L'uomo col sax nel giornale
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Paolo Fiorucci
Oggetto:
L'uomo col sax nel giornale Chieti, sabato 12 marzo 2005 Omaggio a Charlie Parker, altosassofonista statunitense di jazz Vorrei dedicare questa poesia al M° Livio Berardi, il mio ex insegnante di sax (in realtà è stato per me molto più di un maestro, in pochi anni è riuscito a fornirmi una mappa adeguata per orientarmi in quello splendido labirinto che è la musica). Mi donò un 45 giri di Charlie Parker con la dedica: “Nella speranza che tu possa conservare un buon ricordo di me, ti regalo questa rarità”. Ho serbato un ottimo ricordo di lui e delle sue lezioni: per questo voglio regalargli questo componimento, che magari avrà un valore di scambio minore del 45 giri, ma proviene dal cuore, perché la vicenda di Charlie mi ha colpito nel profondo - in particolare perché il mio primo sassofono (che chiamavo “tubo di scappamento” ) era rattoppato proprio come quello di Parker!!! - e la sua musica ha accompagnato vari momenti della mia evoluzione artistica. Badate bene però che sono solo un mediocre sassofonista, lontano anni luce dal genio di Charlie! Per comprendere meglio il significato della poesia è opportuno leggere una breve biografia che ho inserito nella sezione musica e canzoni Metro: sette quartine di endecasillabi e un distico di settenari Locali di fumo aspettavano te, disperato delusioni e afllizioni: Chissà quante albe avrai chiesto alla luna: Col tuo strumento qua e là rappezzato Naufragando in un lago di miseria Chissà quante albe avrai chiesto alla luna: Sui muri dei club si legge “BIRD VIVE”, ma riprese a volare Paolo Fiorucci
Inserito il:
14/03/2005 09:25:02
Messaggio:
( Kansas City domenica 29 agosto 1920 – New York sabato 12 marzo 1955)
un fragile omone di genio naïf,
un sax avvolto in carta di giornale,
torrenti di note per raccontare
raramente traspaiono all’uomo che
ti vede senz’ali, inetto a volare,
cieco nocchiere di navi affondate.
“Perché sono qui, sul treno sbagliato?
Guardando i piccoli buchi sul braccio
scorgevi l’abisso: whisky e siringhe.
- con cellophane o del nastro isolante –
svendevi con l’arte i sogni e la vita,
gridavi afono: “ È questo il finale?”
imploravi scialuppe, non zattere.
Discografici, promesse e sorrisi
nuotavano in oceani dei tuoi sforzi.
“Perché l’esistenza è una lunga scala,
ma è più erta di quelle che conosco,
ha dei gradini molto, troppo alti?
scritto da chi rise e poi lo derise
fino al giorno in cui l’angelo caduto
franò con sordo, sonoro saluto,
e raggiunse le stelle.
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