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LA GIRAFFA IN FIAMME

Stampato da : Concerto di Sogni
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Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: zanin roberto
Oggetto: LA GIRAFFA IN FIAMME
Inserito il: 15/06/2005 19:58:13
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LA GIRAFFA IN FIAMME


A Palazzo Grassi non c'era la coda, sul Canal Grande si rifletteva un sole gentile e un venticello tiepido pennellava la pelle, camminavo con passo celere mentre entravo nel palazzo cosi sacrale.
Dal terrazzo esterno un lungo drappo rosso con il nome SALVADOR DALI' sventolava tra il salso della laguna e l'odore di pesce fritto che saliva dalle calli.
Un'immagine del catalano con i suoi baffi arcuati mi dava il benvenuto irritandoti prima ancora di conoscerlo, con lo sguardo fiero e spavaldo che lascia intendere che la mediocrità è meglio lasaciarla a casa.
Un paio di visitatori inglesi con quel loro fare da eterno commonwealth, sbirciavano da sotto gli occhiali una guida che prometteva dolori dallo spessore!
Le grandi mostre storiche degli ultimi anni allestite nel Palazzo mi avevano talmente effascinato che respiravo ancora quel misterioso senso dello stupore, mia moglie mi precedeva e mio figlio contava le sale da visitare per stimare il tempo di permanenza.
Il tuffo nel mare del Surrealismo Daliniano non era violento e il lento addentrarsi nella sua visione onirica e delirante non sconvolgeva più di tanto. I pannelli alle pareti delle sale d'esposizione che fungevano da itinerario didattico, spiegavano il mondo di simboli e le vicende che li avevano generati.
Il papà notaio, la moglie GALA vera catalizzatrice del suo nuovo universo, le conoscenze eccelse con Lorca e Bunuel, l'incontro con Freud e con Heinsemberg, senza tralasciare l'amicizia con Breton e Elvard padri del Surrealismo, mi incuriosivano e mi spingevano a capire.
L'estroverso pittore spagnolo era un vero istrione, antipatico e controcorrente nel vero senso del termine, guardavo con ostile intenzione critica ma poi non trovavo niente di banale.
LA GIRAFFA IN FIAMME ti prende dentro, ti suscita sgomento, intuisci che qualche cosa ti sfugge, eppure è in secondo piano sul quadro, lontana dietro ai due manichini femminili che già ti inquietano per la loro immobile sofferenza, da stipo antropomorfo.
Quell'animale in fiamme così innaturale è un sogno delirante della realtà più cruda, la guerra civile di Spagna imminente in quel 1936.
Ma tutti quei cassetti che escono dal corpo di donna, cosa sono ?
La lezione del dottor Freud è evidente, sono i desideri, le paure inconsce che ogni uomo tiene chiuse in se.
Ma perchè ci sono le grucce che sorreggono quelle figure?
Ancora psicoanalisi a spiegare che se non ci fossero quelle stampelle, dei mediatori nel sogno, l'ansia scatenata potrebbe farci risvegliare e cosi crollerebbe ogni immagine onirica.
Guardo con estremo interesse e mi chiedo cosa spinge un uomo su sentieri paranoici ad esplorare l'animo umano poi leggo sulla parete una sua frase: "L'unica differenza tra me e un pazzo e che io non lo sono!"
La giraffa arde nei miei occhi come un'icona assoluta, e non mi sorprende ne la scomposizione atomica nella mistica nucleare da lui elaborata in seguito, ne i suoi ultimi quadri fino all'astrattismo della CODA DI RONDINE.
Usciamo e mio figlio diciottenne mi conferma che è un pittore unico, gli piace, lui che di solito sbuffa dopo poche sale di un museo.
Il vaporetto corre sull'acqua e il mio sguardo si perde a contemplare l'isola di San Giorgio.
D'improvviso nitido mi appare un gabbiano con le piume divorate dalle fiamme d'un fuoco rosso-aranciato, chiamo mia moglie e quando gli indico l'animale, l'unico fuoco è quello d'un tramonto su Venezia che rimbalza sulle superfici, la stringo forte perchè le certezze sono poche.

di Zanin Roberto


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