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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 Belluno [:)]
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Sarah
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Inserito - 20/04/2004 :  15:55:06  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Sarah Invia un Messaggio Privato a Sarah

L'aria è lavata,dopo i muri di pioggia, di grigio che non sembravano mai andarsene.Il verde dei boschi è macchiato dal bianco della neve recente, il Piave fragoroso bagna e leviga i sassi,scorre verso la ricca piana fino alla Venezia sposa d'oriente.L'aria sa ancora d'inverno, ma i primi fiori di lillà si colorano nel sole.
Il campanile del Duomo, quasi abbagliante dal recente restauro, veglia col suo angelo sulla piazza di porfido.La vicina via Mezzaterra, budello medievale di vecchi palazzi, profuma al venerdì di "fugazze" appena sfornate, di gatti randagi. Le facciate delle case hanno i colori delle spezie,la porta Dojona è sempre buia.
La mia, la nostra Piazza, scritto, detto e pensato così ed in maiuscolo,è in realtà il Campedèl,semicerchio lastricato e mitico dove si teneva un tempo il mercato del bestiame, poi divenuto luogo di passeggio e mostra, salotto buono, occasione per scambiare le "do ciàcole", per arrossire ed ammirare,ammiccare e criticare.Drammatica testimone dell'esecuzione dei martiri che le cambiarono il nome, nel marzo del 45,impiccati dai tedeschi inferociti dalle sconfitte.
Luogo del comunicare, arte qui a Belluno forse esercitata con brusca parsimonia, ci manca la soavità gentile della bassa,ma con una certa ironia,che ora pare perduta.E' sì, perchè ora, il "Liston" dei nostri sabati di prima giovinezza, tanto agognati e attesi,è sempre deserto.Colpa della zona pedonale, dicono gli esasperati commercianti.Mah. La verità è che i ragazzi preferiscono "vedersi" al centro commerciale, smanettando febbrilmente sui telefonini, con la frangia sugli occhi e le scarpe da ginnastica griffate bene in mostra.Così,l'identità veneta del parlare e dell'"ombra"(il bicchier di vino)si sfalda,così muore il punto di incontro di questa piccola città dolomitica, isolata e un po' chiusa, tranquilla e operosa, civile e piena di silenzi, come vogliono le nostre montagne.
   
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