Perdono
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=11602
Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Alice Torrini
Oggetto:
Perdono Sono venuta alla fede a 23 anni da un’esperienza di ateismo colto e accurato nozionismo religioso Alice
Inserito il:
16/05/2005 11:36:18
Messaggio:
Il mio carattere, sempre positivo e battagliero all’estremo, associato alla fede incrollabile che è stata conseguenza della mia conversione mi hanno aiutato a superare difficoltà di salute sia fisica che psichica e pratiche di tipo economico e logistico.
In questi giorni riflettevo fra me su come la Fede mi abbia cambiato la vita.
Io sono, l'ho già detto in più di un occasione di fede Protestante, ma il mio cuore è profondamente ecumenico e sono convinta che nella diversità ci sia arricchimento e non divisione.
A conferma di questo voglio condividere con voi un'esperienza fatta nella giornata di domenica con un gruppo di fede cattolica a cui recente ha aderito mio marito, (la solita risposta bizzarra che Dio ha dato alle mie incessanti preghiere, dopo gli sgradevoli episodi occorsici nello scorso anno, e fortunatamente per noi felicemente risolti).
Una giovane donna, i cui percorsi spirituali hanno condotto, attraverso l'esperienza della mistica orientale, ad approdare al Cristianesimo ed infine al Cattolicesimo, ha espresso una sintesi della gioia del perdono e dell'accettazione del sé in una maniera e con delle parole talmente bella che non si può fare a meno di portarle nel cuore per sempre.
Ha detto: "Per anni io mi sono sentita imperfetta, inattendibile, inadeguata, per anni ho cercato di migliorarmi analizzando i miei difetti e sforzandomi con le pratiche più bizzarre di eliminarli, poi ho capito che l'essenza di tutto era l'accettazione del sé e del come si é. Allora ho cominciato a vedere negli altri non quei difetti che erano miei, ma quelle qualità che volevo mi appartenessero, ho cominciato a guardare con tenerezza le manie e le ossessioni di chi mi stava accanto imparando a tollerare le mie manie e ossessioni.”
“Adesso" ha continuato "cerco di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, perché così quando sarà quasi vuoto, perché la vita purtroppo i bicchieri spesso li svuota, anziché riempirli, potrò ricordare la gioia di quando lo avevo davanti a me colmo!"
Sono stata felice che questa donna di nome Diana, abbia condiviso la sua esperienza con noi.
Il PERDONO come TENEREZZA: trovo che questa sia un’immagine bellissima.
Il suo vissuto di filosofie orientali, l'approfondimento della meditazione vedica l'ha condotta ad una consapevolezza, che alcuni hanno per natura (credo di essere tra queste persone fortunate), ma che si può conquistare con la fede in qualcosa che va al di sopra delle nostre forze, qualunque sia il Suo Nome.
Ciò mi riporta alla mente una fiaba indiana molto bella e voglio condividerla con voi:
"In un paesino sperduto delle montagne dell'India vivevano tre ciechi.
Un giorno giunse la voce che nel villaggio più vicino sarebbero arrivati alcuni elefanti per fare un lavoro di esbosco.
Tutti gli abitanti erano eccitati all'idea, perché nessuno, lassù aveva mai visto un elefante.
Anche i tre ciechi avrebbero voluto conoscere un elefante e chiesero ad un amico di essere accompagnati in piazza.
Quando vi giunsero gli elefanti erano già là e i tre ciechi si avvicinarono ciascuno ad un animale e lo toccarono, ma poiché gli animali erano veramente grandi e le persone che si accalcavano in torno tantissime, poterono arrivare soltanto ad alcune parti del corpo dei pachidermi.
Così mentre tornavano a casa parlavano tra loro e uno (che aveva toccato solo la proboscide di uno degli animali) diceva: "Sapete l'elefante infondo non è tanto diverso da un serpente, solo che il serpente è liscio e glabro, l'elefante rugoso e pieno di setole ispide"
Il secondo (che aveva toccato solamente una zanne) inveì contro il primo dicendo "Ma cosa hai sentito, l'elefante è come sciabola, liscia e fredda"
Il terzo che pareva più saggio e aveva toccato il fianco dell'animale
disse: "Io ho avuto come la sensazione che l'elefante invece sia più simile ad un grande muro caldo e morbido"
E continuavano così andando e non trovando un accordo tra loro.
Alla fine il loro accompagnatore, stufo di sentire tante stupidaggini li interruppe e disse: "Quanto siete sciocchi, voi sapete di essere ciechi il che è già una disgrazia da solo e invece di fare tesoro gli uni delle esperienze degli altri vi accapigliate per avere ragione di una cosa che non conoscete e che non potrete mai conoscere perché troppo grande per essere toccata tutta. Allora io, che ho potuto vedere l'elefante nel suo insieme, vi dico che è tutte le cose che voi dite sia e smettetela di litigare fra voi!"
Noi uomini siamo come quei tre ciechi ci accapigliamo su quale delle filosofie sia la più giusta se esita o no un Dio e se ciò che insegna una religione sia più giusto rispetto a ciò che insegna un'altra religione e con questo guardare al particolare perdiamo la visione d'insieme che è l'armonia e rispetto di sé e del prossimo.
A volte anche nell'intento di fare del bene sbagliamo e facciamo più danno che se fossimo rimasti a guardare.
Nessuno di noi è esente da questo rischio e coloro che rimangono vittime dei nostri errori spesso non sono neppure in grado di difendersi.
L’unica speranza che abbiamo è che riescano ad essere più saggi e maturi di noi e sappiano perdonarci.
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