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UN PO' DI STORIA...DELLA STORIA

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Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: zanin roberto
Oggetto: UN PO' DI STORIA...DELLA STORIA
Inserito il: 30/04/2006 16:29:22
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UN PO' DI STORIA...DELLA STORIA

La storia è un'enorme enciclopedia sulle vicende umane, un libro aperto alle interpretazioni che di volta in volta siamo involontariamente costretti a cercare per risovere i problemi che sono sempre gli stessi, da quando scimmia abbiamo iniziato a camminare eretti.
Il potere, la fame, la sopravvivenza, l'invidia, l'orgoglio continuano a divorare l'uomo in cerca di sempre nuova felicità, di sempre nuove utopie. La storia antica è la ad ammonirci che niente di nuovo c'è sotto il sole, una donna rapita per lussuria offende un popolo, la necessità di avere il sale o l'ambra ne eccita un'altro, il fiume che porta l'acqua indispensabile alla vita è che va incluso nel proprio territorio ne imbellichisce un terzo, l'uomo conosce il commercio e l'egemonia economica conquista più delle armi e allora....guerra, guerra, guerra.
Gli egiziani sono una comparsa monolitica per tre millenni , sviluppano una civiltà che influenzerà e verrà influenzata da quella Mesopotamica ma conosceranno l'invasione di un nemico potente che possiede un'animale straordinario a loro sconosciuto, il cavallo, che sono gli Hyksos; che li domineranno per 100 anni ma che nel portare schiavitù ed oppressione, porteranno anche l'innovativo carro da battaglia, oltre che a tutte le contaminazioni culturali, scrittura, classici greci e mesopotamici.
Gli etruschi dominano il centro Italia a cavallo dal VI al IV secolo avanti cristo poi vengono conquistati dai romani che ne inglobano le migliori virtù, come l'ingegneria idraulica, la cantieristica, la metallurgia, ed ecco che la storia ci continua a suggerire che non c'è mai un vero vincitore e un vero vinto, entrambi acquistano e perdono contemporaneamente.
Atlantide è invece quello che la storia ci nasconde, come una brava moglie per non dar pensiero al marito, nasconde le miserie del quotidiano, rifugio misterioso per ogni soluzione.
C'è un luogo dove il mito, l'impossibile, puo avvenire, c'è un tempo in cui questo luogo esisteva, l'uomo lo brama, lo ricorda comunque, anche se non c'è nulla che lo fa ragionevolmente plausibile.
La storia è il conscio d'una esperienza a volte rimosso, a cui si fa ricorso poche volte, quelle in cui ogni nuova utopia svanisce, la storia è li a ricordare che l'abbiamo già fatto.
Le due potenze che si contendono il mar Mediterraneo nel II secolo a.c., sono due città, due porti, su due continenti che hanno in quel mare la grande via del commercio, della conoscenza, della concorrenza, della potenza.
Cartagine massima epressione fenicia, di quello sviluppo che ha nello scambio commerciale e artigianale il suo essere, incontrastata inventrice del trafficare e della fondazione di nuovi empori coloniali, prima fase di una conquista politico-militare, è il nemico mortale.
Roma, il villaggio di un'economia pastorizia che si contamina forse geneticamente con nuove genti e che fa della idealità religiosa e civica la sua peculiare caratteristica, si riscopre imperialistica quasi per vocazione.
Nel momento in cui questo equilibrio si rompe, e Roma domina, si perde l'identità di un'antichità pioneristica, epica, in cui i greci mitici fondano colonie, in cui i Fenici impavidi disegnano la nuova geografia esplorativa, esportando i primi filosofia e i secondi l'alfabeto, dove l'eco dell'Egitto millenario, misterioso e autoctono e lo splendore d'una Mesopotamia sapiente e crogiolo di idee si affievoliscono, lasciando il ruolo di protagonista a una città che inaugurerà la prima globalizzazione non senza ispirarsi alla ellenizzazione orientale dell'epopea di Alessandro Magno.
La città punica da i natali alla famiglia Barca, commercianti ma soprattutto uomini d'azione che intuiscono la gravità di avere una concorrente sui traffici marittimi, forse i più "romani" dei cartaginesi, per devozione alla causa, per determinazione, per spirito di sacrificio, che con Annibale raggiunge il massimo livello di impegno.
Roma sotto il continuo scontro e vistasi aggredita in casa, si fa guidare dagli Scipioni, famiglia che ha immortalato lo spirito patrio, la pazienza, la capacità di sopportare enormi pressioni, rappresentano la tradizone dei valori che nella città dei sette colli aveva un valore assoluto.
Inizia da qui lo scontro di civiltà che dopo 2000 anni di storia si ripropone ciclicamente, arabi e bizantini, turchi e cristiani, medioriente e occidente, dimenticandoci che la mediazione, la concordia nel nostro bacino, sarebbero invece una panacea per i mali della nostra società.
Annibale aveva giurato odio eterno per Roma, ma la rispettava e non credo volesse distruggerla ma sottometterla, alla prima battaglia con i legionari romani, alla Trebbia, andando di persona a verificare il campo di battaglia a scontro ultimato, nota il gladio romano, una spada corta e ne resta affascinato e lo fa adottare alla sua fanteria, ammira l'intelligenza anche dell'avversario.
Scipione prima di iniziare la conclusiva battaglia di Zama, nelle vicinanze di Cartagine in Africa, si incontra con Annibale, si parlano, giocano le ultime carte psicologiche e si rispettano, riconoscendosi simili negli ideali, uomini di altro spessore, in cui il raggio dell'intelletto mai si spegne.
L'uno senza l'altro sono un'incompiuta, la magica sinergia di chi ha scritto la storia è qui palese, Roma senza Cartagine non sarebbe stata grande !
Quando Arminio distrugge le due legioni di Varo nella selva di Teutoburgo nel 9 d.c., i legionari hanno nel loro dna quella "virtus romana" che affonda le radici in Muzio Scevola, in Furio Camillo ma soprattutto negli Scipioni, colpiti mortalmente prima che la nebbia della morte gli oscurassero gli occhi avevano la certezza che Roma viveva.
Quando nel IV sec. d.c. l'impero si dissolve, questa tradizione epica si era evaporata al fuoco della ricchezza, della potenza, della conseguente corruzione, dell'indebolimento e dell'ozio dei cittadini che seguivano i loro affari e non più le sorti di un troppo vasto impero.
Atene e Sparta erano state nemiche nella stessa patria, Roma e Cartagine lo erano nello stesso mare, eppure le differenze erano meno importanti delle cose in comune, le stesse che ancor oggi siamo restii ad ammettere.
La storia è li e ci attende, possiamo sbagliare ancora e ancora ma un giorno impareremo a capirla veramente!


di Zanin Roberto


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