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 Ritorno a Green Village
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luisa camponesco
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Ritorno a Green Village

Il treno si fermò nella piccola stazione, erano le 11 e 45, era finalmente tornata, solo in quel momento Eleonor si accorse di quanto le fosse mancato. Era stata lontana parecchio tempo e si domandava quali cambiamenti avrebbe trovato.
- Signora Barner, signora Barner, sono qui! - Eleonor riconobbe Betty, la moglie di Ben
- Oh Betty come sono felice di vederti – Eleonor l’abbracciò – ora sono un po’ stanca ma esigo essere informata su quanto è accaduto qui durante la mia assenza.
- Mi creda Eleonor ne sentirà parecchie di novità
- Ma prima di tutto voglio sapere come stà Ben e i ragazzi – Eleonor era impaziente
- Ben è stato promosso, ora è capo della Polizia e i ragazzi, non sono più tanto ragazzi – rispose Betty sorridendo – gli anni sono passati anche qui.
Eleonor fece per prendere il bagaglio ma Betty la precedette e caricò tutto nella sua macchina.
Durante il tragitto mentre Betty la metteva al corrente degli ultimi avvenimenti, Eleonor guardava dal finestrino il paesaggio noto e tanto caro. Quella verde campagna inglese interrotta dalle colline e la sua aria carica di profumi. Respirò profondamente e ne assaporò il gusto, era felice d’essere tornata e subito qualcosa attrasse la sua attenzione.
- Il castello di lord Galvert è abitato?
- Ah si ! la nipote lady Alessandra lo ha ereditato.
- Ereditato? Allora lord Galvert è morto?
- E’ successo tre mesi fa nel suo palazzo di Londra
- Ma è incredibile, ha sempre avuto una salute di ferro!
- Infatti la notizia della sua morte ci ha colti tutti di sorpresa.
La mente della donna era in fermento e Betty se ne accorse
- Scommetto che la cosa la insospettisce, ma mi creda è morto di morte naturale, comunque Ben le darà maggiori informazioni.
Eleonor si rilassò
- Credo proprio che domani andrò a porgere le mie condoglianze a lady Alessandra.
Rivedere il proprio cottage la commosse, il giardino era in ordine e l’edera aveva decorato i muri .
- Ci abbiamo pensato io e Ben a togliere le erbacce, con l’aiuto dei ragazzi
Un’espressione di gratitudine si disegnò sul volto dell’anziana maestra mentre scendeva dall’auto.
- L’aspettiamo per l’ora di cena – disse Betty mentre toglieva le valigie dal bagagliaio.
- Grazie Betty ci sarò
Tornare a casa, che bella sensazione, spalancò subito le finestre, tolse i panni bianchi che coprivano i mobili e le parve di non essere mai partita.
Quella sera in casa di Ben e Betty l’atmosfera era serena, si parlava di avvenimenti lieti e di quelli un po’ meno.
- Mi è spiaciuto molto sapere di lord Galvert – disse ad un tratto Eleonor con noncuranza mentre finiva il suo dessert – domani andrò al castello
Ben, ormai la conosceva bene e sapeva che qualcosa la disturbava in quella morte improvvisa
- Non c’è nessun mistero mi creda.
- Mmm, fatta l’autopsia?
- Non c’era motivo e poi è stato cremato, Eleonor lei è appena tornata dopo molto tempo si prenda una vacanza vedrà si sentirà meglio. – Ben si mostrò preoccupato
La donna gli sorrise rassicurante, ma stava già meditando cosa fare.
Dormì poco quella notte presa da mille pensieri, non voleva dare l’impressione di essere una vecchia signora sospettosa ma agire non naturalezza. Si addormentò verso l’alba.
Nella mattinata del giorno seguente, dopo aver scelto con cura l’abito, si diresse verso il castello Galvert.
Il castello era circondato da un ampio parco e un bosco era alle sue spalle. Si affacciò alla mente di Eleonor il ricordo di lord Arthur. Si erano incontrati molti anni prima, quando erano ancora giovani. Arthur passeggiava sul sentiero che costeggiava la tenuta, quando i suoi cani si misero ad abbaiare. Da ragazza spesso attraversava la proprietà Galvert, in questo modo accorciava di parecchio la strada che portava al villaggio, ma quel giorno non pensava certo di incontrare il proprietario. Si era spaventata all’arrivo degli animali, ma Arthur li fece quietare, incominciò così la loro amicizia e se non fosse stato per le differenze sociali sarebbe sfociata in un bel sentimento d’amore. Questo era uno dei motivi che la spingevano ad indagare sulla sua morte. Fece un profondo respiro e attraversò la grande cancellata. Un custode le venne subito incontro
- Sono Eleonor Barner, sono venuta porgere le mie condoglianze a lady Alessandra
- So bene chi è lei – ripose l’uomo – lei non si rammenta ma sono stato suo alunno.
Strizzò un po’ gli occhi e poi…
- Geremia Lowell, vero?? Portavi le lucertole in classe per far spaventare le bambine
- Caspita che memoria! – il custode era sbalordito – venga la accompagno da lady Alessandra
Percorsero un vialetto che conduceva alla serra che sorgeva sul lato est del castello, Eleonor la conosceva bene, si era incontrata spesso in quel luogo con Arthur, il ricordo le fece male.
- Lady Alessandra – chiamò Geremia – c’è una visita per lei
- Vengo subito – rispose
Poco dopo la vide apparire, non aveva nulla della bellezza fiera dei Galvert, era piccola e insignificante.
- Credo di sapere chi è lei – disse porgendo la mano – lei conosceva mio nonno Arthur
- Sono venuta per questo, per dirle quanto sono dispiaciuta …
- La ringrazio, mio nonno era ben voluto da tutti nel villaggio, ecco perché mi rincresce molto mettere in vendita il castello.
- Vuole vendere il castello? – Eleonor era stupita
- Veramente io non vorrei, ma il mio fidanzato pensa che per noi sarebbe meglio vivere in un palazzo a Londra, il suo lavoro si svolge là
- Che lavoro svolge il suo fidanzato? Oh ! scusi l’impertinenza, finga che non le abbia chiesto nulla
- Non si preoccupi – un mesto sorriso le apparve sul volto – il mio fidanzato è un agente di borsa.
Eleonor finse disinteresse per la precisazione invece lo mostrò per la serra.
- Vedo che ben tenuta complimenti!
- Tutto merito di Douglas, il mio fidanzato, ha l’hobby della botanica. Ma prego si accomodi pure.
C’erano varie qualità di rose, di viole, gerani dei più disparati colori.
- Douglas si diverte a fare innesti e creare una nuova specie
- Ma non potrà farlo se andrete a vivere a Londra – Eleonor si morse la lingua, poi notò che una parte della serra era chiusa da una porta in vetro non trasparente.
- E di là cosa stà coltivando?
- Non saprei non permette a nessuno di entrare tranne che al custode, dice che sarà un sorpresa
In quell’istante Geremia chiamò Alessandra
- Mi voglia scusare, torno subito
L’occasione era chiotta, un invito irresistibile, infatti non aspettò un instante ma con grande sorpresa la porta era chiusa con un chiavistello. Stava pensando a quanto fosse insolito questo fatto quando Geremia la chiamò.
- Signora Barner è ancora qui?
- Si Geremia, venga ho una cosa da chiederle.
- Mi dica!
- Come mai questa porta è chiusa? C’è un motivo particolare?
- Ho capito, vuole vedere cosa nasconde. Non dovrei farlo, rischio il lavoro, ma devo controllare il grado d’umidità secondo gli ordini del signor Douglas, quindi sarò molto occupato e distrattamente posso aver lasciato per un minuto la porta aperta .
Eleonor non chiedeva altro, le bastava quel minuto. Appena Geremia aprì la porta, una folata di aria calda e umida li investì creando un certo disagio. L’interno era una vera foresta, molte erano piante esotiche di cui non conosceva il nome. Passeggiò un po’ tra le varie aiuole mentre il custode controllava il termostato, pensava già di aver preso un abbaglio quando la sua attenzione fu attirata da alcuni vasi di digitalis purpurea, pianta usata in farmacologia per le malattie cardiache, in particolare i semi e le parti verdi sono da considerarsi velenosi. Ma le sorprese non erano finite un po’ più in là, in vasche rettangolari crescevano funghi, l’amanita verna. Amanita phalloides ed altri altamente tossici, in particolare l’amanita phalloides poteva essere scambiata per l’ovulo buono ancora racchiuso nella sua volva, ma una volta ingerita avrebbe causato gravi problemi gastrointestinali se non addirittura la morte.
Ma allora a che scopo coltivarli? Presa da questi dubbi si apprestò a lasciare la serra.
- Geremia, dica a lady Alessandra che un improvviso impegno mi costringe a tornare a casa e mi scuso con lei, ma che tornerò presto a trovarla.
- Stia tranquilla signora Barner. Riferirò!
Nella mente di Eleonor c’era un turbinio di pensieri, il suo intuito le diceva che qualcosa di terribile stava per accadere, doveva assolutamente fare qualcosa.
Appena giunta a casa fece una telefonata
- Simon? Simon Tyler ? sono Eleonor Barner
- Eleonorrr ma che piacere sentirti! Dimmi un po’ sei sempre a Green Village?
- Certo Simon, ti chiedo scusa se passo subito al nocciolo della questione, ma credimi è della massima importanza – si udì un sospiro dall’altro capo del filo
- Va bene Eleonor dimmi cosa ti turba
- Immagino tu abbia saputo dell’improvvisa morte di Arthur. Oggi ho visto lady Alessandra, sai la nipote e mi ha detto di essere fidanzata con un certo Douglas agente di borsa. So di chiederti molto ma vorrei saperne di più su quest’uomo. Per ora non posso dirti molto, ma tu, con le tue conoscenze, sono sicura saprai raccogliere le informazioni necessarie.
- Ho preso nota Eleonor ti chiamerò appena so qualcosa, ma tu mi devi una cena e una crostata di mirtilli
- Tutte le crostate che desideri.
Dopo aver posato il ricevitore si sentì meglio ora non le rimaneva che attendere, era sicura che Simon avrebbe ottenuto quelle informazioni in fondo era un membro dell’Intelligence, nell’attesa si fece una cultura su veleni e antidoti.
Simon la chiamò a notte inoltrata
- Scusa Eleonor se ti ho svegliata, ma ho avuto una riunione con il Primo Ministro e ho fatto tardi
- Non importa va bene così. Dimmi cosa hai saputo – l’ansia della donna era palpabile
- Il nostro giovanotto è un tipo interessante. È indebitato fino al collo per una speculazione sbagliata e inoltre è stato sospettato in un caso d’omicidio, ma erano solo prove indiziarie e il suo avvocato ha fatto il resto . Scotland Yard però non ha mai chiuso il caso.
- Chi era la vittima?
- La vecchia zia. Lui era l’unico nipote ha ereditato un patrimonio che ha sperperato in un anno
- Come è morta?
- Pare avesse mangiato funghi, ma quando il nipote l’ha soccorsa era troppo tardi. Sai Eleonor tu mi hai molto incuriosito e quando mi hai chiesto del fidanzato di Alessandra ho approfondito l’indagine, così ho scoperto che le ha fatto sottoscrivere un documento nel quale risulterebbe essere erede universale nel caso di una sua prematura dipartita. Siccome ti conosco bene è evidente che tu temi per l’incolumità della ragazza allora mi sono preso la briga di suggerire al mio amico, l’ispettor Hoffman, di venire a pescare trote nel laghetto di Green Village.
- Simon non so proprio come ringraziarti.
- Credimi Eleonor ti presenterò il conto – continuarono a chiacchierare e a ricordare i tempi passati.
Il giorno seguente Eleonor contattò Geremia raccomandandogli, senza dare troppe spiegazioni, di tenerla informata su qualsiasi stranezza avesse notato al castello.
Passò una settimana e non accadde nulla, meglio così, si disse. Verso sera squillò il telefono
- Signora Barner sono Geremia, mi aveva detto di chiamarla se vedevo qualcosa di strano…
- Ebbene????
- Ecco, il signor Douglas stasera ha dato libertà a tutti i domestici, me compreso, una cosa simile non era mai accaduta prima.
- Va bene Geremia ti ringrazio, vai pure a casa e non preoccuparti.
Il campanellino nella sua testa riprese a suonare, ora era tempo di agire. Si preparò in tutta fretta e si diresse verso il castello. Era tutto illuminato come se si stesse svolgendo una festa.
Eleonor lo osservava da dietro una siepe, quando un rumore di passi la fece sobbalzare, si girò di scatto.
- Non sa che è pericoloso uscire di sera? – l’ispettore Hoffman le si affiancò e la donna tirò un sospiro di sollievo
- Come faceva a sapere che ero qui?
- Semplice, la sto sorvegliando da qualche giorno. Allora cosa sta succedendo?
- Niente di buono credo.
Ed ecco all’improvviso aprirsi la porta d’ingresso un’ombra uscire frettolosa salire in macchina e partire in velocità.
- Dobbiamo muoverci adesso, prima che sia troppo tardi – Eleonor senza esitazione imboccò il viale che conduceva al castello, seguita dall’ispettore. Appena entrati…
- Lady Alessandra – chiamò con tutta la voce che aveva in corpo
- Lady Alessandra – fece eco l’ispettore
- Ispettore lei cerchi nel salone io vado nelle camere.
Nonostante l’età Eleonor salì velocemente le scale, ispezionò tutte le stanze e quando sentì un flebile lamento giungere da uno dei bagni si precipitò.
Alessandra era riversa al suolo col volto cianotico con evidente difficoltà respiratoria e delirava.
- Ispettore – chiamò – chiami subito un ambulanza faccia presto.
Nel frattempo si adoperò a soccorrere la giovane donna. Cercò qualcosa per coprirla poiché tremava, poi si guardo in giro. Una tazza mezza colma di tè era posata accanto, con un fazzoletto la raccolse e l’annusò, non aveva odore ma i sintomi di un avvelenamento erano evidenti. All’arrivo dell’ambulanza riferì i suoi sospetti poi insieme ad Hoffman ritornò nel bagno.
- Ecco ispettore, le suggerisco di far analizzare il contenuto di questo tè
L’ispettore mise in un contenitore la tazza e lo sigillò
- Le farò sapere al più presto
All’ospedale Eleonor chiese subito notizie di Alessandra
- Confermiamo l’avvelenamento da digitale, le abbiamo fatto una gastrolusi seguita da carbone attivo, in questo momento è sotto monitoraggio ECG. e potassiemia L’aritmia cardiaca è sotto controllo. Ce la farà, l’abbiamo presa in tempo – il medico assunse un’espressione soddisfatta
- Sia ringraziato Dio – anche Eleonor era soddisfatta, almeno Alessandra era salva, ma i conti non erano ancora chiusi
Qualche giorno dopo l’ispettore le comunicò che sulla tazza erano presenti impronte anche del fidanzato.
- E’ stato emesso un ordine di cattura, questa volta lo prenderemo. Ma qualcuno dovrà spiegare a lady Alessandra l’accaduto.
- A questo ci penso io – rispose Eleonor – e sarà una cosa difficile, speriamo capisca.
Posato il ricevitore, si guardò attorno, accarezzò con sguardo le cose amate e poi si disse ad alta voce:
- Bentornata Eleonor Barner, bentornata a Green Village.

   
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