Ma...era una di quelle storie che non hanno titolo.
Magari ci pensi, ma non riesci proprio a trovarlo.
Sentite che storia.La notte si stendeva a fissare le stelle, sul prato, su un prato sterminato, senza pensieri e realtà, piangeva.
Sai quei pianti lontani, un poco furiosi, quel pianto senza nome, così comune nella disperazione, circolare, di visi uguali, perchè il dolore è dolore per tutti.
Le lacrime si spezzavano, un formicolio si scaricava nella dita, l'erba profumava di giovane e si infrangeva lungo tutto il profilo del suo corpo, giocava di spicchi verdi, e sulle foglie gocce di granita gli rinfrescavano il collo.
Una goccia si schiuse appena sopra la tempia e si fuse con le sue lacrime. Le stelle brillarono sfolgoranti nel cielo e lui pianse più forte.
"Perchè io la voglio la libertà, la voglio nel ventre, negli occhi, che scorre nel sangue, che questo sia un cielo di stelle nel mio corpo e le lacrime siano le vittime del mio dolore..."
Così, uno vittima ci nasce.
Lui non è vittima, si convince. No, non lo è...
-Non lo sono--Non lo sono--e adesso lo urlo NONLOSONO--NONLOSONO--NOO NONLOSONOOO-
Padronedelmondo, pradronedistelle...No, non lo sono, eccome se non lo sono, SONO...SONOOOO,SONNOOO
-NO IL SONNO NO-
e schiavo di se stesso si addormentò...
Io ci provo a trovare un titolo, davvero...
ma alcune storie non ne hanno bisogno...
vivono lì, senza confini, senza confine...
senza senso eppure cariche di vita...
vita...
vita...
Shirin