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PAROLE IN LIBERTA'

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=14829
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Domenico De Ferraro
Oggetto: PAROLE IN LIBERTA'
Inserito il: 15/10/2006 09:10:23
Messaggio:

PAROLE IN LIBERTA’
PER DRAMATIS PERSONAE


Proseguendo dulcis in fondo convinto del male come del bene
sia esso forma che fiorisce sboccia s’ingrandisce scemando lascia sentire il suo profumo ,lasso il tempo in cui fui certo
del vero quanto del senso fatto di pietra tagliata, lavorata , sasso che prende vita acquista una sua forma una sua identità .
La via dei canti analogici, terapeutici ,
macchine ed ingranaggi situati all’interno del cervello
connubio dialogico con altri generi .
La soluzione vede mio caro non risiede nell’essere capace
di dimostrare la propria innocenza , l’estraneità al caso
suddetto nell’ incriminare uno scritto , condurre per vezzo
davanti una corte d’appello un povero uomo
che non ha fatto nulla di male neppure ad una mosca .
Una inutile perdita di tempo è denaro. Mi creda.
Per quanto egli sia affetto da quel suo personale male
che a parere mio è il comune anonimato,
nulla gli potrà impedire al tal dei tali di reagire in modo estemporaneo al sistema che tenta di distruggere i suoi sogni.
Come dargli torto , condannare un uomo poiché egli vive ,
cresce ,crede, studia, legge, soffre.
Anche lui fa parte di questa grande comunità virtuale
oggetto e soggetto , figura arcana , personaggio fiabesco .
Passame appriesse vulesseme fa a guerra a chilli
quattro rubagalline , pè c’è ritruvà accossì gomme forate
a macchina scassata , a cape rotta.
Me so sfastriate voglio ascìre
passeggiare liberamente, voglio dicere come a pensa
che sente, senza tenere paura del giudice
del professore ,del superiore.
Nun aggio fatto niente è male .
Che tè presso ? me sembri che t’abbia morso una tarantola
non starte ad arrabbià a causa de quelli che comandano
All’urna il popolo è sovrano è questo c’è consola ,
come il cacio sui maccheroni ,come la sora rosa nel bar
di via Margotta, mi consenta un paio de coglioni.
Privando l’arte di tali espressione la luna reagisce ,
la ragione compromessa i promessi sposi seguono a passo
fino alla radice il problema occulto la risoluzione del caso
astrofisico per quanto ripeto sia difficile e pericoloso
coniugare il sacro con il profano.
Ci rimane ben poco di questa vita da mezzano .
Permane il problema di fondo
cosa egli voglia veramente rappresentare ?
non certo la sua pudicizia , il suo orgoglio
gli lo impedirebbe , il sua tergiversare girare
intorno e mai giungere ad una risoluzione definitiva al caso .
Fingere per essere , vivere per credere ,
piangere per fottere ,ridere per amare.
Rimane la certezza inqualificabile, la squallida sua figura
agognante con la mano nella bocca della verità.
Oggi nulla è condiviso di ciò che sei ,domani potrebbe andare
meglio forse ci vorranno mesi, anni ,secoli
generazioni e generazioni d’intelligenze addette
a risolvere il caso , per quanto mi viene
da ridere e sarei assai contento se tutto ciò mai avvenisse.
Ma l’essere ritorna e con lui la storia che lo ha creato
lo sforzo immane , il grande sacrificio fatto per comprendere
per conquistare uno spazio libero ove poter pensare
d’essere e credetemi non è una cosa per nulla facile.
Non ti ho cercato per nulla.
Attraverso di te ,io risalgo all’origine del segno
alla scrittura non formulata che traccia il vento
sulla sabbia e sul mare ,alla scrittura selvaggia dell’uccello
del pesce che guizza.
Il Signore del vento ,il signore della sabbia ,
il signore degli uccelli e dei pesci ,attendeva dall’uomo
il libro che l’uomo attendeva dall’uomo
l’uno per essere finalmente consapevole
di ciò che era ed è l’altro per essere finalmente uomo.
Il mare si tinge d’inchiostro le parole annegano
a largo e l’infinito battito del tempo sembra tenere
fermo in sé il segreto dello scrivere, segni antichi
impressi sulle pareti .
Il cammino dell’uomo della sua ricerca nel verbo ,
oblio d’un mondo aldilà di cio che si possa rappresentare,
cogliere l’attimo fuggevole l’espressione arcana i giorni
in cui abbiamo discorso , abbiamo mangiato, abbiamo sperato.
Vennero gli attori in manica di camicia infreddoliti ,tremanti
sorseggiando una bottiglia di vino , assunti in quel teatro
di cose perdute , con tutto il loro vestiti le loro vicende
personali con un cuore ubriaco di vita e canzoni .
Non è facile distinguere l’oggetto dal soggetto ,
perché a me à frittata me sempre piaciuta ,
me la facevo fare ben cotta da mia moglie ,
ch’era bravissima a farla , la frittata poi de zucchine
era na vera bomba.
Son cresciuto con questo desiderio , con questa
inverosimile famelica volontà de divorare frittate.
Di frittate ne ho mangiate e fatte tante in vita mia ,
de uova nel paniere ne ho rotte altrettante che una volta
il mio principale mi licenziò in tronco .
Perché secondo lui non ero capace
d’assolvere il compito assegnatomi ,il ruolo d’ interprete
così un po’ come il dramma di quei sei personaggi senza autore
mi ritrovai a vagare alla ricerca di qualcuno che comprendesse
l’intima mia tragedia .
Nel senso , veda che l’autore che mi creò non volle
poi o non poté materialmente mettermi nel mondo dell’arte.
E fù un vero delitto ,perché chi ha la ventura
di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della morte .
Non muore più .Morra l’uomo ,lo scrittore ,
strumento della creazione ma la creatura non muore più.
Non le sembra straordinario vivere per l’eternità ,
essere alfine immortale , poter recitare
all’infinito la propria parte senza regole senza nessuno
ti imbocchi frasi fatte.
Provi a girare l’angolo di quella lunga strada
narrativa , provai a conoscere i mille personaggi reali e irreali
di quella storia metropolitana, figure e controfigure
losche e meravigliose , venditori ambulanti ,
sballati del sabato sera provai ad uscire fuori
dalla trama di quel racconto inverecondo
avviandomi verso mondi reali , girovagai alfine senza meta .
Tutto l’amore, tutta la certezza dell’esistere del vivere
dell’entrare uscire nella nostra vita, nella vita altrui ,
un mosaico di forme ,sequenze cinematografiche ,
le sembra poco tutto ciò ,c’è ne tanta di storia ,
da mandare un poveretto all’altro mondo.
Grazie mi disse la signora ,ingranando la marcia
della sua mitica utilitaria.
Rimasi ad osservarla andare via con gli occhi sgranati sentivo d’essere un personaggio irrilevante in quella occasione ,
ma la cosa per mia fortuna non mi spaventò tanto.
Così provai ad andare avanti con il costruire una nuova scena ,
entrare e far parte d’una nuova trama
fare da spalla all’archivista capo sarebbe stato un grave errore
anche sé lo consideravo un amicone la cosa tra noi
non avrebbe mai potuto funzionare .
In principio fumavo un pacchetto di sigarette
al giorno la cosa mi faceva sentire all’altezza del mio compito
poi compressi che il fumo mi faceva stare male, tosse, catarro , affanno non avrei potuto più lavorare con nessuna compagnia,
tranne qualche scena in cui serviva urgentemente un povero
uomo ammalato, io non avrei potuto più recitare a soggetto
ciò che io ero capace di rappresentare. Furono scritte
altre pagine ,altre avventure didattiche e antropologiche
per essere etichettate dalla comune morale come testi
inedite mai apparsi sul mercato editoriale ,con le peggiori intenzioni non badai a cosa avrebbero detto sul mio conto
i cinici critici ,il capocomico panciuto dai biondi baffetti m’invito a prendere sul serio la mia parte ciò sarebbe stata
una ottima occasione per conoscere uno ad uno ogni attore
scenografo , ballerino , cantante partire
tutti insieme all’intera compagnia viaggiante
per quella lunga stagione da passare felici all’inferno.


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