Passate le poche dune coperte da una rada vegetazione, sbuchiamo sull’ampia spiaggia, calpestando sabbia fine e conchiglie colorate. 1.
E’ una bella giornata d’inverno: cielo azzurro che all’orizzonte diventa mare, aria fina che punge le narici e rinfresca i polmoni.
Chilometri di spiaggia pressoché deserta: lontano, a destra, l’antica torre di Caorle, a sinistra s’intravedono appena bianchi edifici, gli alberghi di Bibbione.
2.
Una donna legge un libro, seduta su una sdraio, mentre il suo bambino gioca con il cane, lanciandogli i resti di un vecchio albero morto da tempo.
3.
Sul mare appena mosso una grande nave da carico attraversa lentamente l’orizzonte; più lontano, una vela obliqua sembra voler fuggire oltre le quinte del mondo visibile.
4.
D’improvviso appaiono dal nulla due cavalieri, che dopo essersi fermati un attimo, lanciano i cavalli al galoppo sulla battigia e ci passano accanto, con rumore ritmato e spruzzi di schiuma e sabbia.
5.
I tuoi occhi sotto i miei, la punta dei nostri nasi che si toccano, il profumo ora dolce ora salato della tua pelle, i tuoi piccoli morsi, la sabbia dappertutto, il tempo sospeso fra l’incessante mormorio delle onde e il volo dei gabbiani che si tuffano nel mare.
6.
Mentre torniamo mano nella mano verso il passaggio tra le dune, quelli che ci erano sembrati lontani gabbiani si rivelano bianchi monoplani che s’inseguono bassissimi sull’arenile e passano a pochi metri sopra le nostre teste abbassate come per scansarli; poi cabrano sopra la torre di Caorle e scompaiono lontano nel blu.
Due ore su una spiaggia veneta in una domenica d’inverno: ma che bisogno c’è di andare alle Maldive, quando l’incanto, la pace ed il sogno l’abbiamo a pochi chilometri da casa?