Ingredienti con note dell’autore per un cacciucco alla livornese “docche” N.B: questa ricetta non è pro-livornesi e contro-pisani, ma c'è un sanissimo spirito goliaridco fra le due città, che porta il labronico a fare qualche battuta sagace al cugino (d'altronde stiamo a 20km di distanza) "pisese" e viceversa a riceverne di buon grado.
Nota preliminare: Il cacciucco (non caciucco come direbbe un qualsiasi pisano delle campagne) quello bòno si mangia solo a Livorno, diffidate delle imitazioni, di quello della Buitoni, ed evitate di cucinarlo se non siete vicini alla Costiera Etrusca, non verrebbe come quello originale…
Ingredienti per 6 persone ( il cacciucco si mangia in compagnia, anche perché farselo per conto proprio richiede tempo ed energie, ed il livornese medio è un noto scansafatiche, dunque questo piatto necessita anche di una mamma o una zia o succedanee che lo cucinino):
500 gr di cozze (da non prendere al Porto di Livorno perché sono geneticamente modificate dal gasolio e potrebbero mordervi a mò di pantegana),
400 gr di polipetti o di moscardini, 400 gr di seppioline (insomma tutto quello che c’ha un po’ di tentacoli va bene, basta che non sia un calamaro gigante, altrimenti ci mette un pò troppo a lessare)
1 kg di pesce povero come la triglia (simbolo di Livorno, la Napoli del Nord), lo scorfano (quello brutto e velenoso che non è né vostra suocera né vostro cognato, loro potrebbero arrabbiarsi se gettati in pentola), la gallinella (se vecchia fa buon brodo??), il branzino (labronicamente detto ragno, perché se chiedi un branzino a un pescivendolo livornese ti guarda strano e ti risponde: “Senti bello, branzino lo dici a qualcun artro, hai ‘apito???”), la coda di rospo (giusto per aggiungere un po’ di suspence, come se fosse una pozione magica)
1/2 kg di piccoli pesci da zuppa (i pesci grandi, del resto, la fanno sempre franca, accontentatevi), e qualche cicala se la trovate (traduzione dal livornese al romano, cicala = pannocchia)
1 carota, 1 costa di sedano, 1 cipolla, 3 spicchi d'aglio, 1 peperoncino fresco (o un paio se volete rendere il cacciucco altamente afrodisiaco...)
4 pomodori maturi (ma qui melius abundare quam deficere, il cacciucco docche richiede una bella base di pomodoro!!!),
2 bicchieri dl di vino bianco secco (ma mi raccomando non fate come i pisani, il cacciucco si accompagna col vino rosso quello bòno delle zone livornesi, non col bianco sciacquetta)
prezzemolo, sale, pepe, 6 cucchiai d'olio d'oliva (se extravergine è meglio…suvvia…non facciamo i tirchi…non ci buttiamo l’olio di semi che viene ‘na schifezzuola)
Pulite i polipetti e le seppie e sciacquateli sotto l'acqua corrente, quindi scolateli bene e tagliateli a pezzi. Se si lamentano avete sbagliato qualcosa, dovete comprarli già "trapassati", no alla sofferenza gratuita.
Pulite le cozze e spazzolatele bene (se è Sabato e sono già state dal parrucchiere e se voi vi siete rotti di cucinare, scompigliatele tutte, per dispetto). Poi ridete.
Pulite i pesci scagliandoli e svuotando le cavità addominali (se nel ragno ci trovate una sorpresa, tipo un bel tarpone/ratto di fogna, consiglierei di coprire il tutto fischiettando con indifferenza e di servirlo al vostro ospite meno gradito)
Tagliateli a pezzi e tenete le teste da parte assieme ai pesci da zuppa (questo fa tutto parte del rituale, in realtà le teste ve le dimenticherete dietro l’acquaio e la vostra cucina puzzerà per giorni e giorni e non capirete perché o forse incolperete il co-inquilino..."Ma l'hai fatta sta doccia???")
Tritate insieme la carota, il sedano, la cipolla, l'aglio e il peperoncino e fate soffriggere il tutto nell'olio per qualche minuto (se siete stati tirchi e avete usato l’olio di semi, evitate di soffriggere, peggiorerebbe la situazione).
Unite seppie, polipi e cicale (se non siete gente di mare e non li riconoscete con facilità, rinunciate e mangiatevi una fettina di carne, il cacciucco è per esperti)
coprite la pentola e lasciate cuocere per 15 minuti. Bagnate con il vino e lasciate cuocere per 10 minuti a pentola scoperta (si ma non state troppo vicini alla pentola perché il polpo è duro a morire e potrebbe tirarvici dentro, per giusta vendetta)
Togliete seppie, polipi e cicale e aggiungete nella pentola i pomodori tagliati a pezzi, i pesciolini da zuppa e le teste dei pesci (mi raccomando controllate dietro l’acquaio!!!)
Bagnate con 1 L di acqua calda (se non avete neanche l’acqua calda, cari miei, siete messi malino...fatevi ospitare...tipo me)
salate e cuocete al coperto per 15 minuti (per chi, come il sottoscritto, odia controllare l’orologio e stare ai tempi, in quanto cronico ritardatario, è consigliabile obbligare un parente o l’amico più generoso/corruttibile a farlo con attenzione e bacchettarlo se il cacciucco viene male…”E’ tutta colpa tua!”)
Passate il contenuto della pentola al setaccio oppure al passaverdure e rimettete in pentola (nel caso non possediate un passaverdure, tenete sempre accanto il fiasco di vino rosso per buttar giù tutto ed evitare di morire affogati in preda agli spasmi vostri ed alle risa dei suddetti parenti/amici).
Unite seppie, polipi, cicale e i pezzi di pesce (tanto di solito vanno d’accordo, e poi se sono sempre vivi sono pesci marziani, dunque fareste meglio a scappa’ di volata)
Lasciate cuocere per 10 minuti e unite le cozze (io per sbaglio una volta c’ho messo le mie cugine…tanto simpatiche ma…inguardabili!)
Quando le cozze sono aperte, cospargete con prezzemolo tritato e servite il cacciucco con pane abbrustolito e strofinato con aglio (non troppo se avete velleità di conquista per la serata)
Siamo dunque giunti alla conclusione: adesso basterà aggiungere un pizzico di impulsività labronica, un ditino di goliardia livornese, un etto di toscanaccio, due litri di fancacchismo delle mie parti e servire il piatto in tavola, evitando di svegliare vostro figlio/nipote/parente, come fa mia mamma, cinque minuti prima che il cacciucco sia pronto, perché altrimenti, con tutto quel “sapore di mare”, scapperà elegantemente con entrambe le mani sulla bocca e non lo vedrete più per ore.