Prendo spunto dalla profondissima poesia intitolata "memorie di prigionia" scritta nell'area "poesie" dalla nostra Morgana. Le sue parole sono illuminanti, riescono ad esprimere i sentimenti di chi e' tornato, prigioniero dentro, per sempre, perche' per sempre si chiedera' come e' stato possibile.Mi e' stato chiesto che cosa ho pensato io, ebreo dei nostri tempi, in questo giorno. Io non ho vissuto quegli avvenimenti sulla mia pelle ovviamente e non ho, e non ho diritto di avere, quelle sensazioni determinate da vicende cosi' inenarrabili, inenarrabili al punto che Primo Levi, pur raccontando, non e' riuscito a sottrarsi a quella domanda sul senso di tutto e neppure l'essere stato in grado di narrare l'ha liberato.
Detto questo oggi ho pensato una frase sola :"la Shoa' e' avvenuta perche' non esisteva Israele".
Questa consapevolezza dona al popolo ebraico di oggi una certezza, Israele siamo tutti noi e lo difenderemo.
Ho ricordato in questi giorni insieme a Beppe quanto ci e' capitato due anni fa, le vicende che ci hanno condotto a creare concerto di sogni, e' vero che gli antisemiti e antidemocratici ci hanno inseguito anche per la strada, ma gliele abbiamo date, ovviamente per vie legali, insieme ai nostri avvocati e al numeroso gruppo che abbiamo organizzato, quel luogo da cui quelle persone ci hanno perseguitato, e' ridotto al lumicino.
Credo che abbiamo avuto la forza di agire perche' esiste Israele, perche' comunque sia, abbiamo un posto dove andare o solamente a cui pensare e dunque ci difendiamo.
Una occasione che oggi abbiamo da cui discende la voglia di difendersi che quelle povere persone dei tempi del nazismo non ebbero, non avevano il faro, la Terra del latte e del miele.
Io cosi' non posso ritenermi un perseguitato, posso piangere per le vittime di allora, ma non ho diritto di sentirmi protagonista, ho solo il dovere di ricordare e di fare di tutto perche' non succeda di nuovo, adesso so che puo' succedere, non ci sono scuse, e quindi e' necessario lottare ogni volta che la bestia rialza la testa.
Credo che la vittoria o la sconfitta verra' decisa dall'istruzione, dalla scuola, dall'informazione che deve sostituire la disinformazione diffusa ad arte, il campo di battaglia purtroppo e' ancora l'Europa, per il momento un campo di battaglia mediatico.
Quando penso che invece di intonare cori razzisti o partecipare a manifestazioni di odio e demonizzazione, le persone davvero pacifiste dovrebbero scendere nelle strade chiedendo ai governi di spendere e di investire nell'istruzione dei bambini dei poveri popoli a cui l'istruzione e' negata, spesso perche' sono sudditi di tirannie.
L'Europa volera' quando sara' in grado di scrollarsi di dosso la sindrome di Monaco, quel 1938 all'origine della guerra e degli avvenimenti conseguenti, quando gli stati euoropei, in cambio della "pace", regalarono a hitler la Cecoslovacchia.
Io spero che la nuova Europa non permetta una nuova Monaco a scapito di Israele e del suo popolo.
Roberto