La prima volta che la vide, fu in chiesa.
Era inginocchiata al primo banco con altre ragazze della sua età e, fra di loro. splendeva come un gioiello vero tra tanti falsi.
“Chi è quella ragazza?” chiese sottovoce al suo vicino.
“Chi? Quella col velo bianco?”
“Si, quella” rispose Beniamino Alinovi, senza smettere di guardarla.
“Ah, è Lina…..Carolina, la figlia di mastro Tommaso il calzolaio…
Non è robbe per Voi.” E, dopo averci riflettuto, continuò accompagnando le parole con un sospiro:
“Guardate quand’è belle la signorina Cettina, che tiene ‘na dote che va bene per Voi”Beniamino conosceva la signorina Cettina; figlia unica del ricco notaio del paese, era considerata da tutti, e senza tema di smentita in fatto di ricchezza, il miglior partito del circondario.
Soltanto che …Carolina comesichiamava , era un’altra cosa.
Il viso era delicato, il naso piccolo, con una bocca deliziosamente imbronciata che quando rideva, e rideva spesso, scopriva dei piccoli denti perfetti . Gli occhi poi, ….ah, gli occhi!, di un celeste pieno di pagliuzze dorate da cui traspariva la bellezza della sua anima innocente.
Beniamino era di nobile famiglia; benestante certo, ma non ricca, e i suoi genitori, che per farlo studiare a Roma avevano dovuto vendere una proprietà, ritenevano il matrimonio del loro unico figlio con la ricca Cettina, quasi un atto dovuto, a tacita riparazione delle spese sostenute per farlo diventare avvocato.
Ma il cuore….mai il cuore ha dato buoni consigli ad un innamorato;e neanche Beniamino si sottrasse alla regola ed un giorno, complice un maggio profumato,riuscì ad avvicinare Carolina.
Più che avvicinare, fu un incontro che segnò per sempre la sua vita.
Mentre i preparativi del fidanzamento con Cettina venivano tessuti da una serie di visite di cortesia, feste da ballo, Beniamino venne mandato a Roma ad acquistare un degno pegno d’amore per Cettina.
Non un anello, in quanto era stabilito che per la circostanza, seguendo la tradizione di generazioni, dovesse essere usato il diamante della nonna Alinovi.
A Roma Beniamino, pensando naturalmente agli occhi di Carolina, acquistò un paio di orecchini con delle pietre di acquamarina.
Beniamino era un bel ragazzo, sapeva parlare e, l’occasione per regalare a Carolina i preziosi orecchini, fu presto trovata.
Trovò, in verità, anche il tempo per fare tante altre cose: mandare a monte il fidanzamento con Cettina, essere ripudiato dalla famiglia, cambiare paese, accontentarsi di un lavoro come aiuto cancelliere, fare un paio di figli.
Belli, come il sole, con gli occhi celesti come gli orecchini di acquamarina che la loro mamma portava sempre.
Anche quando l’ho conosciuta io.