"Ma mancano ancora tre ore!", mi diceva ieri pomeriggio esasperato il mio Maestro di astrofotografia. "Lo so, ma metti che succeda qualcosa", cercavo di farlo ragionare io, "che so, che la metro sia dirottata come nel film Pelham 123 - Ostaggi in metropolitana, oppure che il tram si trovi di fronte un gigantesco gorilla come nel film King Kong o semplicemente sbarchino gli extraterrestri, arriveremmo tardi al museo della scienza per la serata di osservazione con i telescopi e senza di noi salterebbe tutta la serata come nel film ... be', qualche film catastrofico che adesso non mi ricordo".Devo essere stato convincente perché il mio Maestro ha indicato la sacca con i trenta chili di astro inseguitore, pesi e tutto l'armamentario e mi ha detto :"ok, allora tu ti carichi in spalla la sacca e spera che arriviamo in ritardo così non te la devi trasportare per tutte le ore di anticipo che userò per farti fare dieci volte il giro del quartiere di corsa".
E così mezz'ora dopo, due ore prima dell'apertura del portone dello spiazzo del museo in cui avremmo dovuto montare il nostro astro inseguitore, il mio Maestro mi portava in giro per il quartiere fermandosi a curiosare in ogni vetrina e a bere aperitivi in ogni locale, ovviamente senza concedermi di posare la sacca.
Finalmente l'ora fatidica è giunta e il mio Maestro si è impegnato, come al solito, ad aiutare tutti gli altri astrofotografi del nostro gruppo a montare i loro telescopi per metterli a disposizione dei visitatori nel corso della Notte dei Ricercatore. Ho approfittato per posare la sacca.
Infine il mio Maestro ha iniziato a montare il nostro strumento :"ci vorranno cinque minuti", ha assicurato e con le sue mani esperte la composizione dei pezzi ha cominciato a prendere forma. Fino al montaggio della macchina fotografica in cima. "Dov'è la piastra di collegamento, come mai non è nella sacca?". Tutti i presenti si sono di colpo arrestati sul posto. E tutti si messi a guardare me. "Ma io ...", ho balbettato, "forse la piastra è scivolata via mentre chiudevamo la cerniera della sacca ...". Per alcuni secondi è calato il gelo e io ho iniziato a rabbrividire come il protagonista del film Arctic - Sperduto tra i ghiacci.
"Ok, a te pensiamo dopo, adesso dobbiamo cercare una soluzione tecnica per permettere agli abitanti di questa città di vedere la Luna piena", il tono fermo e deciso del mio Maestro ha dato coraggio a tutti gli astrofotografi presenti, "lui troverà il modo", nessuno aveva dubbi che il mio Maestro avrebbe trovato la soluzione come fa sempre Tom Cruise nella serie Mission Impossible.
"Ho bisogno di questo pezzo e di quest'altro", chiedeva a tutti gli amici che si mettevano a frugare nei loro borsoni, ma il miracoloso pezzo non si trovava. La supervista del mio Maestro vagava per lo spiazzò e si fermò su una sbarretta avvitata su uno dei telescopi. "Ho bisogno di quella", ma il proprietario rispose :"ok, io ho la sbarretta che ti serve per salvare la serata e il divertimento dei cittadini della metropoli, ma cosa ci guadagno?".
Per diversi minuti hanno contrattato, come nei film ambientati nel Gran Bazar di Istanbul fino a che si sono messi d'accordo tra le acclamazioni di tutti i presenti :"ok, dopo la serata vendiamo lui ai mercanti di schiavi del golfo e ci dividiamo gli utili". Quel lui ero io.
E così il genio del mio Maestro ha rapidamente risolto il problema proprio poco prima dell'apertura del portone dello spiazzo del museo e del riversarsi dentro di centinaia di persone che sono rimaste avvinte fino quasi a mezzanotte dallo spettacolo della Luna, di Giove, di Saturno e di un gran numero di nebulose e galassie. "Che bello, quanti giovani e quanti bambini", il mio Maestro sorrideva soddisfatto mentre scattava foto alla Luna. Ma la sorpresa doveva ancora arrivare :"Guardate, eccola!", e centinaia di occhi si sono alzati verso il cielo notturno :"la stazione spaziale!" e quel puntino luminoso che percorreva l'orbita è stata la ciliegina sulla torta di una serata memorabile dopo la quale tutti sono tornati alle loro case a sognare stelle e universi.
Non tutti. Vi sto scrivendo queste note dal deserto, è notte e qui non ci sono i lampioni e in cielo lo spettacolo della Via Lattea lascia senza fiato. Sono fuggito dalla nave dei mercanti di schiavi che mi stanno inseguendo. Hanno chiesto a chi mi ha venduto di aiutarli a cercarmi, sono ricercato da mezzo mondo. Metto questo scritto in una bottiglia e la lancio dalla scogliera sabbiosa che piomba nell'oceano. Chissà se mai qualcuno la raccoglierà. Adesso devo correre via, nascondermi.
Dalla Notte del Ricercatore, alla notte del ricercato.
Roberto Mahlab