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Sarah e Lev

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Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: marcello ravasio
Oggetto: Sarah e Lev
Inserito il: 30/12/2004 13:39:58
Messaggio:

spunto dal racconto:
il piano di Sarah
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La ditta Neumann&Stern,pianoforti e strumenti a fiato, era famosa.
L'ufficio piccolo e scuro si trovava in Getreidegasse, vicino al Kohlmarkt,nel quartiere ebraico di Vienna.Produceva i migliori pianoforti d'Europa,che fossero modesti e verticali, sontuosi a coda per le ville del IX Bezirk,elegantia mezza coda, magari marroni, con venature color cognac, i preferiti dalle ragazze giovani. La figlia di Neumann, Sarah, ne suonava uno.Sarah era minuta,con occhi a mandorla vedastri e la pelle di oliva, bruna d'estate e spenta d'autunno.Non amava particolarmente Vienna, fredda e cupa d'inverno,con la sua gente era così distante ed elitaria...

....e poi dopo l'annessione da parte della Germania di Hitler, l'atteggiamento
della gente nei loro confronti era cambiato: sprezzanti . beffardi, offensivi,
violenti.
Le amiche di un tempo avevano cominciato ad evitarla, e, quando le salutava , vedeva nei loro occhi lo sguardo indifferente di chi la considerava come morta !
Per la citta', oramai in mano alle squadracce nazi, le aggressioni agli ebrei, erano all'ordine del giorno e, la polizia, guardandosi bene dall'intervenire, in alcuni casi, arrestava le stesse vittime, con l'accusa di fomentare disordini.
Tutti i giorni si sentivano e vedevano manifesti sui muri, incitanti la
popolazione ad escludere gli ebrei da tutto, dagli affari, dalla vita sociale, dalla politica, a non
considerarli neppure esseri umani.
A tal proposito fior di scienziati, con lunghe e dettagliate (da loro) teorie,
asserivano l'inferiorita' della razza ebraica.
Sarah non si sentiva affatto inferiore a nessuno. Nella popolazione ebraica
di Vienna, c'erano scrittori, musicisti filosofi e abili ed invidiati uomini d'affari, tra i quali il Papa' di Sarah e il suo amico e socio Mr.Stern che, fortunatamente , godevano ancora di un minimo di protezione a causa di forniture di strumenti musicali a casa del potente Von Schirach
Baldur spietato governatore di Vienna. Erano gli unici Ebrei autorizzati
a non esporre la stella di David sugli indumenti.
Il figlio del signor Stern, Lev, era invece un violinista di eccezionale talento, aveva gli occhiali ed una bocca sensuale, le mani quadre e forti, un naso incisivo.
Con Sarah , erano come fratello e sorella, amici da sempre , uniti dall'amore
per la musica e la meraviglia dello studio dei testi sacri in Sinagoga.

Fu uno strepitoso successo il loro concerto per la fine dello Yom-Kippur
nel 1935 , dove in un' affollatissima sala del teatro del quartiere ebraico,eseguirono
il concerto di Bach per violino e pianoforte in MI-MAJOR e, mentre suonavano
Lev le guardava gli occhi e le labbra, suonava con lei nel tempo del vortice,
nel vortice dei suoi sensi e nel ritmo del suo cuore, i loro corpi e le
loro anime, si fondevano in un unico organismo vivente, dove , lasciate
fuori dalla sala le barbarie umane, si fondevanno con le stelle e galassie del firmamento osannando insieme ad esse la gloria del Creatore.
Ma a Sarah non sfuggivano le sparizioni di amici e parenti, sequestrati
dalla polizia e consegnati alle SS, che li raccoglieva nella grande scalo
merci della stazione di Vienna, per espellerli, dopo averli depredati di
tutto, alla volta della Cecoslovacchia, in una terra di nessuno, dove le
stesse autorita' polacche, li respingevano per non avere problemi con la
germania nazista, costringendoli a condizioni di vita miserevoli.
Durante una di queste retate, Lev, si trovo' ad assistere impotente all'uccisione
a sangue freddo e della sua adorata mamma Rachel, in mezzo ad una folle
sghignazzante di indifferenti complici degli assassini.

Lev si chiuse in camera sua per giorni e non volle vedere nessuno, senza
mangiare ne' dormire.
Sarah, preoccupata che il dolore l'avesse reso folle, si armo' di coraggio
e spalanco' la porta, ben decisa a riportarlo alla vita a riportarlo da Lei.
Lev sedeva per terra ,con le spalle appoggiate al letto, rivolte verso la
finestra, da dove si vedeva un cielo stranamente terso e luminoso, a dispetto
del fango e della morte presenti giu' nella strada .
Spettinato, la faccia gonfia ed inespressiva ancora piena di pianto, il
violino era fracassato in un angolo, e la sua bocca emetteva un suono terribile, un pianto misto ad un ringhio di lupo ferito.
Senza esitazioni Sarah si chino' verso di lui e stringendolo a se', comincio'
ad accarezzargli i capelli, proprio come vedeva sempre fare da Rachel, quando
Lev tornava a casa scuro in volto, per qualche disavventura subita fuori
casa.
Ci volle un giorno ed una notte intera, perche' Lev ritornasse nel suo corpo
e cervello, e fu felice di sentire accanto a se' la presenza tiepida e rassicurante
della dolce Sarah.
"Sweety" le sussurro' ubriacandosi nei suoi occhi a mandorla vedastri
, dobbiamo convincere i ns genitori e parenti, a fuggire da questo inferno
finche' lo possiamo fare, se non e' gia' troppo tardi !!
La sera si riunirono tutte e due le famiglie in casa dei Neumann, e tutti
i presenti si trovarono d accordo sulla necessita di partire e raggiungere
New York quanto prima, essendoci colà un numeroso gruppo di parenti
ed amici, emigrati fin dall avvento al potere in Germania di Hitler.

Si decise di far partire per prima , Sarah e Lev, poi, sistemate le cose
alla Neumann&Stern, li avrebbero raggiunti tutti quanti,
certi dell aiuto del gerarca di Vienna che li aveva protetti sino ad allora.
Era in programma il trasferimento per nave di una partita di pianoforti , sicuramente l ultimo, dal magazzino della filiale di Trieste, per New York programmato per il 10 novembre 1938.


Dal porto di Trieste infatti, partivano le navi per l'America, pianoforti
per le case dell'East Lower Side,per le sale da concerto e le bianche tenute
del sud.
A Trieste li aspettava il fedele impiegato dell azienda un certo Benito Alessi che, anche se inscritto al partito fascista, si era sempre dimostrato fedele e fidato nei loro confronti, nonostante la situazione a Trieste, dopo l emanazione delle Leggi Razziali dell ottobre del 1938, stava deteriorandosi
sempre di più Infatti, dopo l annessione nazista dell Austria, le intimidazioni verso
gli Ebrei, da parte dei fascisti universitari, aizzati dai giornali sostenuti
dal consolato germanico, erano in continuo aumento e, con i posti da professionisti resi liberi dai provvedimenti razziali che portarono alla decapitazione della classe dirigente triestina nella banche,
assicurazioni, compagnie traffico e navigazione, al furto seguente di gran parte delle imprese e industrie di proprieta ebraiche date in gestione a veri e propri profittatori che se ne impossessarono completamente.
La Neumann&Stern, si era sino ad allora salvata, grazie alla fama e alla
protezione del gerarca SS di Vienna.
Partirono dunque i due ragazzi la mattina del 9 novembre 1938 con dei lasciapassare
tedeschi, dalla stazione di St.Georgen.
Dal loro treno fermo, vicino ai primi binari dello scalo merci, videro arrivare
un convoglio ferroviario internazionale, il quale era destinato al Lager
di Gusen ed alla stazione le SS mezz ora prima dell arrivo del convoglio,
avevano bloccato tutte le uscite .
Dopo l arrivo del convoglio, le porte vennero spalancate dalle SS e vennero
fatti cadere fuori i corpi senza vita delle persone decedute, mentre i sopravvissuti
imploravano acqua o da mangiare, o supplicavano per essere riuniti ai loro
cari, chiusi su chissa quali altri vagoni.
Le SS con i calci dei fucili e bastonate, ricacciarono tutti all interno
dei carri, le porte vennero chiuse nuovamente sui visi di quei disgraziati
e il convoglio riparti fino al KL di Gusen dove esisteva gia le cava di
pietra destinata per i nuovi dannati, il "Wienergraben" era infatti il complesso
delle cave di pietra dove era prodotto il granito per la città di Vienna.
Sarah e Lev, paralizzati dallo sgomento, sedevano immobili nello scompartimento,
mentre gli altri passeggeri, commentavano con disprezzo e soddisfazione,
il trattamento riservato ai nemici del Reich, prima fra tutti gli Ebrei.
Arrivarono la sera tardi e Trieste brillava, sospesa nel gelido vento di
bora sul mare grigiazzurro, increspato di spuma leggera e salmastra. Il
freddo era dovunque.


Sarah scese dal treno, infagottata nel suo cappotto
blu con i bottoni d'oro, gli occhi impauriti non lasciavano un attimo le
spalle di Lev che la precedeva sulla banchina, verso l uscita.
L'indirizzo della filiale era su un foglio sgualcito, ma non avevano
idea di dove andare.
Chiesero quindi, non senza timore, a due ragazzi della milizia fascista,
indicazioni per raggiungere l ufficio.
Dopo averle fornite i due cominciarono a fare delle domande sul paese da
dove provenivano, chi erano e chiesero di vedere i documenti.
Lev intuito il pericolo comincio a rispondergli in tedesco con sicurezza
ed essendo i ragazzetti completamente analfabeti ed anche un poco storditi,
si sentirono in imbarazzo e smisero immediatamente l interrogatorio.
Lui prese anche la sua valigia, e senza parlare si diressero verso il
porto. Aspettarono l'imbarco per New York, nella notte nella sera inquieta
di stelle di ghiaccio.Sarah era sola con Levv. Lasciavano il loro giardino
in Mitteleuropa, la scuola, la casa grande e zeppa di libri, tutte la loro
famiglie.
Aveva freddo e paura. Parlò a Lev, in jiddisch. Lui la guardò a lungo, con
dolcezza e con il cuore stretto in una morsa le disse: "Parla italiano,
Sweety sai che è pericoloso", e si strinse nel cappotto, preoccupato di
non vedere ancora arrivare con i biglietti l Alessi.

Era oramai l'alba e infreddoliti e preoccupati si diressero verso l'ufficio, ma vennero bloccati subito da urla e rumori di vetri infranti:quella notte era cominciata la terribile "Kristall nicht", dove squadracce nazi fasciste e gran parte della popolazione, scatenarono un progrom di dimensioni europee dalla Germania , Austria e persino in Italia.
Era infatti morto a Parigi il console tedesco Ernst vom Rath, ferito a morte da un 17nne Ebreo Polacco, Herschel Grynzpan.... per vendicare la deportazione dei suoi genitori, nella terra di nessuno in Cecoslovacchia.
Cercarono di nascondersi in un magazzino di grano, ma vennero riconosciuti dai due ragazzi della milizia e, dopo essere stati selvaggiamente picchiati, vennero condotti
nelle cantine dell'ambasciata tedesca di Trieste, dove raggruppati con centinaia di Ebrei di Trieste, vennero portati alla stazione ferroviaria con destinazione Flossenburg, e senza immaginare che per loro trasporto veinva emesso un regolare biglietto di 3° classe.
Le ferrovie infatti chiedevano che tutti i prigionieri pagassero il costo del loro trasporto verso la morte. Benché le vittime venissero trasportate su carri bestiame le ferrovie tedesche calcolavano il prezzo dei biglietti in base alla tariffa passeggeri di terza classe. In termini pratici tutti gli ebrei trasportati nei campi vennero registrati per ragioni contabili come passeggeri di terza classe paganti un biglietto di sola andata. La tariffa era di 4 pfenning per chilometro percorso. I bambini al di sotto dei 10 anni pagavano 2 pfenning, quelli al di sotto dei 4 anni viaggiavano gratis. Quando il trasporto superva le 400 persone scattava la tariffa di gruppo di 2 pfenning a chilometro per tutti indipendentemente dall'età. Considerato che i trasporti di ebrei erano sempre superiori alle 400 persone le Ferrovie e i nazisti raggiunsero un accordo per applicare la tariffa di gruppo anche a trasporti numericamente inferiori. In caso di danneggiamento o insudiciamento dei vagoni (e considerando che tra il 5 ed il 10% dei prigionieri moriva lungo il viaggio la cosa accadeva spesso) i nazisti pagavano un supplemento per i danni.
Le ferrovie tedesche non fatturavano direttamente perché tutti i trasporti verso i campi di sterminio erano organizzati da una agenzia denominata "Agenzia di Viaggi dell'Europa Centrale" che emetteva i biglietti e si occupava della fatturazione.

Una volta arrivato a destinazione il trasporto, le ferrovie emettevano una fattura a Berlino che pagava il biglietto di sola andata per i prigionieri e di andata e ritorno per le SS che avevano scortato il treno. Il denaro per effettuare il pagamento veniva ricavato dal sequestro dei beni degli ebrei stessi. I treni che viaggiavano verso i campi di sterminio infatti non rientravano nell'orario ufficiale delle ferrovie e dovevano essere trattati dal punto di vista della burocrazia tedesca alla stessa stregua di treni speciali non periodici. Una volta ottenuto parere favorevole la richiesta di Novak (SS a capo dell’ufficio centrale responsabile della deportazione) veniva affidato ad un Sonderzuggruppe incaricato del coordinamento orario e del reperimento dei vagoni. Alla fine di questo processo interno i burocrati delle ferrovie rispondevano a Novak indicandogli gli orari di partenza, il luogo di partenza, l'orario di arrivo e le tariffe applicate. Novak a questo punto inviava al comando locale nazista l'ordine di arrestare un numero di ebrei sufficiente a riempire il treno. Il compito delle ferrovie terminava sulle banchine di Auschwitz e degli altri campi di sterminio quando i "passeggeri" venivano fatti scendere ed avviati alle camere a gas.
A Sarah e Lev, ammassati in mezzo ad altri 200 disgraziati nel carro bestiame verso l’ignoto, non rimase altro che affidare la loro vita a DIO pregando abbracciati con voce sommessa , ma con l’animo in pena per la sorte dei loro familiari intrappolati a Vienna, ignorando che nessuno di loro sarebbe sopravvissuto alla fine della guerra nel 1945.
Il viaggio fu’ infernale, senz’acqua , cibo, ad ogni stazione le SS respingevano chiunque volesse avvicinarsi al treno per portare qualcosa in aiuto !
Ci vollero 4 giorni per raggiungere Flossenburg, e nel frattempo morirono nel carro-merci una cinquantina di persone anziane e neonati; alcune mamme impazzirono nel veder morire i loro figli senza poter far nulla! Per i superstiti l’arrivo in un posto sconosciuto, in balia dei barbari.

Scesero alla stazione di Flossenbürg, camminando in fila per cinque fino al piazzale del campo, dove videro una grande caserma della SS , e dove si apriva il campo di concentramento che credevano fosse un campo di lavoro, non sapevano fosse un campo di sterminio. Infatti, su uno dei piloni di sostegno , c'era una placca con scritto Arbeit macht frei.
Lev e Sarah sapevano il significato di queste parole, e pensarono che forse andavamo a lavorare. Il loro destino sembrava migliorare con queste parole di "andare a lavorare": voleva dire ancora vivere.
Per la maggior parte del gruppo invece morirono di stenti, di percosse e di sevizie nei successivi due mesi.
Varcato il cancello li spinsero in una grande piazza.
Lì, vennero radunati vicino ad una specie di cantina, dove c'era una scala che scendeva, una scala di ferro, dove ci fu la prima selezione:
uomini e donne, abili al lavoro a destra, non abili a sinistra da dove ignari , si incamminavano verso le camere a gas.
Gli altri prima di scendere queste scale che portavano alle docce, furono fatti spogliare nudi! C'erano persone di alta stima nel gruppo,rabbini , c'erano dei professori, c'erano delle persone insigni molto austere, e questa austerità, fu eliminata con un colpo di spugna.
Dopo la spoliazione e la rasatura, l'ispezione fisica, una volta nudi e puliti furono spinti per queste scalette ed entrarono in uno scantinato grande , dove c'erano delle docce.
Qui, vennero ricevuti da una squadra di demoni, che avevano dei pezzi di gomma che usavano come scudiscio, come arma, senza nessuna ragione, senza nessuna provocazione.
Così, di colpo, sono cominciate queste grida furibonde di questa gente che non diceva parole, urlava, urlava in una maniera sconnessa; erano tutti terrorizzati, vennero spinti come anime infernali, in preda al panico...
Un caos tra di loro, e già il primo istinto di sopravvivenza...
Uno contro l'altro, una grande confusione. Queste grida che continuavano finché si sono aperte le docce, e da lì le percosse sono continuate , senza nessuna logica apparente...
Perché poi la ragione c'era, il fine era molto preciso: quello di cominciare a scrollar loro di dosso la personalità, ma soprattutto spaventarli ed annullare la loro volontà.
Lev aveva perso Sarah, ora erano soli con se’ stessi di fronte ai demoni; tutte le risorse mentali e fisiche erano protese verso un’unica meta: sopravvivere e tornare a casa !
Ma quale casa in quale nazione con in nazisti vincitori e occupanti in mezza europa!
I loro pensieri andavano alla Kristall Night e a quello che avevano subito, e non riuscivano a sperare che per i loro cari a Vienna, la sorte potesse essere stata diversa.
Seguirono mesi di privazioni, botte, soprusi ed orrori quotidiani, ma la fiammella della dignita’ e della fede, in Sarah e Lev, non si era ancora spenta.
Poi un giorno accaddero una serie di fatti che avrebbero fatto ricongiungere i due ragazzi.
Era consuetudine nei campi di concentramento, per compiaciuto sadismo, far accompagnare i dannati nei loro spostamenti al lavoro o nelle adunate interminabili per l’appello mattutino e serale, dalle note di un orchestrina di deportati, che per il loro compito particolare, avevano diritto ad una razione di rancio + sostanziosa, ed erano dispensati in parte dai lavori pesanti.
Ebbene un mattino gelido del Febbraio 1941 ed un violinista del gruppo, mori’ di polmonite fulminante, proprio nel bel mezzo di un “concerto” , mentre accompagnavano 4 disgraziati che avevano tentato di fuggire, all’impiccagione sul piazzale principale del campo.
Come un cane rabbioso per la festa interrotta, l’SS che comandava il plotone, si rivolse alla folla muta ed assente che assisteva all’esecuzione e chiese sibilando:
-chi di voi sa’ suonare il violino???
A Lev non sembrava vero quello che stava udendo e, dopo qualche secondo di indecisione, alzo’ la mano.
L’SS si precipito’ davanti a lui e comincio’ a colpirlo selvaggiamente gridando:
- spera di saper suonare veramente , viceversa di faro’ sbranare dai cani!!
Lev fece appello a tutte le sue povere forze e alla sua tecnica nascosta nelle sue mani , prese il violino ed attacco’ la partita di Bach per violino solo in mi maj.
L’SS ricomincio’ a picchiarlo urlandogli di mettersi nel gruppo degli orchestrali, perche’ al campo non c’era bisogno di solisti.
Lev si precipito’ nel nuovo gruppo, e da quel giorno, grazie alle razioni migliori, il suo corpo ricomincio’ a rinvigorisi e la mente a ragionare di nuovo.
Anche a Sarah, era capitata l’occasione di far sapere che era una pianista, e la moglie del comandante del campo SS Max Pauli la volle nei loro alloggiamenti per “allietare “ le serate familiari e per insegnare musica e piano ai loro figli; cio’ permise a Sarah di sottrarsi ai lavori forzati all’aperto e a poter mangiare qualche cosa di +.
Alla sera, nel suo giaciglio Lev riusciva a sentire il suono delicato delle mani di Sarah sul pianoforte, ed il suo cuore cominciava a battere forte di nuovo, era tutto quello che aveva del suo passato ed era li a pochi passi da lui e, anche se non poteva parlarle, si consolava sulle note di Chopin.
Anche Sarah ne sentiva la mancanza, e quando le capitava di vederlo in lontananza in mezzo all’orchestrina dei “dannati”, il suo cuore cominciava a battere forte di nuovo, l’attaccamento alla vita ed al loro passato, era tutto in quella vibrazione d’amore!.
Il terzo fatto che provoco’ il ricongiungimento, fu che la Croce Rossa Svizzera, a causa delle insistenti voci sulle atrocita’ nei campi di “lavoro”, premeva per un ispezione ufficiale ed internazionale ed allora
lo staff nazista, con la crudele ironia che lo contraddistingueva, organizzo’ anche a fini propagandistici,
la creazione di una citta’ modello a Terezeinstadt, dove tutto sarebbe apparso pulito ed in ordine, dove far visitare alla Croce Rossa i deportati “ospiti”, l’operazione venne chiamata da Goebbles:
“HITLER REGALA UNA CITTA’ AGLI EBREI!” e venne girato anche un film di propaganda.
Dunque in questa citta’ tutto doveva essere veritiero; c’erano quindi asili, scuole, panetterie, teatri ed appunto stavano cercando musicisti “validi” per l’orchestra: tutta la messa in scena era preparata per la visita della Croce Rossa.
Da Flossenburg dipendevano 74 campi e comandi esterni fra i quali Theresienstadt alcuni addirittura situati in Boemia e Sassoniae il comandante del campo approffito’ subito con solerzia nel fornire “materiale adatto” alle richieste di Berlino.
A questo punto il DESTINO, sollevò i due ragazzi, e li scaravento’ a Terezeinstadt!!
Ancora un volta si ritrovarono abbracciati in un carro bestiame, verso l’ignoto!
Arrivavarono alla stazione di Bauschowitz distante circa due chilometri da Theresienstadt e di qui raggiunsero a piedi la fortezza. Una volta arrivati furono costretti a sostare per un tempo interminabile. Vennero interrogati, dovettero fornire informazioni personali, e subire una minuziosa perquisizione.
Vennero assegnati al direttore d’orchestra Karel Ancerl che spiego’ loro brevemente e, senza neanche il tempo di provare, cosa avrebbero dovuto fare il giorno dopo, durante la visita della Croce Rossa Svizzera.
Infatti il comandante di Theresienstadt Karl Rahm fece "abbellire" il campo. Venne stabilito un percorso da far seguire alla delegazione della Croce Rossa. L'intero itinerario venne attrezato in modo da far apparire la vita nel campo gradevole e felice. Fiori, negozi, un campo da gioco, biblioteche vennero prefabbricate per dare questa falsa impressione. Rahm tuttavia non era soddisfatto: orfani e malati erano troppi nel campo e non si poteva nasconderli. Così tra il 15 ed il 18 maggio 1944 vennero deportato verso Auschwitz e Bergen Belsen 7.500 abitanti "impresentabili".

A Theresienstadt era vietato insegnare ma per la visita della Croce Rossa venne creata anche una falsa scuola sulla quale campeggiava un cartello con la scritta "chiusa per le vacanze".
Il giorno della visita, il 23 giugno 1944, il delegato della Croce Rossa Internazionale, lo svizzero Maurice Rossel tutto era pronto. La visita durò dalle dieci del mattino alle sei di sera.
Nella grande piazza di Theresienstadt i nazisti avevano fatto costruire un padiglione per concerti, Rossel vi vide i prigionieri suonare in una atmosfera totalmente irreale e durante l’ultimo concerto,
accadde l’impensabile: Rossel era stato un vecchio amico della famiglia di Sarah e riconoscendola,
chiese al comandante Rahm, di inserirla nella lista di ebrei da trasferire in Svizzera, che Rahm e lo stesso Himmler, prevedendo la sconfitta, avevano pensato bene di usare come merce di scambio per la loro impunita’.
Himmler era convinto che l'alleanza tra Angloamericani e Sovietici si sarebbe infranta e che la guerra sarebbe continuata. In quest'ottica Himmler riteneva di avere dei margini di trattativa in vista di una partecipazione alla lotta di ciò che rimaneva dell'esercito tedesco a fianco degli inglesi e degli americani. Trattare la liberazione dei prigionieri dai campi faceva parte di questa strategia di avvicinamento di Himmler
A Sarah bastò poco per capire cosa doveva fare per salvare anche Lev: si gettò in ginocchio davanti a
Rossel ed implorò per la sua la salvezza.
Insieme a circa 1.200 prigionieri furono caricati su di un treno che partì giungendo in territorio svizzero l'8 settembre 1944.
I due ragazzi, senza oramai capire + nulla di quello che stava succedendo, si ritrovarono ancora insieme, di nuovo uniti questa volta per la salvezza e la rinascita.

Settembre 1945
Vienna
Getreidegasse Kohlmart Quartiere Ebraico


Due giovani di bell’aspetto, sostano davanti all’ufficio chiuso, ma non distrutto della Neumann & Stern
sui loro volti, l’ansia di non sapere la fine dei loro cari.
Quando da una casa vicina viene loro incontro David Eppstein scampato anche lui miracolosamente alla marcia della morte dei deportati di Mathausen usati dai nazisti in fuga dai sovietici, come scudo umano.
Abbracci, lacrime e tanta rabbia nel ricordo di una vita felice, spazzata via del medioevo nazista; spazzata via , ma non distrutta!
Loro i sopravvissuti erano tornati per vivere e per far rivivere i loro cari, affinche’ nessuno dimenticasse a cosa portano l’odio e il razzismo.
Con gli strumenti miracolosamente salvatisi dalla guerra, Sarah e Lev, riuscirono a rimettere in piedi l’attivita’ dell’azienda e, dopo 10 anni di amore e duro lavoro, i vicini di casa, poterono assistere al primo concerto del quartetto d’archi e pianoforte dei fratelli Stern
Jacob – violoncello
David – viola
Josef - violino
Rachele pianoforte
Era molto bello vederli e sentirli suonare, ma soprattutto Rachele era l’immagine della Nonna che non aveva mai conosciuto, ma che amava ugualmente perche’ la vedeva rivivere tutte le sere a tavola,
nei racconti e nelle preghiere, dagli occhi di babbo Lev

F I N E

dedicato a
Francesca


Edited by - marcello ravasio on 22/10/2005 21:58:37


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