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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 IL BUIO DI UNO SPECCHIO
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elisabetta
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Inserito - 28/07/2004 :  19:46:56  Mostra Profilo  Visita la Homepage di elisabetta Invia un Messaggio Privato a elisabetta
Piacersi... odiarsi... ad una donna capita di passare davanti ad uno specchio e di guardarsi... ma non solo di osservare il proprio aspetto esteriore... ma di tentare di scrutare dentro il proprio io profondo... per vedere se sta bene in compagnia di se stessa...

lei era pensierosa quella sera seduta sulla poltrona azzurra. era proprio davanti al grande specchio dalla cornice dorata... quello che le aveva lasciato sua nonna... l’unica cosa che le aveva lasciato.
si guardava. si osservava. rifletteva sul perchè di tanto malessere. di tanto dolore e di tutta quell’ansia che per anni aveva covato dentro se stessa e che ora era costretta a tirare fuori...
ma quello specchio non era uno specchio qualunque... quando si guardava là dentro - complice il passato della sua famiglia - si guardava nell’anima...
si era detestata per anni passando là davanti... per gran parte della propria vita non aveva creduto in se stessa nè fisicamente nè intellettualmente... si era sempre sottovalutata nonostante il parere delle persone che la circondavano e che le volevano bene. delle persone che la sostenevano nelle difficoltà... e che dicevano che lei non aveva subito grandi sconfitte in fondo... a parte la morte di suo padre che ricordava appena e da cui si era sentita abbandonata...
aveva tentato per molti anni di coprire la propria emotività e la propria sensibilità ed anche il suo essere donna... da adolescente aveva lottato per piacere agli altri fingendo poi di piacere anche a se stessa...
poi era diventata una donna. aveva avuto successo nello studio. nella vita. aveva avuto amici ed amiche... ma fino ad un certo giorno... quando... quando qualcosa era cambiato nella sua mente... qualcosa si era rotto nella sua anima... e l’ansia si era impadronita di lei... ed aveva cominciato a vomitare sempre più spesso anche solo per una parola detta col tono sbagliato...
quasi ogni giorno svuotava la sua anima dall’ansia in quel modo... era l’unico modo che lei conoscesse... che la sua mente comprendesse ed accettasse... e che il suo corpo non rifiutasse... accadeva ogni volta che si sentiva sola... anche se in fondo non lo era... ma dentro di sè questa ossessione della solitudine... questa paura di esistere... di restare da sola... di essere abbandonata... di non essere amata... tutte queste paure la facevano piangere silenziosamente nel buio della notte... le impedivano di uscire dalla casa che un tempo aveva amato e che poi aveva iniziato ad odiare... quelle quattro mura che la difendevano dall’esterno ma che la allontanavano sempre di più dagli altri...
e poi aveva smesso di passare davanti a quello specchio perchè sua nonna - sopravvissuta alla Shoà - le sarebbe apparsa sgridandola dal di là di quell’immagine sbiadita che vedeva di se stessa. l’avrebbe costretta a vivere e a lottare... come lei aveva fatto in quel passato così buio ed oscuro...
ed un giorno l’uomo della sua vita l’aveva lasciata perchè non la capiva più... perchè era tanto triste starle accanto... ma forse era lei che non era più se stessa... che non era più la donna allegra e con la voglia di vivere di un tempo... lei piangeva ora guardandosi dentro quello specchio.
ma quel dolore era stato talmente forte ed intenso che aveva capito che doveva chiedere aiuto. un giorno aveva avuto la forza di dire a se stessa che doveva uscire da quella sofferenza indicibile che solo lei sentiva e che chi le stava accanto non vedeva.
e solo il dolore di essere abbandonata del tutto da chi lei amava con tutta se stessa le diede la forza di guardarsi di nuovo in quello specchio e di rincominciare a credere di poter ritrovare se stessa... di poter ricostruire se stessa... di ricominciare a vivere... e non solo a sopravvivere per gli altri... e di ricominciare ad amare... la cosa più difficile in quel momento per lei...
prima tutto era caos e disordine attorno a lei... i libri ovunque... i vestiti ovunque... non le importava se tutto attorno a lei era fuori posto... perchè lei stessa si sentiva fuori posto... si era smarrita nella depressione e nell’ansia... questo le era accaduto.
ed ora due anni dopo era seduta su quella poltrona azzurra e si stava guardando nello specchio della nonna. riusciva di nuovo a farlo. i suoi capelli un tempo sempre spettinati ora erano a posto... ora non si vestiva solo di nero come prima... qualche piccola macchia di colore era apparsa nel suo modo di vestire... ora almeno tentava di badare a se stessa... era cresciutae finalmente a più di quarant’anni non si lasciava più vivere...
era lì seduta sulla poltrona azzurra nel silenzio della sera... e squillò il telefono all’improvviso... era lui. forse un giorno lui sarebbe ritornato da lei... la avrebbe amata di nuovo come lei non aveva mai smesso di fare... e la sua era ogni giorno una dura battaglia per questo amore così profondo che tentava ancora di difendere dagli altri... da chi le diceva di dimenticarlo... di lasciarlo andare...
ma ora dopo settimane e mesi ed anni di terapia e di medicine aveva una speranza...
ora guardandosi allo specchio poteva dire a se stessa per la prima volta nella sua vita “ti voglio bene amica mia”...

elisabetta

   
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