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 Tatuaggi : cosa ne pensate?
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Inserito - 13/12/2003 :  09:47:27  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Admin  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Admin
Esistono tatuaggi di tanti tipi.

Esistono di genere tribali, rituale, celtici, fantasy ed anche erotici e perfino tatuaggi horror.. la varietà è ampia come l'arte. Ma perche' si sceglie di mettersi un tatuaggio? Chi di voi lo ha fatto e perche'?
Il tatuaggio e' diventato il luogo dove creatività, arte e corpo si fondono in uno stile di vita che ormai diventato moda.
Esibizionismo, Narcisismo.. bisogno di diversificarsi ed identificarsi dagli altri, all'opposto bisogno di omologazione, del clan.
Vorrei riflettere su questo..
ciao


leda cossu
Senatore


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Inserito - 13/12/2003 :  20:22:38  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
Un tatuaggio è un segno permanente.
Appartenenza o differenza? Sia l'una che l'altra, forse, ma rimangono non "per un tempo definito", ma evidenti per sempre.

C'è un vissuto, diverso per ciascuno di noi, i cui segni si incidono nel nostro modo di essere, nel nostro animo. Rimangono per sempre, a volte sono frutto di un evento, più facilmente di un processo interiore.

Ricordo che in un periodo di forzata inattività mi divertivo a riconoscere le coppie guardando enormi quantità di foto che mio marito stampava per lavoro in quel periodo. C'erano somiglianze che incidevano nel volto, nell'atteggiamento del corpo, date proprio dalla convivenza.
Così il clima, la cultura influenzano le movenze: basta guardare l'invedere morbido ed ampio degli africani ed il portamente eretto, un po' rigido degli inglesi. Ed anche il parlare una lingua piuttosto che un'altra, ecc.

Di solito i cambiamenti interiori od esteriori sono frutto di un processo, a volte lungo + generazioni.
Ed un tatuaggio? C'è alla base una scelta profonda, una riflessione? E' il frutto di un processo? Guardo mio figlio, i suoi amici e mi sembra di no. Rimane forte la scelta simbolica di un segno di riconoscimento... estetico.

Mi sembra che il tatuaggio oggi abbia perduto la conoscenza profonda del simbolo. Che forse nemmeno avrebbe ragione di essere oggi. Forse, dico.
Mi sembra anche che ogni tanto l'uomo dimentica qualcosa di se... della sua storia, del suo significato e lo va a cercare per consumarlo, per superarlo in modo definitivo. Qualcosa rimasto sospeso. Ma non più attuale.
Ma incidendo un segno su di se ci si costringe a ricordarlo per sempre.

Oltre all'aspetto estetico, per chi non ha ragioni profonde, spirituali, culturali e si fa un tatuaggio o indossa un orecchino, un anellino quà e là cosa gli rimane? Come modifica la sua vita?

La localizzazione del tatuaggio o del piercing come ogni cambiamento somatico incide, è una sollecitazione cutanea e visiva che sollecita il sistema neurosensoriale. Il corpo in quel punto trasmette messaggi. E' come un telefono sempre acceso, o una TV sempre aperta.
Quel punto del corpo è "toccato" in modo continuativo.
E' come se io facessi un leggero massaggio, ma non quando serve, non per terapia, o per piacere, ma per sempre.

E' indifferente? Non credo. Nella medicina cinese ad esempio, la ricerca di conoscenza del corpo è antichissima. Millenaria. L'orecchio, nella sua forma rovesciata, rappresenta una persona rannicchiata, la testa in giù, la colonna lungo il bordo. Così nella riflessologia plantare per il palmo della mano o dei piedi c'è una corrispondenza precisa con gli organi. Può servire per arrivare là dove c'è un disturbo interno, o nel caso che necessiti un massaggio e c'è una fasciatura e non si può arrivare direttamente alla zona da massaggiare. E' indifferente toccare costantemente un punto? O modificarlo con un disegno, dalla sua forma originaria, con un tatuaggio?

Personalmente penso che tutto quello che non serve... per necessità, terapia, o per piacere non solo sia inutile, ma possa danneggiarmi.

E gli antichi orecchini femminili di diffusa e nostrana memoria? Erano solo un simbolo dell'appartenenza "di genere femminile" (una specie di anello al naso come nelle tribù), o davano una sollecitazione neurosensoriale specifica e con che significato?

Non lo so, ma mi piacerebbe saperlo.

Edited by - Leda Cossu on Dec 13 2003 20:34:34Vai a Inizio Pagina

Roberto Mahlab
Amministratore



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Inserito - 13/12/2003 :  23:17:32  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Io volevo farmi fare un tatuaggio su un bicipite.

Tutto comincio' un pomeriggio in palestra, avevo sfidato tutti gli amici e le amiche a chi sarebbe diventato il piu' forte entro la fine dell'anno e cosi' mi misi sotto, con pesi e addominali. Intanto gli amici e le amiche chiacchieravano. Mi fermai e chiesi loro conto di quell'atteggiamento antisportivo e alcuni di loro tesero le braccia per mostrare i muscoli gia' delineati e su di essi c'erano dei tatuaggi. Presi due decisioni, la prima che mi sarebbe spiaciuto trovarmi alla fine dell'anno con piu' muscoli di loro, non sarei stato un amico, e la seconda che li avrei battuti su un altro terreno, avrei avuto anche io un tatuaggio sul bicipite, cosi' grande che chi l'avesse visto non avrebbe notato che il mio bicipite non era cosi' sviluppato come quelli dei miei amici.

Non avevo fatto i conti con mia nipotina Pamela, ne' con cinquemila anni di Storia.

Il giorno dopo la accompagnai in un grande magazzino, io sono infatti ufficialmente incaricato di essere il suo stilista e lei cercava un jeans particolare, con il fondo a zampa di elefante. Tra i negozi c'era una piccola vetrina su un piccolo laboratorio di tatuaggi, c'erano le foto di diversi stili e disegni. "Che ne dici se mi faccio fare un tatuaggio, mi dai un consiglio?" "Tu non ti fai fare nessun tatuaggio", mi rispose severa, "ma che cosa hai imparato a scuola? Non sai che la nostra religione lo vieta?". "Non lo sapevo", dissi contrito, i due sogni, dei muscoli e del tatuaggio sfumarono in una nuvoletta.

La questione del tatuaggio provoca nella tradizione ebraica piu' discussioni delle altre regole e le ragioni sono diverse, di ordine religioso, storico, sociale.
Il passo 19:28 del Levitico riporta :"non vi farete incisioni sul corpo per un defunto e non vi farete segni di tatuaggi". E' un passo che si trova tra quelli che narrano quanto disse il Signore a Mose', una lista di regole civili e sociali, dalle messi alla famiglia, affinche' il popolo si ricordasse sempre che il Signore e' uno ed e' a Lui e alle Sue leggi che si deve rispetto.

Il momento storico del passo biblico e' quello che segue l'uscita di Israele dall'Egitto per giungere nella Terra Promessa e i saggi di allora mettevano spesso in guardia contro il pericolo che le tradizioni pagane potessero influenzare il popolo ebraico e tra queste tradizioni c'era anche quella del tatuaggio, considerato alla stregua di un idolatria verso divinita' diverse dal Signore. Sono molti i passi biblici in tal senso, quello sulla vicenda del vitello d'oro e' uno dei piu' noti.

Dal punto di vista religioso il corpo e' una delle tante parti della natura e appartiene solo al Creatore, per questo non e' ammesso mutilarlo in alcun modo. Negli Stati Uniti il dibattito sulla conversione ha toccato anche questo argomento e alcuni rabbini spiegano che la conversione e' ammessa anche se la persona ha il corpo tatuato, in quanto dovra' evitare la modifica del corpo solo dopo di essa, quanto avvenuto prima non e' giudicabile. Altri ritengono che valga l'insegnamento della Kaballah, che ciascuno abbia sempre diritto di fare le sue scelte.

Eppure il tatuaggio e' stato anche un simbolo di sentimento di liberta' tra gli ebrei prigionieri nell'Unione Sovietica a causa della politica antisemita ufficiale, le persecuzioni che impedivano la visibilita' dei simboli ebraici convinsero uomini e donne a tatuarsi questi simboli, la Stella di Davide per esempio, sulla pelle, sotto i vestiti. Il corpo veniva considerato cioe' come un tessuto proprio, un tabernacolo sacro, quanto fuori non si poteva fare, si faceva dentro, il corpo riportava segretamente il segno dell'anima.

Questo sentimento di voglia di esprimere la propria individualita' come reazione alla sensazione di isolamento, soprattutto negli Stati Uniti ha contagiato ultimamente appartenenti alle comunita' non ortodosse, che vengono indicate come riformate. Alcuni sociologi hanno descritto il fenomeno come il desiderio di affermare l'appartenenza al gruppo, al popolo, paradossalmente i simboli sacri, tatuati in questo caso bene in vista sulla pelle, assumono un significato culturale di affiliazione e dunque opposto a quanto paventato nel divieto biblico.

Com'e', come non e', io il divieto di farmi fare il tatuaggio l'ho avuto da mia nipote e in fondo anche il mio bicipite non e' un granche', vi domandarete allora che ci vado a fare in palestra, visto che non posso misurarmi con gli amici ne' con i muscoli ne' con i ricami su di essi. E' dalle difficolta' che si scoprono le idee, ho convertito gli amici e le amiche della palestra a Concerto di Sogni, cosi' il luogo si e' trasformato in una filiale della nostra isola e, mentre essi leggono o scrivono racconti, io con molta calma faccio qualche sollevamento di pesi e alcune flessioni, l'inattivita' fisica causera' loro un calo muscolare, li raggiungero' in discesa.

Roberto


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Elena Fiorentini
Curatore


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Inserito - 14/12/2003 :  01:51:27  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Se volete, ma proprio se volete, vi posso mandare la documentazione del bollettino della COPEV , associazione per la tutela e prevenzione delle epatiti sui tatuaggi e piercing.
La relazione è del presidente,profssore di epatologia del policlinico di Milano.
Gli articoli riguardano le epatiti B eC, ( cause di morti oppure di qualità scadente della vita ) causate da Piercing e tatuaggi.
In questi anni c'è una strage causata da queste malattie e nessuno ne sa nulla.
L'articolo riguarda anche la legislazione vigente che prevede l'accettazione scritta del trattamento da parte dei genitori.
Saluti e buona lettura

Edited by - elenafior on Dec 14 2003 01:52:10Vai a Inizio Pagina

Beppe Andrianò
Amministratore


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Inserito - 14/12/2003 :  02:19:03  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Beppe Andrianò  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Beppe Andrianò
Sul tatuaggio mi sono posto sempre poche domande.
Era qualcos che non mi piaceva.. ne pensarlo su di me ne vederlo sugli altri.

Ultimamente alcune donne che ho conosciuto ho visto lo usano per piccole immagini (piccoli delfini, serpenti) che mettono sul braccio o sul polpaccio, caviglia.
Immagino questo sia solo un vezzo estetico e non altro. Ieri sera in pizzeria il mio vicino di tavolo ne aveva un braccio completamente coperto da disegni tipo tribale.

Il tatuaggio seppure esigenza estetica o interiore ti obbliga ad un percorso di vita successivo.. "piacere dottore.. " "piacere ingeniere".. e ti dai la mano.. e ti sembra di stringere la mano ad un crotalo?!?
Questi sono i dubbi.

L'articolo scritto da Leda mi ha fatto estendere il ragionamento sui tatuaggi della vita. Sono da buon fisiognomico (studioso dei tratti dell'uomo e della loro interdipedenza dalla vita vissuta) perfettamente d'accordo sul fatto che "la vita ti segna". E' una riflessione su cui torneremo.. magari parlandone in metamagica visto che anche la fisiognomica - seppur studiata ed insegnata - non rientra ancora nel novero delle "discipline scientifiche".

Tornando al tatuaggio sembra che questo sia l'ennesima soluzione "rapida" per vivere qualcosa che altrimenti richiederebbe anni.. siccome non vivo situazioni cosi' intense nella mia vita.. sento il bisogno di segnarmi il corpo per far capire cosa avrei voluto vivere o patire o dirti che sono un duro marines anche sotto le spoglie di un impiegato che svuota cestini

Il ricordo portato da Roberto di quanto accadeva nel periodo del nazismo o in qualsiasi altra persecuzione razziale lascia comprendere come l'uomo consideri la propria pelle il proprio diario ed il proprio riassunto. Dovremmo riflettere insieme ancora su tutta la pubblicità sulla pelle ed i suoi trattamenti.. anti vecchiaia.. quale messaggio? di questo potremmo parlarne in spot & media.

Pensando ad immagini del corpo.. rifletto, in un salto azzardatissimo, come l'unica immagine riconosciuta del cristo sia quella tratta dal sudario del suo corpo, la Sacra Sindone.. un tatuaggio di tutta una vita-corpo trasposto su tessuto per andare oltre e trascendere il corpo materiale e mostrare solo l'immagine - il segno - di quello che l'uomo ha fatto a se stesso negando di vedere il figlio di dio.

Tatuaggio - Messsaggio - pelle - diario.

Quando guarderò un tatuaggio la prossima volta proverò a guardare il diario-pelle che lo muove e cercherò di capirne chi ha scritto chi.

grazia a tutti per le vostre risposte.
beppe


Beppe AndrianòVai a Inizio Pagina

steph
Senatore


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Inserito - 14/12/2003 :  22:11:14  Mostra Profilo  Visita la Homepage di steph  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a steph
io ho un solo tatuaggio.. alla spalla sinistra...un piccolo angelo che dorme sulla luna...ed era dedicato a Kevin... e ho il piercing all'omberlico e alla lingua... non sono contraria ai tatuaggi ne ai piercing, ma non mi piace la gente che se ne fa tantisimi.. quasi sul tuto il corpo... x me se devi farti un tatuaggio deve esere un ricordo speciale....

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leda cossu
Senatore


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Inserito - 15/12/2003 :  09:00:15  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
Ci sono sorrisi che nascono prima nell'anima e solo dopo molti anni circondano gli occhi con mille rughine che assomigliano a raggi di sole.

Ci sono avvenimenti che forse sapevamo già prima che succedessero. Piccoli segnali, sogni, immagini fugaci, come briciole su un sentiero, ce l'avevano già detto, per prepararci a viverli, per proteggere la nostra anima.

E forse ci sono segni tatuati sulla pelle, pochi, non tutti, che sono stati cullati dai secoli prima che avvenissero. Che sono stati pianti, alleviati ed alleggeriti o resi più importanti da un segno sulla pelle.
Ma nascono prima nella storia di tutti e di ognuno.

Rughe, sogni, segni... sono la nostra porta sul passato che accompagna il nostro presente.
Chiedo spesso a me stessa quale futuro mi preparano i miei segni, interiori, segnati sul corpo pur non essendo tatuati: quali porte mi aprano nel presente.

Ed è una necessità quella di rendere il più leggero possibile il mio fazzoletto sul bastone che tengo sulla spalla, in questa passeggiata sulla terra. Di scegliere solo immagini, sapori, profumi... che mi aiutino a vivere, a rendere più leggeri i miei passi e che mi raccontino che cosa ho imparato e cosa posso imparare, desiderare, vivere ancora... oggi, al massimo domani, non troppo più in là.

LedaVai a Inizio Pagina

emofione
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Inserito - 16/12/2003 :  09:50:06  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a emofione
Anch'io ho un tatuaggio, tribale, di medie dimensioni, sulla gamba destra. Sinceramente vorrei farmene un altro, è un pò che ci penso. Comunque, nel mio specifico caso, il tatuaggio nasce per immortalare un momento specifico della vita. Il primo fu 4-5 anni fa, dopo la laurea, quando non sapevo dove mi avrebbe portato la mia smania ed il mio istinto. Ecco che il tribale, per la forma che assumeva sulla mia gamba, con alcune linee ed un vortice nel mezzo, stava a significare"sono giunto in questo punto affollato e caotico arrivando da alcune vie, adesso esco dal vortice e vado in altre direzioni. Il secondo vorrebbe sottolineare una consapevolezza ritovata. Sinceramente me lo volevo fare l'ultimo giorno di Dublino (sono stato lassù a lungo), lo vedevo un altro punto di rottura, e l'avrei probabilmente scelto celtico per ovvi motivi.
Poi ci ripensai,e mi sono deciso a farlo adesso, di nuovo. Anno nuovo, nuovo mondo, sono torenato a casa (dopo essere stato a Roma), mi sono definitivamente lasciato, senza rancori, dalla mia ex ragazza, ne frequento stabilmente, da un pò, un'altra (Lolita), vado a vivere da solo (dopo due anni in ui ho cambiato 1000 coinquilini), ho cambiato lavoro, ho spedito libro e curriculum in vari posti.
Ecco che avrei deciso di "segnare" il momento. Forse sullo stesso bicipite, non troppo sviluppato...

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leda cossu
Senatore


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Inserito - 16/12/2003 :  22:47:10  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
...lascio che sostanza si sposi a sostanza...

Millenni per acquisire il mio colore della cute
millenni per ammorbidire il mio incedere
come un felino nella savana
O per allungarlo verso il cielo
come una foresta nordica.

Decine di anni per segnare una ruga
centinaia per assimilare una cultura,
forse di più...

Chi scrive sul mio corpo? L'Io e il tempo...

Lascio che sostanza si sposi a sostanza,
che l'anima si unisca all'anima
e che il corpo sia trasformato dalla mia anima
... nel tempo.

Quando la mia anima
vuole scrivere il mio corpo
le chiedo: quanti anni ha il tuo segno?
Viene da molto lontano? Dove sta andando?

Lascio che l'anima segni l'anima
e il corpo... si segni da solo.
Io che amo i corpi, lascio loro tutta la parola
e lascio all'anima la sua.
Io che amo l'anima, le regalo per casa il mondo,
non il solo angusto spazio del corpo.

Non voglio dare corpo
ad un segno dell'anima, al suo soffio.
Ogni segno è destinato a diventare... passato
E' il segno dell'anima, il suo soffio,
a trasformarsi in presente,
in futuro leggero... se la lascio parlare
senza afferrarla, fermarla,
nel tempo, nello spazio

Edited by - leda cossu on Dec 16 2003 23:16:38Vai a Inizio Pagina

   
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