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un mare di statale

Stampato da : Concerto di Sogni
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Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: rosvita
Oggetto: un mare di statale
Inserito il: 07/05/2006 16:47:13
Messaggio:

Sedute sulla panchina della gelateria, Magan ed io, guardiamo la statale di fronte a noi, oltre le auto parcheggiate. Notte fonda e buia, piove. La gelateria è fuori mano, lungo la Statale Piovese la gente viene in auto, entra, prende il gelato impacchettato, salta in auto e se ne va. Non c’è vita qui. Non c’è movimento. Fa un freddo terribile. Per il ponte del primo maggio il lavoro, il cuore, il portafoglio ci hanno costretto qua a tutte e due.
Magan ha una giacca chiara. Io uno spolverino nero.
Siamo sedute su una panchina di plastica bianca. Quasi vacanziera, direi.
“Non sarebbe tutto diverso se qui di fronte ci fosse il mare?”, dice Magan. Magan, proprio lei che viene da Siracusa, e che il mare bello da bambina si che l’ha visto.
“Davvero…”, rispondo “Basterebbe il mare al posto di questa statale e stare qui avrebbe un senso… Come a Siracusa, o a casa mia, che in 10 minuti sei sulla costa…”
“E allora, Vita, ma che ci siamo venute a fare qua?... Non potevamo restarcene a casa nostra?”
Accidenti Magan, che domanda… A due anni dal mio trasferimento qui, questa domanda ultimamente mi si sta ripresentando un po’ troppo di frequente, direi. Meglio ignorarla.
Due figure diverse, Magan è alta, e mi sovrasta pure da seduta. Colori diversi. Lei ha i capelli cortissimi, io no. Lei sta fumando, io mi caccio la mani in tasca. Abbiamo occhiali molto simili. Ma le montature sono trasparenti, e sul viso non si notano neanche.
Eppure in certi momenti mi sembra di conoscerci da sempre.
“Certo” dico indicando la strada con un cenno della testa “un po’ ci somiglia al rumore del mare, non trovi?”
Magan mi guarda con la sua espressione ironica.
“No. Non ci somiglia per niente”
“E invece… Se chiudi gli occhi, senti… Il rumore delle auto che passano, non ti ricorda quello delle onde?”
Magan tace ed ascolta.
“Onde con un ritmo un po’ anomalo, però…”
“Già…”, poi all’improvviso ho una illuminazione “ Questa era un’onda… Una Honda Jazz”
Magan ride, e poi, istintivamente, guarda le auto nel parcheggio e mi asseconda.
“Questa è un’onda che arriva di Corsa”
“Saranno almeno Cinquecento onde…”
“Tra un po’ arriva la Marea”
“E porta quella Barchetta alla Meriva”
“Punto”
“C’è una Fiesta su questa spiaggia?”
“Guarda là, ci sono anche le stelle…”
“Come no! stelle che cambiano colore, guarda una stella gialla, una rossa, una verde…”

Ridiamo. Diciamo stupidaggini e ridiamo. Davvero, se soltanto ci fosse il mare di fronte a noi anziché la statale piovese la nostra serata avrebbe un senso, saremmo solo due persone di fronte al mare, e non susciteremmo gli sguardi sorpresi della gente che arriva, prende il gelato e scappa via.
“Il mare ha sempre senso, ci hai mai pensato? Fare 4 passi sulla spiaggia, anche se non vai da nessuna parte, ha comunque senso. Anche d’inverno: nessuno si stupisce se ti trova lì come un allocco a guardare il mare d’inverno. Se non hai niente da fare, il mare ti salva comunque…”
“Magari ti fa pensare un po’ troppo…”
“Tanto quelle come noi pensano troppo pure davanti alla statale”
“Già”
“Già”
Non è la stessa cosa, mi viene da pensare. Però il mare se vuoi te lo racchiudi in fondo all’anima. E se c’è qualcuno che lo condivide con te, davvero, lo puoi riconoscere anche in una Statale.



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