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Ciliegina

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=11694
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Anna Herm
Oggetto: Ciliegina
Inserito il: 28/05/2005 01:26:24
Messaggio:

Cinquecento cavalieri,
con la testa insanguinata,
con la spada rovinata,
indovina un po’ che son.
Sono solo le ciliegie,
che maturan nel giardin.

“Sono nata!” disse ciliegina “Che bello, caspita, sono sola su questo ramo e se mi sporgo un pochino vedo le mie compagne più sotto. Loro sono però ancora tutte verdi e io sono gia rosina, che bello!”.

Sì, era nata da poco su quel ramo di ciliegio cui il vento aveva appena portato via gli ultimi petali dei fiori che le laboriose api all’inizio della primavera avevano impollinato, e presto sarebbero diventate delle gustose ciliegie.
Il maestoso ciliegio, infatti, tutte le primavere regalava ai tutti quelli che si fermavano nel campo, delle ciliegie rosse e talmente buone che loro con varie arrampicate si riempivano le mani e le tasche, facendosi poi delle grandi scorpacciate.
Anche quell’anno sarebbe stato molto propizio, dato che le ciliegie che vi erano sui suoi rami erano molte, tutte pronte a ricevere i raggi del sole che le avrebbe rese rosse e a maturazione verso la metà di maggio.
Ogni ciliegia aveva il compito di mostrarsi al sole cercando di diventare la ciliegia più rossa e bella del ramo, in modo da conquistarsi, soprattutto, le mani gioiose dei bambini e la loro festa nel mangiarsele.
Ciliegina –questo era il suo nome- era sola sul ramo, essendo quello più in alto di tutti, aveva già dei privilegi: quello di maturare per prima e di osservare tutta la campagna circostante. Tutte le mattine salutava le sue amiche che erano sugli altri rami con il suo fare altezzoso, dato che già sapeva che sarebbe diventata la più bella, infatti, le gocce di rugiada in cui si specchiava ne davano conferma.
Infatti, in poco tempo e data la sua posizione così privilegiata, Ciliegina iniziò a diventare sempre più rossa e bella prima delle sue compagne. Questo iniziò a fare invidia alle altre ciliegie che la osservavano e che a voce molto bassa parlavano male di lei.

“Hai visto che arie sì dà, quella ciliegia che si fa chiamare Ciliegina, da quando è diventata rossa sembra l’unica ciliegia esistente sull’albero” dicevano fra loro le altre ciliegie.

“Sì, ieri l’ho scoperta a mettersi a posto le foglie che ha intorno e ho tentato di salutarla, ma lei non mi ha rivolto la parola è proprio altezzosa”. Disse una ciliegia posta in un ramo molto in basso.

“E poi che dire del suo atteggiamento, di un antipatico, pensa saluta con quel suo fare altezzoso e si crede chissà chi.” disse la sua amica.

Ciliegina, in effetti, aveva un comportamento di superiorità con le sue compagne, giacché sentiva le voci delle persone che andavano a vedere la maturazione delle ciliegie e che le facevano apprezzamenti sul suo rossore e la bellezza.

“Ehi, guarda quella là in altro come è già rossa e grande. Tra poco ci faremo una scorpacciata” diceva un ragazzo al suo amico.

“Sì certo, tra qualche giorno saranno tutte belle e pronte che potremo davvero fare indigestione” rispose l’amico.

“Ha, ha, ha, ti ricordi l’anno scorso quando stavi per cadere? Avevamo fatto una sfida a chi ne raccoglieva di più e ti sei arrampicato un po’ troppo, rischiando di finire con il sedere per terra!” rispose.

“Sì, sì me lo ricordo e bene, che paura, ma quest’anno vedrai, non rischierò di cadere. Mi devo ricordare di portare la scala. La prenderò dal capanno di mio padre. Preparati che anche quest’anno faremo la sfida e vedremo chi ne raccoglierà di più. Ti dirò di più, prenderò le più belle e rosse che ci saranno sull’albero e vincerò io.” Disse il ragazzo.

“Uhm, vedremo chi la vincerà la sfida quest’anno! Io direi di portarci i cesti che avevamo l’anno scorso così li riempiremo e le porteremo anche alle nostre famiglie. Sai sono molto buone queste ciliegie” disse l’amico.

“Sì, hai proprio ragione sono buonissime, e in ogni modo quella là in alto è la più bella di tutte!” disse il ragazzo guardando verso Ciliegina.

I due bimbi presero le loro biciclette e pedalando si avviarono verso il sentiero che li avrebbe condotti alla strada verso casa. Il sole stava per concludere il dì e con il suo tramonto lasciava la campagna e il maestoso ciliegio.
Ciliegina aveva sentito i discorsi dei due ragazzi e da loro aveva avuto la conferma della sua bellezza e guardando verso il sole, si protese un pochino quasi a rubare gli ultimi istanti di luce.

“Così diventerò ancora più bella di come sono. Diverrò talmente bella che tutti mi vorranno” pensò a voce alta.

Le sue compagne sentirono quelle parole ed ebbero la conferma che Ciliegina si credeva la più bella di tutte e che diventava ancora più antipatica di quanto non lo fosse già.
I raggi del sole dell’alba annunciarono il giorno seguente. Ciliegina fu la prima a destarsi dal sonno, si mise in ordine in modo da apparire la miglior ciliegia del ciliegio. Anche le altre ciliegie si svegliarono e la videro avvicendarsi alla sistemazione.
Qualcuno tentò di salutarla ma lei non rispose. Era troppo impegnata a sistemarsi le foglie, lavarsi con le gocce di rugiada e trovando l'ottima posizione per carpire i raggi del sole. Non aveva il tempo da dedicare ai saluti delle sue compagne.

“Oggi mi sento bellissima, credo di aver raggiunto il massimo del rossore. Anche il sole si è accorto di quanto sono bella! Quando arriveranno i ragazzi diranno, nel vedermi così, che sono la più bella di tutte!” disse Ciliegina.

All’udire quelle parole, iniziò un brusio sul ciliegio. Tutte le compagne di Ciliegina erano veramente infastidite dal suo atteggiamento, da quella sua superiorità solo perché era più rossa rispetto a loro.

“Ma avete sentito che cosa dice Ciliegina?”

“ Chi si crede di essere?”

“Solo perché lei è più rossa di noi deve credersi chissà chi?”

“Anche noi diventeremo belle e rosse, magari con un pochino più di tempo. Guardatemi, da ieri, infatti, il mio colore sta cambiando. Sto diventando rossa come lei!”

Queste erano solo alcune delle frasi che Ciliegina suscitava nelle altre ciliegie del ciliegio.
Anzi, se prima almeno Ciliegia salutava, da quando era diventata così bella stava sempre lì ha rimirasi nelle gocce di rugiada, senza scambiare una parola con le altre ciliegie.
Ascoltava solo i loro discorsi e si diceva fra sé e sé – sono solo invidiose- e perché lei era così bella, che continuassero pure a parlare di lei sotto voce, la loro invidia non la considerava neppure anzi chissà che cosa avrebbero fatto per essere al suo posto, bella e così ammirata dalle persone che la vedevano sul ciliegio.
Passarono alcuni giorni e il sole non smetteva di brillare. Il suo calore dava così l’opportunità a tutte le ciliegie di diventare belle rosse e grandi. Anche se la migliore era sempre Ciliegina che solitaria appariva ancora la più bella di tutte.
Un pomeriggio arrivarono i due ragazzi che erano stati presso il ciliegio giorni addietro. Venivano per controllare le ciliegie.
Mentre i due ragazzi si avvicinavano al ciliegio, Ciliegina li vide da lontano e iniziò a sistemarsi con cura. Doveva sistemarsi, non poteva presentarsi tutta scombinata a quei ragazzi che le avrebbero fatto i complimenti.

“Guardatela come si fa bella, Ciliegina, tanto oggi non faranno apprezzamenti solo a lei, ma anche a noi che siamo diventate tutte rosse!” gridò una ciliegia con tono arrogante.

“Io sono la più bella, guardatemi. Vedo che ora anche voi siete rosse ma in quanto belle ho qualche dubbio, sapete non potete competere con la mia bellezza e perdonatemi ma essendo la più bella, rossa e gran ciliegia di questo ciliegio vedrete che apprezzamenti mi faranno quei ragazzi che stanno arrivando.” Disse stizzosamente Ciliegina.

“Sei proprio una ciliegia arrogante, cosa credi che tu non farai la nostra stessa fine…verrai mangiata come tutte noi!” esordì un’altra ciliegia.

“Sarò anche arrogante ma sono bella, molto bella e sicuramente non farò la vostra fine, sarò ricordata come la più bella ciliegia, la bellezza che mi è stata donata mi darà l’opportunità di un destino diverso dal vostro. Ricordatevi che la bellezza è tutto!” disse Ciliegina.

“Ciliegina noi nasciamo per dare piacere e gusto a chi ci raccoglie, di quale diverso destino stai parlando?” disse la saggia ciliegia.

“La mia bellezza ti ripeto, saggia ciliegia, è memorabile, ma mi hai visto? Saro ricordata nel tempo molto a lungo e sicuramente lascierò ai posteri quello che sono. Ora lasciatemi in pace che devo sistemarmi le foglie, stanno arrivando i ragazzi e non voglio farmi trovare in questo stato.” Disse Ciliegina.

“Ma tu guarda che razza di una ciliegia doveva capitarci, che dovete fare si è montata la testa. Speriamo possa un giorno comprendere il suo destino e comprendere che al mondo non esiste solo la bellezza!” disse la ciliegia saggia.

I ragazzi arrivarono al ciliegio e notarono subito che le ciliegie erano pronte per essere raccolte.

“Hai visto come sono tutte rosse e grandi. Sono pronte domani verremo qua e le raccoglieremo e ci faremo una scorpacciata grandiosa!” disse il primo.

“Sì, certo. Ricordiamoci di prendere la scala. Voglio raccoglierle tutte, anche quelle più in alto, non vorremo lasciarle ai merli?! Sarebbe un peccato!” disse l’altro.

Ciliegina, nel frattempo cercava di mettersi in mostra come poteva, cercando di sporgersi un pochino per farsi notare dai due ragazzi che stavano guardando le altre ciliegie.
Era proprio buffa vederla fare certe acrobazie.

“Caspita! Non mi vedono, devo cercare di sporgermi di più. Vento aiutami con il tuo soffio a spostare le foglie in modo che possano vedermi!”. Disse Ciliegina al maestro vento.

Ma il vento non rispose alla sua domanda e non alzò neanche un filo, poiché era stanco e voleva riposare.

“Che succede, Ciliegina non ti guardano più?” disse arrogantemente una ciliegia che viveva sul ramo, vicino Ciliegina.

“Che cosa vuoi? Sì che mi guardano giacché sono la più bella del ciliegio!”disse con voce da arrabbiata Ciliegina.

“Io non ho sentito nessun apprezzamento nei tuoi confronti, mi sa che tra poco sarai mangiata come tutte noi” rispose l’altra.

“Vi ho già detto che il mio destino è diverso, io ho la bellezza cosa che voi non avrete mai. Altro chè! Vedrete che destino meraviglioso mi attende” disse Ciliegina.

“Io sono felice del mio destino da ciliegia, anche se mi sento bella, sono felice di essere mangiata ” disse un’altra ciliegia.

Nel frattempo mentre la discussione delle ciliegie sul ciliegio proseguiva, i due ragazzi presero le loro bici, salutandosi e promettendosi che il giorno seguente si sarebbero trovati lì a fare la loro cospicua raccolta.
Ciliegina li vide andare via. Era molto dispiaciuta, li osservò sfrecciare con le loro bici verso il paese e con malinconia si accorse che non le avevano fatto nessun tipo d’apprezzamento, anzi la volevano raccogliere per mangiarsela.
Non lo poteva permettere. Pensava che quei ragazzi venissero lì per dare omaggio alla sua bellezza, ma si era resa conto di quello che le volevano fare. Era troppo bella anche per loro che volevano mangiarsela in un sol boccone. Lei era certa che il suo destino era ben diverso. Non sarebbe finita nella pancia di nessuno.

Il dì calò con il tramonto sulla campagna, lasciando il ciliegio, le ciliegie e Ciliegina alla notte.
Ciliegina però non riusciva a prendere sonno, era preoccupata per l’indomani che sarebbe finita nel cesto con le sue compagne. Non poteva pensare di fare quella fine.
Era troppo bella. Doveva escogitare un piano… ma non sapeva quale.
Il mattino seguente tutte le ciliegie si svegliarono e videro che Ciliegina non si stava abbellendo come tutte le altre mattine anzi appariva sciupata. Non era da lei.

“Avete visto Ciliegina, questa mattina non si è neanche messa a posto le foglie come suo solito, chissà forse si è redenta e smetterà di fare l’antipatica” disse una ciliegia sottovoce.

“Sì, ho notato anche io che oggi non è la stessa. Tanto tra poco arriveranno i ragazzi e ci metteranno nella cesta tutte assieme e lei vedrai come sarà uguale a noi. Altro che bellezza!” esordì sempre sottovoce un’altra ciliegia.

-Non le sopporto più, queste invidiose. Ve lo farò vedere io se non avrò un destino diverso- pensò Ciliegina. -Altro che finire nella cesta, sé!-

Nel mente che i pensieri di Ciliegina e le sue compagne erano espressi a voce alta, uno dei due ragazzi arrivò con un certo anticipo all’appuntamento della raccolta delle ciliegie. Era quello che doveva portare la scala, giunse a piedi dato gli era impossibile usare la bici e portare anche la scala. Attese un poco il suo compagno, sotto l’ombra del ciliegio, che doveva portare i cesti per raccoglierle. L’amico arrivò pedalando la sua bici come un forsennato. Pedalava così velocemente dato che non stava più nella pelle, voleva gustarsi quelle ciliegie e compiere con il suo compagno la solita sfida a chi n’avesse raccolte di più.
Ciliegina e le sue compagne li videro arrivare, ma mentre le compagne di Ciliegina erano felici di finire in quel cesto, Ciliegina era preoccupata della sua sorte. No lei nel cesto non voleva finire la sua esistenza di “ ciliegia più bella del ciliegio”. Ma seppure aveva pensato tutta la notte a come poteva sfuggire al quel cesto. Infatti, quella mattina non si era neanche messa in ordine come suo solito sperando che non la vedessero.

“Tra poco finiremo nel cesto, Ciliegina, ha, ha, ha, ha. Noi, te e la tua gran bellezza che finirà nella pancia di uno dei due ragazzi, anzi credo che da quanto sei bella tu sarai la prima ad essere mangiata!” esordì un ciliegia che era vicina al ramo di Ciliegina.

“La mia bellezza, come ti ho già ripetuto mia cara, avrà un destino diverso e non finirò nel cesto!” Rispose arrabbiata Ciliegina.

“Appoggia la scala al tronco!” disse a voce molto alta uno dei due ragazzi.

“Sì e tu prendi i cesti. Dai che ho propria voglia di farmi una scorpacciata!”

“Iniziamo la nostra sfida? Io credo che quest’anno ti batterò!”

“Se figuriamoci, anzi stai attento a non cadere per terra. Ha, ha, ha, ha.”

I due ragazzi appoggiarono la scala ed iniziarono a riempire i cesti, erano molto agili e salivano sui rami del ciliegio velocemente, sembrando due acrobati di un circo equestre. Riempivano i cesti di quelle belle ciliegie e ogni tanto, anzi molto spesso, una di loro era mangiata.

“Sono proprio buone, belle e rosse. Quest’anno faremo una grande scorpacciata, sai ho promesso a mia madre di portargliene un sacco, così ci potrà fare anche la marmellata, che buona!” disse uno dei due con la bocca piena di ciliegie.

“Anche la mia mi ha detto che farà la marmellata così che possa gustare il loro sapore anche quando la stagione sarà finita. Senti io cerco di prendere quella là in alto che è molto grande e rossa” rispose l’amico.

“Sì, ma stai attento a non cadere di sotto.”

“Sì, non ti preoccupare, non voglio farmi male, ma è tanto bella. La voglio proprio mettere nel cesto o nella mia pancia. Ha, ha, ha”

Piano pian il ragazzo si arrampicò più in alto che poteva. Voleva arrivare a Ciliegina, metterla nel cesto poiché era troppo bella da lasciare su quel ciliegio.
In quel mentre Ciliegina era presa dal panico. Vedeva che man mano le sue compagne finivano nel cesto e aveva sentito quello che il ragazzo aveva detto al suo amico, voleva raggiungere e mangiarsela. Stava salendo man mano sui rami del ciliegio, non sarebbe passato molto tempo e sarebbe finita anche lei nel cesto con le sue compagne, anzi nella sua pancia. Lei credeva che avere una bellezza così eclatante, le avrebbe dato un destino memorabile, diverso da quello che si stava per concludere. La sua bellezza sarebbe stata ricordata, invece come una grossa ciliegia finita in pancia o in un padella. Che orribile destino.

“Non ci riesco, caspita è troppo in alto e non ce la faccio a raggiungerla. Uffa!” gridò all’amico.

“Senti lascia stare prima che ti fai male. Sarà anche la più bella, ma guarda i cesti sono davvero pieni! Per una ciliegia, che non mettiamo nel cesti, non moriamo di certo! Possiamo lasciarla lì e tornare a casa. Dai lascia stare!”

“Sì forse hai ragione, anche se avrei voluto mangiarmela da quando è grande. Sarà la sola che lasceremo sull’albero. In ogni caso ho vinto io la sfida non credi!” esordì il ragazzo.

“Vedremo, ora le portiamo a casa e le contiamo. Chi ha raccolto più ciliegie vincerà e il premio sarà che potrà mangiarsele per primo.”

Perciò i due discersero dal ciliegio con i cesti che apparivano colmi delle ciliegie raccolte. Presero la scala, i cesti, la bici e si avviarono verso casa felici della loro raccolta.

Ciliegina li osservava dall’alto del ramo. Tirò un sospiro di sollievo, e anche se sentiva le voci delle sue compagne che dai cesti la salutavano, era felice. Era salva, ringraziò l’altezza del suo ramo per averle dato la possibilità di non essere stata raccolta e mangiata.
Aveva sempre saputo di aver un destino molto diverso e quello era un segnale. Non erano riusciti a prenderla. Ora poteva dimostrare la sua beltà a tutti quelli che sarebbero passati di lì ad elogiarla e nessuno l’avrebbe raccolta. Tutti, secondo i pensieri di Ciliegina, si sarebbero recati al ciliegio per poterla osservare da quanto era bella. Infatti, le sue parole furono:

“Tutti si recheranno al ciliegio solo per osservarmi e dirmi che sono bella, e non potranno raccogliermi. Non come le mie compagne, guarda che ingrato destino hanno avuto. Io invece, avrò una bellissima vita. Sarò bellissima per sempre. Altro che le parole di quella stupida saggia ciliegia, che diceva che la bellezza non era tutto e che il mio destino era solo di allietare la pancia di qualcuno!” con queste parole Ciliegina, dette con tono molto arrogante, osservò il sole che calava e annunciava il finire del giorno.

La mattina seguente Ciliegina si svegliò d’ottimo umore, si lavo con le gocce di rugiada, sistemò le foglie, lucidò la buccia e osservo i raggi del sole che la continuavano a darle quel rossore, quella bellezza che ogni ciliegia avrebbe voluto.
Guardò intorno e vide i rami vuoti del ciliegio ma la cosa minimamente non la turbò.

“Poverine, saranno sicuramente nella pancia di qualcuno!” disse “chissà chi verrà presso il ciliegio oggi, e mi farà i complimenti?”

Il giorno passò e Ciliegina vide che nessuno si avvicinava al ciliegio la campagna era deserta. Il ciliegio era spoglio di tutte le ciliegie e appariva solo un grande albero verde.
Ciliegina, ogni tanto si sporgeva dal ramo come poteva e cercava qualcuno all’orizzonte.
Qualcuno che venisse lì a dare elogio alla sua bellezza. Nulla e nessuno si vedeva all’orizzonte, si udiva solo il canto dei grilli che cercavano di annunciare l’estate che si apprestava a giungere.
Il sole, nei giorni che passarono, si faceva più caldo, così caldo che Ciliegina cercava di farsi ombra con le foglie che le erano vicine.
Una mattina si svegliò e specchiandosi in una goccia di rugiada che si era posata su una foglia. Si guardò e vide che il suo rossore era troppo accesso e il caldo le aveva raggrinzito la buccia.

“Mamma mia, ma questa non sono io, stupida goccia. Secondo io avrei così tante rughe e sarei così brutta, anche tu come tutti sei invidiosa della mia bellezza e non volete che io sia bella, lo fate apposta, ma vedrete come oggi il mio destino cambierà. So per certo che oggi mi capiterà qualcosa di molto bello che vi farà capire quanto io sia bella!” disse con molta enfasi Ciliegina.

Il cielo si oscurò e le nuvole che vi erano in lui minacciavano un forte temporale. Gli animali che vi erano nella campagna si ritirarono nelle loro tane. Il vento che soffiò, era così forte da far scuotere i rami del ciliegio fino quasi a toccare terra. Lampi che dal cielo illuminavano il buio creato dai nuvoloni minacciosi. La pioggia torrenziale creava grandissime pozzanghere d’acqua e i rigoli che si formavano dal colle del ciliegio andavano verso il paese.
Sembrava che stava per crollare il mondo, da quanta intensità il temporale si era abbattuto, ma come velocemente era arrivato, così velocemente le nubi si diradarono lasciando un dolce profumo di freschezza tutto intorno.

I lampi che si erano abbattuti vicino al ciliegio non avevano causato danni. Tutto stava per tornare alla normalità, gli animali uscirono dalle tane e come se non fosse successo nulla la vita riprendeva il suo corso. In quella normalità una vocina si udì. Era Ciliegina.

“Aiuto, aiuto, qualcuno mi dia una mano” Gridava a squarciagola.

“Non c’e nessuno, che dia una mano alla ciliegia più bella del ciliegio. Non potete lasciarmi qui devo ritornare su quel ramo la gente verrà e non mi troverà. Caspita ma qualcuno risponda, e venga qua a riportarmi lassù!” gridava Ciliegina.

Ma nessuno rispose, solo un silenzio e il vento che frusciava le foglie del ciliegio.

“Non potete lasciarmi qui, io sono la più bella di tutte. È colpa di quello stupido gambo che non ha saputo reggermi, vi prego fatemi tornare là!” disse con le lacrime Ciliegina.

Ciliegina giaceva ai piedi del ciliegio. Era caduta con il vento forte che si era abbattuto con il temporale. Purtroppo il gambo che la sorreggeva era diventato vecchio, non aveva retto il vento così forte e aveva fatto cadere Ciliegina per terra e con lei anche la sua gran bellezza. Ora sì che Ciliegina poteva dire di aver avuto un destino diverso. La sua gran bellezza che aveva sempre mostrato non l’avrebbe fatta finire nella pancia di qualcuno. Il suo destino sarebbe stato diverso dalle sue compagne che aveva sempre disprezzato.


ANNA HERM

Replies:


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 28/05/2005 20:34:31
Messaggio:




Hans Christian Andersen

si toglie tanto di cappello dopo avere letto la storia della ciliegina.




Topic author: Anna Herm
Replied on: 31/05/2005 16:50:46
Messaggio:

Anna Herm ringrazia Andersen, di aver letto Ciliegina e di averla apprezzata...

ANNA HERM


Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 02/06/2005 12:56:24
Messaggio:


Forse è degna di illustrare la storia della bella Ciliegina?

*ò*ò*ò
*ò*ò
Queste sono le ciliegie selvatiche,
pronte per essere scaricate e dipinte secondo la fantasia dei bimbi

ò*ò*ò*
Ciliegina e le sue sorelle

In questo collage con materiali misti , ecco le foglie dell'alberello di Zia Rosy,fotografate dallo scanner.

ò*ò*ò*ò*
C*C*C*


Edited by - Elena Fiorentini on 02/06/2005 18:10:47


Topic author: Anna Herm
Replied on: 02/06/2005 16:56:35
Messaggio:

Ma che belle ciliegie...pronte anche pr farci una buona marmellata.

Grazie a Zia Rosy.

ANNA HERM


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