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 Una storia davvero strana
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luisa camponesco
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Inserito - 25/05/2003 :  18:27:46  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

I fatti che stò per narrarvi sono realmente accaduti, ma sono stati cambiati i nomi dei personaggi e il luogo dove si sono svolti.
Era l'estate del 1976, un luglio particolarmente afoso, Miriam e i suoi amici avevano prenotato la loro vacanza in un albeergo della Val Seriana. Erano tutti molto entusiasti all'idea di trascorrere un mese in mezzo ai boschi, alla natura , in tranquillità e soprattutto al fresco.
Partirono di mattina con quella eccitazione che è preludio di ogni aspettativa. Durante il viaggio si cantava, rideva, qualche barzelletta e si discuteva su come organizzare le giornate e le serate. Arrivarono prima di mezzogiorno, ma la prima sorpresa non tardò, infatti l'albergatore tutto dispiaciuto disse che a causa di un disguido delle sei camere prenotate ce n'erano solo due, ma si affrettò a dire che una bella depandance era libera e tutta per loro. Certo la cosa non fece piacere a nessuno, ma ormai non era il caso di fare storie , erano tutti stanchi e affamati.
Dopo pranzo l'albergatore accompagnò la comitiva nelle loro nuove camere. L'edificio si trovava un pò discosto dall'albergo, in mezzo ai pini e al verde decisamente in una bella posizione e questo sollevò parecchio il morale, in definitiva non era andata poi così male. Le stanze erano belle e luminose, ma all'improvviso Miriam si sentì investita da uno strano vento freddo che la fece rabbrividire, ma fu questione di un'attimo:
- Miriam vieni a vedere che bel panorama e che belle camere, quale scegli? - Miriam scelse la stanza più vicina all'ingresso, non era un gran che ma in definitiva si trattava solo di una notte. Infatti il giorno dopo sarebbe arrivata Ornella , la sua compagna di camera e si sarebbero trasferite al piano superiore lasciando il piano terra ai ragazzi.
Il pomeriggio trascorse sereno, una bella passeggiata, alla sera tutti in discoteca. Verso mezzanotte si diressero tutti verso le loro stanze e Miriam chiusa la porta a chiave si distese beata fra le lenzuola fresche.
Si svegliò nel cuore della notte, udì il latrato lontano di un cane e all'improvviso un respiro pesante vicino al letto. Pensò subito ad uno scherzo dei ragazzi ma si ricordò di aver chiuso la porta a chiave. Percepì una lieve pressione sui piedi, il letto cominciò a muoversi, il respiro si trasformò in rantolo. Miriam raccolse tutto il suo coraggio e con la mano, lentamente, raggiunse il pulsante dell'abat-jour, pronta a lanciare un urlo sicura di una presenza nella stanza. Appena accesa la luce tutto cessò, non convinta e senza scendere dal letto perlustrò tutt'intorno, anche sotto il letto, poi controllò la porta , la finestra e anche l'armadio, tutto era in ordine. In preda ad una forte emozione aspettò l'alba con la luce accesa.
A colazione raccontò quanto successo durante la notte, tutti si misero a ridere e la schernirono dicendo che aveva sognato. Quando uscirono per la passeggiata, una signora che era seduta ad un tavolo vicino e che aveva udito quanto detto fermò Miriam:
- davvero le è successo questo?
- sicuro non ho sognato
- allora è tornato - e si allontanò fumando una sigaretta
- tornato chi? - urlò Miriam, ma la donna non rispose.
La sera successiva Miriam traslocò al piano superiore, Ornella sarebbe arrivata il giorno dopo con Virginia , un'altra del gruppo, ma sarebbe rimasta sola anche quella notte. Con la luce accesa attese l'alba, non successe nulla. A colazione i soliti burloni:
-allora hai sentito ancora il tuo fantasma ? - e giù risate.
Ornella e Virginia arrivarono nel pomeriggio e Miriam le accompagnò nelle camere, ma si guardò bene dal dire cosa era successo. La serata trascorse in discoteca e tutti si divertirono molto, ma quando Miriam e Ornella rientrarono nella depandance, trovarono Virginia sul corridoio, molto arrabbiata:
- insomma volete smetterla di correre su e giù dalle scale?
- ma noi siamo appena arrivate? - rispose Ornella .
Miriam avvertì di nuovo quel senso di gelo lungo la schiena .
Nel cuore della notte fu svegliata da un latrare lontano di cane e di nuovo avvertì quel respiro affannoso nella stanza, ma stavolta non si mosse , una leggera pressione sui piedi e il letto incominciò a muoversi, poi ad un tratto un urlo e la luce accesa.
Ornella era seduta sul letto:
- qualcuno ha cercato di strapparmi il cuscino - in effetti il cuscino era per terra. Fu allora che Miriam raccontò l'esperienza precedente:
- se lo sapevo non sarei certo venuta - continuava a ripetere. Entrambe trascorsero il resto della notte sedute sul letto con la luce accesa.
Il mattino seguente uno dei ragazzi con la faccia spaventata disse:
- io me ne vado, qui non ci resto più - raccontò che la notte precedente tutte le luci del piano terra si accesero all'improvviso e tutti si ritrovarono senza lenzuola e coperta sul letto, come se all'improvviso fosse passata una bufera di vento.
- è inutile partire - disse Miriam - non succederà più
- come fai a saperlo? - chiesero - Non sapeva come spiegarlo, ma di una cosa era certa , non sarebbe più successo.
Decisero di darle retta e restarono, in effetti il resto della vacanza trascorse tranquillamente, l'unica conseguenza fù che nessuno venne più a fare le pulizie e rifare i letti. Tutti gli ospiti dell'albergo evitavano accuratamente di avvicinarsi alla depandance.
Arrivò anche l'ultimo giorno di vacanza, con un pò di malinconia, ognuno sarebbe tornato al proprio lavoro e comunque erano stati bene insieme. Miriam si voltò a guardare la casa, le finestre aperte sembravano orbite vuote e parevano sogghignare in attesa dei prossimi clienti, ma quell'estate del 1976 nessuno riuscì più a scordarsela.

   
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