Fabrizio Sgandurra
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Inserito - 29/10/2004 : 23:14:55
Dopo la birra, dopo le tue parole, dopo le preghiere che mi hai fatto da vera madre, tutto e' uguale a prima. Perche' nulla cambia, mentre ti guardo, mi scende la birra nell'esofago e tu mi fai vedere le lastre dell'ospedale, di malattia in malattia, non ti ascolto, ti guardo e vedo lo scheletro di poi. Perche' tutto e' vuoto, dentro di me. Perche' i calzini, me li metto da solo, perche' le sigarette le ho gettate da un mese, perche' la bicicletta non mi serve piu', come la macchina, come le scarpe, come i vestiti, come i libri, come l'orologio. STO' fermo, mentre mi parli e mi tocchi i capelli corti e unti di sudore, il mondo va' avanti. Accendi pure la luce, da vera madre, ma io vedo bene al buio, mentre c'e' silenzio e fuori ci sono le mie paure, di partire per sempre. Come le bottiglie bevute stasera, come i tuoi ricordi, mentre piangi papa', mentre piangi me, che non ti ascolto, che sto da solo, senza amici, senza moglie, senza la bimba, senza soldi, senza piu' lavoro, senza piu' un canale da memorizzare alla tivu', sono uno scheletro. Ciao mamma, parto domani, solita camicia, anfibi di dieci anni fa. Ciao mamma vado via da solo, alla ricerca del medico, alla ricerca di un'altra bottiglia di birra, quelle piccole , piccole, piccole, piccole.. Tanto tutto e' vuoto, tanto il sole e' caldo lo stesso, tanto le rette parallele non si incontrano mai, sempre vicine vicine, mai mai, mai mi innamorero' piu' di nessuna. Mai piu' il mio letto aspettera' piedi da scaldare, solo le mie foto, solo le mie foto, ti lascero' mamma, ora devo andare, e' tardi.
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