dolore.. Ho pensato che fino a non molti anni fa, era cio' che potevano vedere tutti, sempre, tutte le sere... Uno spettacolo che ti avvicina a Dio, alla bellezza del cresto, a qualcosa di unico, immenso... L'amore del creato, la perfezione, l'essenza...tutto questo potevi vedere tutte le sere... Continuo a chiedermi se il progresso uccide simili visioni, che aprono l'anima e la mente, vale la pena? Non manca forse qualcosa per essere uomimi. Non stiamo amputando parti importanti del nostro io, e in cambio di che? boh... non riesco a darmi risposte, solo vorrei che tornasse un blck out, ma vorrei saperlo prima, e viverlo davvero, fuori in mezzo al cielo massimo
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Paolo Talanca
Senatore
Italy
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Inserito - 28/09/2003 : 14:24:26
Ciao Massimo. Il tuo post mi ha riportato alla mente una splendida canzone di Guccini. Si chiama Black out, appunto, e riporta pressapoco questa sensazione di valori che si vanno via via perdendo... valori che puntualmente ci riaccendono le sensazioni ad ogni Black out che duri più di una valvola che salta:BLACK OUT (Francesco Guccini) La luce è andata ancora via, ma la stufa è accesa e così sia, a casa mia tu dormirai, ma quali sogni sognerai con questa luna che spaccherà in due le mie risate e le ombre tue, i miei cavalli ed i miei fanti, il tuo Hesse sordo ed i tuoi canti, tutti i ghiaccioli appesi ai fili, tutti i miei giochi e i tuoi monili, i campanili, i pazzi, i santi e l'allegria. E non andrà il televisore, cosa faremo in queste ore? Rumore attorno non si sente, gochiamo a immaginar la gente, corriamo a fare gli incubi indiscreti, curiosi d' ozi e di segreti, di quei pensieri quotidiani che a notte il sonno fa lontani o che nel sogno sopra a un viso diventan urlo od un sorriso, il paradiso, inferno, mani, l' odio e amore. Avessi sette vite a mano in ogni casa entrerei piano e mi farei fratello o amante, marito, figlio, re o brigante o mendicante o giocatore, poeta, fabbro, Papa, agricoltore. Ma ho questa vita e il mio destino, e ora cavalco l'appennino e grido al buio più profondo la voglia che ho di stare al mondo: in fondo è proprio un gran bel gioco a far l'amore tanto e non bere poco. E questo buio, che sollievo, ci dona un altro medioevo, io levo dall' oscurità tutta la nostra civiltà, velocità di macchine a motore, follia di folla e di rumore e metto ritmi più lontani, di bestie, legni, suoni umani, odore d'olio e di candele, fruscìo di canapi e di vele, il miele, il latte, i pani e il vino vero. Ma chissà poi se erano quelli davvero tempi tanto belli o caroselli che giriamo per l' incertezza che culliamo in questa giostra di figure e suoni, di luci e schermi da illusioni, di baracconi in bene o in male, di eterne fughe dal reale che basta un po' d' oscurità per darci la serenità, semplicità, sapore, sale e ritornelli. Non voglio tante vite a mano, mi basta questa che viviamo, comuni giorni intensi o pigri, gli specchi ambigui dei miei libri, le tigri della fantasia, tristezza ed ottimismo ed ironia. Ma quante chiacchiere stavolta, che confusione a ruota sciolta, lo so che è un pezzo che parliamo, ma è tanto bello, non dormiamo, beviamo ancora un po' di vino, che tanto tra due sorsi è già mattino. Su sveglia e guardati d' attorno, sta già arrivando il nuovo giorno, lo storno e il merlo son già in giro, non vorrai fare come il ghiro... Non c'è black-out e tutto è ormai finito e il vecchio frigo è ripartito, con i suoi toni rochi e tristi scatarra versi futuristi... Lo so siam svegli ormai da allora, ma qualche cosa manca ancora... finiamo in gloria amore mio che dopo, a giorno fatto, dormo anch'io... ------------------------------- So che si può vivere non esistendo, emersi da una quinta, da un fondale, da un fuori che non c'è se mai nessuno l'ha veduto Edited by - PaoloTalanca on Sep 28 2003 14:25:01 |
Chimera
Villeggiante
Italy
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Inserito - 28/09/2003 : 16:48:27
Non l'ho vissuto questo Black-out. Ero già regista dei miei sogni,e nel buio del mio limbo non mi sono resa conto del silenzio fuori. Ma al risveglio l'ho immaginato,ed ho ripensato ai miei Black-out personali,quelli in cui per qualche attimo non ti rendi conto che lì vicino ci sono lampioni accesi o comignoli fumanti,non senti le voci e i passi estranei.Non te ne rendi conto se è una serata estiva,in un paese diverso dal tuo ed eros ti trafigge senza preavviso il cuore,e sei ai piedi di un castello ad osservare le stelle,a sorprenderti di vederne così tante,vicine e luminose,perchè solo quando stai vivendo un Black-out ti accorgi veramente di loro.Ed è come se le vedessi per la prima volta.Ti tolgono il fiato,e vorresti non finisse mai.. O in Messico,quando dalla cima di una piramide alta fino al cielo vedi un'infinita distesa di verde e ti senti accarezzare da una nuvola...Chissà,forse da lì si possono vedere anche gli angeli... Od ogni volta in cui per magia tutto svanisce,perchè il cuore si muove e retsa l'unica luce di un favoloso Black-out.
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colibrì
Curatore
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Inserito - 28/09/2003 : 17:43:39
Alle tre e mezzo di notte ero a letto che stavo ancora leggendo un libro di psicologia, piccola finestra sulle potenzialità misteriose della mente. Ormai le palpebre reclamavano il riposo, così decido di chiudere il libro, ma proprio mentre sto per spegnere la lampada vedo che lentamente si affievolisce da sola. “Però”!” mi son detta mezza addormentata “la mente umana è davvero un mondo da scoprire... ma che potesse ridurre un oggetto inanimato ad anticipare i miei desideri è proprio incredibile!” Dalla finestrella perennemente aperta noto un buio insolito che mi incuriosisce. Butto via il lenzuolo e dall'alto do uno sguardo al paese: il nero domina su tutto. “È un black out in piena regola, come in Canada quest'estate!”: davvero questo è stato il mio primo, euforico e infantile pensiero. Le stelle e l'affascinante oscurità notturna sono venute dopo. Del resto la luna e le stelle le guardo sempre, quando esco dal treno di notte, dopo il lavoro, e mi rigenerano da giornate piene di fretta e di cose da fare. Osservo il cielo dalla mia finestra, quando non riesco a prendere sonno e nessun libro mi attira più di quello là fuori, scritto dalla natura. A fine agosto ho passato ore ad osservare un pianetino rosso così insolitamente visibile ad occhio nudo, mentre ascoltavo in sottofondo il mormorio del mare. Nelle giornate di sole è bello perdere lo sguardo all'orizzonte da dove si vedono spuntare le montagne con le cime bianche di neve... Meraviglie così antiche eppure sempre così giovani. Non è il "progresso" che ci impedisce di avere occhi contemplativi, anzi. Pochi decenni fa tutti avevano a disposizione lo spettacolo di una notte incontaminata da luci artificiali: si, ma quanti potevano effettivamente godersi il lusso di “perdere tempo” a naso in su? Quanti anche solo sospettavano che potesse costituire un valore il farlo? Non si pensa spesso a quanto tempo libero ci ha fornito il famigerato progresso: tempo per studiare, per leggere libri, per ascoltare la musica, per incontrare le persone, per scrivere poesie e per accorgersi di quanto è meraviglioso un cielo stellato. Il problema vero è semmai il modo in cui si impiega questo immenso e nuovo patrimonio di libertà di cui i nostri avi, anche quelli più fortunati, non potevano disporre neppure in sogno. Se per rendersene conto serve anche un black out, ben venga... ok, no, ne basta uno, davvero, mi accontento di uno :-) colibrì |
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