Mercedes
Emerito
Italy
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Inserito - 03/06/2003 : 20:30:55
Aveva deciso di partecipare a quel ballo, quasi fosse un premio dopo tanti anni di assenza. Il vestito che aveva scelto lo reputava il migliore del suo guardaroba, anche se non era più aggiornata con la moda. Si trovava dinanzi al palazzo sfolgorante di luci, la gente entrava a coppie, ridendo e scherzando. Lei era sola, ma pensò tra se: "Ritroverò degli amici, ritroverò delle vecchie conoscenze. In fondo non può essere tutto troppo cambiato!" Salì la scalinata e si trovò in un grande salone dai soffitti decorati, dalle alte specchiere con volute dorate appesi alle pareti, camerieri in giacca bianca e tanti invitati in abiti sfarzosi- "Che buffo - pensò - questo che mi sembrava il migliore è modesto e fuori moda. Ho qualcosa che stona, ma in fondo la cosa non ha importanza. Sono venuta come desideravo a questo ballo." Scrollò le spalle e si accinse a percorrere una lunga galleria. Appoggiata ad una parete, vicino ad un grande quadro che raffigurava un gentiluomo in costume antico, vide una coppia di giovani che parlavano e ridacchiavano. Si sussurravano le frasi di sempre, con quella complicità gioiosa che si usa in queste feste. Piccoli segreti, piccoli flirts. Lo aveva fatto anche lei tanto tempo fa. Varcò la soglia del salone principale. L'orchestra era in un angolo a sinistra, i suonatori impeccabili nei loro vestiti, avevano un gran da fare a soffiare nei loro strumenti. Per la verità la musica le sembrò un pò caotica, stridente, forte. Certamente il tempo dei valtzer, degli "slow" languidi e lenti era finito, ora si usava così. Si guardò intorno cercando qualche volto amico, qualche ricordo, ma non ne vide. Tra tutta quella gente, signore ingioiellate, dalle pettinature simili ad impalcature, uomini con sparati bianchi, giovani sorridenti, non riconobbe nesseuno. Trovò un angolino libero, ua poltroncina ed un tavolinetto verde laccato a fiori, sedette. Aspettò che qualcuno la invitasse a ballare, ma sembrava che nessuno la notasse. Era come se lei non ci fosse. Osservò la sala, la gente e pensò: "Che sciocca sono stata a venire. Mi aspettavo di ritrovare un lembo del mio passato, un entusiasmo e un fascino che non ci sono più, che non provo più. C'è tanta gente e tanto vuoto." Si alzò. Il fruscio del suo vestito di seta si perse nel frastuono della sala. Ripercorse il corridoio. Ancora luci, gente, coppe di champagne, un buffet ricchissimo, ma non si fermò. Ad un certo punto le sembrò di vedere un viso conosciuto. Ma era impossibile, la ragazza era troppo giovane, assomigliava forse..... Ma no, impossibile. Forse era la figlia se non addirittura la nipote. Si mosse per domandare, poi si fermò titubante. Quella ragazza poteva non gradire la sua intrusione. Ma via, chiedere così! Meglio di no. Si avviò all'uscita, ridiscere la scalinata con la stessa leggerezza con la quale l'aveva salita, ma con più sollievo. Era come rinunciare definitivamente ad un mondo passato. Uscì fuori all'aperto e si avviò verso casa. Già, la sua casa non distava molto, e quattro passi le avrebbero fatto bene. Le vecchie strade di Roma le sembrarono assai silenziose, assorte, comprensive. Sentì nell'atmosfera che la circondava la complice serenità della notte. Percorse un lungo viale alberato, qua e la qualche luce brillava, piccoli cespugli nelle zone d'ombra sembravano sussurrare mossi dal vento leggero. In fondo a quel viale era la sua casa, si fermò dinanzi ad essa. Eh, si era ora di rientrare, quel permesso accordato stava per scadere. Sollevò gli occhi alla facciata. " Ma poi perchè - pensò - hanno scelto per me quella ridicola fotografia?" Si sedette sul basso gradino e guardando verso il cielo scuro si disse: "Io ho vissuto senza accorgermene, ho gurdato senza vedere. Ormai è tardi, la mia vita è qui. Chissà se potrò avere un'altra occasione come questa?" Si alzò, guardò ancora una volta la fotografia che era sulla lapide, sorrise e rientrò.Mercedesmarconi
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