Autore Tema: Domenico De Ferraro
Oggetto: POEMA DI COMPLEANNO
Inserito il: 18/03/2007 10:03:55
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POEMA DI MARZO OVVERO DI COMPLEANNO

Semiotica semenza fiorita
nel campo dei miracoli
sillogismi d’antiche greche ideologie.
Egloghe e litanie accompagnano
l’ ignaro lettore per il mondo delle lettere.
Svanito alla ricerca d’un senso nuovo
per dar colore a quei grigi giorni mentre si frigge un uovo
si dà un occhio a cosa hanno scritto gli altri
sfogliando testi dai denti storti .
Attraverso il paese delle favole
a cavallo di ippocampi ipocondriaci
verso la bellezza d’immagine e concetti
narrare l’oscuro senso della poesia.
Senza trovare scusante parcheggiare dove si pare
contemplando il mistero delle consonanti .
La virtuale omerica odissea
addolcita da una dionisiaca danza di marzo
di folletti e satiri, d’impiegati e panettieri
di cantanti e rigattieri di dottori ed infermieri.
Accompagnato da un volgare canto per vicoli e quartieri
scolora il mistero dell’arte e la sapienza delle cose mute.
Non sapere d’essere perduto tra la folla
aspettare l’autobus delle sette per far ritorno a casa
ragionare su vaghi concetti sulla vita d’illustri personaggi.
Viaggiare con la fantasia per luoghi lontani
divenire svanire senza neppure aver bevuto
un caffè al bar dei letterati.
Tristi libri in attesa d’essere letti
taciti in edicole zeppi di giornali
in compagnia d’ uomini senza testa
di mani che afferrano altre mani.
Conoscenze vaghe file d’intellettuali
pronti a giudicarti a rimpicciolire ciò che hai creato.
Incontrare amici colleghi personaggi
d’un moderno melodramma ubriachi per strada neomelodiche
nudi nella loro ragione d’esistere.
Mi sembra assai ridicolo
non avrei mai il coraggio d’agire di traverso.
In un caos di forme e figure
interpreti di scomode commedie surreali
improvvisare alfine uno spettacolo umoristico.
Ogni cosa si ribella al dolore
chiudere gli occhi e navigar lontano
oltre le celesti colonne d’Ercole
verso misteriose galassie sconosciute
ai margini d’un sogno piccino nell’esule canto
solitario e prodigioso d’un popolo definito eletto
paura di cadere afferrarsi al vero al certo ai fatti
all’ illustre senso della vita.
Mentre imperversano nell’etere dibattiti culturali
domande impertinenti risposte irrisorie
frutto di fenomenologie e frasi scurrili
Itinerari fiabeschi teschi e scherzi.
Sboccia il fiore della fantasia ed il profumo
inebria gli invitati al ballo degli insetti
che fa impazzire gli inetti.
Giorni pigri riverso sul letto sfogliando libri d’avventura
sognando di fuggir lontano correndo il rischio di perdersi
in quella fantasia forse ne vale la pena o forse è un modo
di fuggire al vero .
Travolto da un canto di marzo tra violenti improvvisi
acquazzoni il giallo intenso delle mimose rende gaia la ragione
insieme al fiorire degli alberi di pesco che annunziano la mite primavera colorando i vestimenti d’una musa
ricorsa da un fauno su una moto attraverso le strade stracolme
di curiosi turisti apprendisti artisti che hanno allungo recitato
la loro parte nel civile traffico della volgare metropoli .