14/8/2004……. Buio geometrico
Si perdeva ogni pensiero
d’osservar tali lontananze
nel notturno volo sidereo
d’inumane ignorate distanze.E immerso nel buio degl’occhi
m’immaginavo un nero cielo
senza stelle e senza luci
immerso com’ero nel mio buio
e nel buio del Tuo creato.
Così venni a domandar
quale il motivo di tale grandezza
che Ti portò a far così grandi
e numerose le Tue opere?
E in quel duplice buio
una sol cosa potei rispondermi
un sol motivo potei trovare:
una sconfinata solitudine!
E tutto esplose dalle tue mani
fino all’infinito.
Ma riaprii gli occhi alle distanze immani
che le tue stelle ponevano nel finito
di ciò che sembra infinito.
E così rimasi finchè
il primo schiarir
della stella nostra vicina
agli occhi mi pose
le acque del lago
con gl’incerti riflessi di
triangolari monti che incontro
mi venivano, contro altre e diverse
angolazioni delle scie delle anatre
ad incrociar i monti.
Intanto il guizzar di pesci
creava cerchi in cerchi
E tutto questo figurar del moto
sulla tavola incerta d’innumerevoli onde
che tutto increspavano e luccicavano.
Eran come le stelle numerose
ma finivano in un esiguo laghetto
incalcolabili sì, ma pur sempre
non infinite.
Da quel buio a quel moto geometrico
un altro riflesso mi giunse
che di misurar fù cosa impossibile
tanto addentro alla creazione
Tu andasti che ora non è
possibil più trovar la fine e
lo stesso inizio di tanta opera.
Ma l’infinito lo ponesti
non fuori verso le stelle
ma interno verso le cose più piccole.
Alla Tua creatura di sapere
concedesti chiedendo
in cambio compagnia.
Invece ne hai avuto
vigliacco tradimento.
Azar 14/8/2004