Spume chiare
d’acque tiepide,
vesti languide di ricami,
sospiri sommessi,
settembrini.
Autunno di promesse
disseminate ovunque,
negli atomi, nelle particelle,
nei microbi, accovacciate
sotto l’ala dei gabbiani
che sostano il cielo,
incubatrici impermeabili,
imperturbabili dei pensieri
figli miei e tuoi
che nasceranno domani…
Saprò che è l’ora,
quando le mie alate
e pennute puerpere
faranno tuonare le ugole
saturando l’aria
con il doloroso grido
delle partorienti.
Io…
mi concederò all’inverno,
al fuoco del camino,
aspetterò!
Obbligando le mani
alla preparazione delle vesti
con cui coprire le speranze
della nostra progenie...
Aspetterò!
(Marilina Frasci)
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