Roberto Mahlab
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Inserito - 04/02/2003 : 23:19:46
Dalla redazione: Riceviamo da uno dei nostri corrispondenti dal Medio Oriente la seguente analisi che volentieri pubblichiamo. Il Sarto di Panama ci scrive: -------------------------------------------- Supponiamo che... il 5 febbraio venga rivelato che le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein circolano su supporti mobili. Il dittatore dovrebbe scegliere tra piegarsi alle verifiche delle Nazioni Unite, visto che non deve rispondere ad una opinione pubblica, e guadagnare tempo, oppure continuare a sfidare il mondo. Supponiamo che ai gruppi terroristici venga dato il via in tutto il mondo, il loro obiettivo non e' ovviamente una vittoria militare sul campo, ma un attentato o una serie di attentati spettacolari, in grado, secondo la loro immaginazione, di mettere in ginocchio l'occidente, come pensavano sarebbe avvenuto decapitando l'America con l'attacco a New York e a Washington. Supponiamo che i paesi dell'alleanza democratica appoggino gli Stati Uniti nel loro lento procedere all'interno dell'Irak, partendo dalle basi che gia' hanno creato nel nord del paese, all'interno del paese. Gli iracheni moriranno per il loro despota? Gli sciiti al sud e i curdi al nord, circa l'ottanta percento della popolazione, non hanno nessun interesse a farlo, anzi hanno fornito uomini all'opposizione interna. La tribu' di Takrit, da cui provengono Saddam e i suoi pretoriani, ha in passato eliminato ogni concorrenza al potere centrale, ma la corruzione vi e' sempre imperata e il dittatore non puo' avere la certezza assoluta che non ne sara' tradito. Dopo l'implosione del regime di saddam e l'avvento di una condivisione del potere in Irak, acuira' le sue difficolta' il regime dittatoriale di Damasco, pressato dagli intellettuali del paese, si moltiplicheranno anche le pressioni affinche' gli occupanti siriani lascino il Libano, le trattative di pace tra Israele e la nuova autorita' palestinese porteranno al riavvio di colloqui di pace, esattamente quanto stava per succedere prima della disgraziata scelta di guerra di Arafat di due anni fa. In Iran gli studenti scenderanno in piazza per il primo 68 di un paese islamico, la scelta delle giovani generazioni non sara' piu' tra estremismo religioso e dittatura, tipico dei paesi del Medio Oriente, ma tra oscurantismo e democrazia. Sara' l'inzio di un vento di rinnovamento che richiedera' pero' una generazione ad espandersi in tutta l'area, sara' opera di una nuova generazione a cui le cadute dittature non avranno potuto impedire di studiare.Il Sarto di Panama, dal Medio Oriente ---------------------------
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