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Di nuovo la guerra

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Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: Angelica Calo Livne
Oggetto: Di nuovo la guerra
Inserito il: 20/07/2006 23:07:18
Messaggio:

16 luglio 2006

Sono tornata mercoledi dall'Italia da un viaggio a S. Marino e in Toscana con 18 ragazzi israeliani feriti negli ultimi attentati. Un viaggio difficile e magico tra boschi e piazze con ragazzi induriti dalla paura e dalla mancanza di speranza. Davanti al chek-in a Verona, una telefonata da Israele: "Mamma, non preoccuparti, tutto a posto! Stiamo tutti bene!!!" E' mio figlio Yotam, comandante nell'esercito. "Ma che stai dicendo? Che succede?" rispondo subito agitata. "Non hai sentito nulla? Hanno rapito due nostri ragazzi..ne hanno uccisi sette...qui vicino...ti ho telefonato perche' temevo che sentissi le notizie prima che sentissi la mia voce!!!!" il cuore comincia a battere. Passiamo i controlli. La testa e' in subbuglio come un vulcano. I volti dei passeggeri sull'aereo della Israir sono tesi: "C'e tensione in Israele...dalle vostre parti!!" mi dice qualcuno.
Abito al Kibbuz Sasa, in Galilea, a 900 mt d'altezza. Dalla mia casa si vede il Libano e se si sale su in cima si vede anche la Siria.
All'arrivo tutti mi consigliano di restare a Tel Aviv ma io ho un figlio sul confine. Sento che devo andare. Eppoi la mia casa e' la'!! Dopo due giorni prendo le mie cose e me ne vengo in Galilea!!!!
Per la strada mando un sms dopo l'altro a Yotam. Finalmente dopo il quarto tentativo mi risponde. Da 35 giorni non e' andato a casa. "Ma come fai a cambiarti, a lavarti?" "Mamma, fossero questi tutti i nostri problemi! Non preoccuparti! Se volete potete venire a salutarmi per cinque minuti!!!" non ce lo facciamo ripetere, ci fermiamo a comprare qualche bottiglia di succhi di frutta e nel villaggio druso di Horfeish e compriamo le Sambusak, delle pagnottelle con formaggi e aromi tipici orientali. Ci sono una ventina di ragazzi con lui...le compriamo per tutti!!!
Quando arriviamo e' buio. L'abbraccio e' lunghissimo e lui, con la sua solita calma ci racconta le vicende terribili degli ultimi giorni: gli hezbollah hanno intrapreso un guerriglia senza pieta'. Ci sono trappole dappertutto ma tutti i ragazzi sono pronti a difendere la propria casa in Galilea, a Haifa, ad Afula e se ce ne sara' bisogno a Tel Aviv. Tra i suoi soldati ci sono ragazzi che vengono dall'America, da diverse parti del mondo. I genitori sono preoccupati. Hanno chiesto loro di tornare. Sono ragazzi di 18, 20 anni, dilaniati tra il senso della responsabilita' per questo paese che ha bisogno di ognuno di noi e l'affetto verso i propri cari. Lo salutiamo e nel sacchetto dei sambusak ci mettiamo due vasetti di pesto genovese appena arrivati dall'Italia. Gli occhi gli brillano nel buio!
Quando arriviamo al kibbuz e' tutto deserto. Entriamo nel rifugio davanti a casa nostra, l'unico posto dove c'e' una luce, all'interno ci sono piu' di 50 persone. Alcuni ragazzi giocano a Risico, altri vedono la TV, alcuni siedono in silenzio, gli occhi cerchiati: "Ma perche' non sei rimasta a Tel Aviv? " "Perche', non sei rimasta in Italia?" Sorrido perche' ancora non mi rendo conto. Verso le 21,00 iniziano i bombardamenti. Dalle due parti. La testa sembra scoppiare. Non c'e' un bambino in giro. Sono stati invitati tutti in un kibbuz vicino a Gerusalemme, stavolta sono loro del sud ad accogliere noi e ad aiutare. Continua cosi per tutta la notte. Il responsabile della sicurezza avverte che si deve dormire nei rifugi anche se le nostre case sono fortificate.
Ci risiamo. Siamo di nuovo in guerra. Un'altra di quelle guerre che non vogliamo, che non abbiamo cercato, che non abbiamo provocato. E' luglio. Siamo gia pronti per cogliere le mele, i kiwi, qui, nei nostri frutteti sul confine con il Libano. Siamo pronti a dare lavoro a chi vorra' aiutarci, siamo pronti ad aiutare a costruire case, qui, sul confine con il Libano e su tutti gli altri confini...e allora, e allora Santo Cielo...perche' entrare, scavalcare il recinto e ucciderci a tradimento, a sangue freddo 7 padri di famiglia che erano stati richiamati all'esercito perche' siamo cosi pochi che da noi oltre a tre anni di militare obbligatorio si fanno anche le riserve? Perche rapire due innocenti e far sparire le loro tracce? Perche' non impegnarsi a costruire invece di distruggere tutto? Perche' i capi dei popoli che ci circondano non aiutano la loro gente a vivere una vita tranquilla, a costruirsi un paese tranquillo. Perche', come dice Nasralla, questa gente ama la morte piu' di quel che noi umane e comuni creature di Dio, amiamo la vita?
Prepariamoci a un'altra notte

Angelica Edna Calo' Livne'


Angelica Calň Livnč
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