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Lascia ch'io scriva...

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=16618
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Alessio
Oggetto: Lascia ch'io scriva...
Inserito il: 13/04/2008 16:27:23
Messaggio:

Necessario a volte sedersi sulla riva di un fiume, tra l’erba verde e le margherite in fiore, mentre tutt’intorno sembra risvegliarsi a nuova vita, e di te, al contrario, rimane un pugno d’essenza, briciole d’energia, lacrime trattenute.
Che la giustizia sia dalla mia parte poco importa.
Poco importa quando un senso di solitudine attanaglia il cuore e lo sguardo volge a recuperare quella parte di te, gioiosa e spensierata che con fatica cerchi ma non trovi.
Ed allora la memoria si perde nei ricordi, in quel mare di immagini e sensazioni che popolano il tuo cuore, e ti sporgi verso il sole, tendi le mani per afferrarli e trattenerli con te.
Ma il dramma di un nostalgico quale io sono è la paura di perderli, la fottuta paura che una mattina, appena alzato, i contorni divengano sfumati, le voci ovattate e metalliche, i sorrisi plastici su volti indefiniti.
Scrivo dunque per recuperare frammenti di vita che andrebbero persi, rovinosamente dimenticati da questo mio essere limitato, impedito.
La penna tra le dita, il coraggio e la voglia di condividere con altre anime quello che di più intimo possiedo ; l’essenza.
Ed è in queste pagine bianche ch’io mi manifesto per quello che sono.
A volte mi blocco, vorrei osare qualcosa di più, ma quel senso di pudore mi attanaglia la gola, le mani si fermano ed io resto con lo sguardo fisso verso l’ignoto.
Un sospiro, una sigaretta fumata sul cesso, un pensiero qui e là da rincorrere affannosamente.
Sono queste le sere in cui mi piace stare a casa, la luce calda del mio studio, il divano fuxia dove acciambellata dorme la mia gatta.
Si stiracchia, mi osserva con gli occhi gialli semi chiusi, si pulisce le zampette nere.
Ed io la guardo fiducioso, le sorrido delicatamente, trattengo un bacio nella mia mano e lo soffio verso di lei.
Sembra arrivare quel bacio, forse perché l’amore travalica i nostri confini, sfiora le nostre anime, ci lascia colmi di speranza.
Sono le notti come queste in cui le mie dita battono con ritmo i tasti freddi di questa tastiera con tempismo e velocità per acchiappare tutti i pensieri e metterli nero su bianco.
In questo momento di guerra d’anime e poca serenità me ne sto forzatamente rinchiuso nel mio appartamento al secondo piano.
Ho bisogno di disciplina e concentrazione, ho bisogno di comprensione ed a volte ho l’impressione che il mondo si sia dimenticato di me.
A volte ho avuto l’impressione che anch’io mi dimenticassi di me stesso.
Nel passato è successo.
La scrittura è la mia ancora di salvezza.
Se non avessi questa passione sarei morto.
Morto di solitudine.
I rapporti con le persone che incontro sono assai spesso convenzionali.
Del tempo che fa, delle mezze stagioni mi sono rotto.
Mi rifugio così in questo angolo del mio studio dove seguo la vita degli altri, a debita distanza.
Dei miei amici conosco sfumature ed aspetti ignoti, osservo la gestualità, la mimica, l’inflessione della voce.
Archivio il materiale umano nel mio cuore ed elaboro.
Scrivo di voi, quasi foste delle muse.
Scrivo dei vostri pensieri, dei vostri dolori, della pienezza d’animo e della forza che possedete.
La mia scrittura è ricerca, ricerca del vero o di qualcosa che vi si avvicina.
Le parole scritte mi allenano a comprendere l’alterità di pensiero ed anche quando esterrefatto cerco di comprendere le motivazione a comportamenti che credo ignobili e detestabili, mi soffermo a pensarci, dedicando attenzione e rispetto se necessario.
Questo è l’unico amore che io conosco per l’umanità.
Scrivere le vite degli altri.
Cercare comprensione ed interessamento.
Trovare ricchezza nel vissuto altrui.
Trovare quel senso comune del vivere che appartiene a tutti.
Perché forse è proprio questa l’essenza della scrittura ; comunicare al mondo qualcosa di sé e degli altri per sentirsi meno soli.
In questi tempi di pettorali d’acciaio e di gambe lisce oliate io vedo maschere di gomma camminare verso di me su macchine eccentriche.
Polveri bianche ad alimentare qualcosa di sfarzoso e di irreale.
Chiunque rifugge le proprie ombre nere, le fragilità, il dolore.
Ma forse è proprio in questa accettazione che può germogliare la nostra umanità.
Ed io amo di voi questa imperfezione, la condivido, l’accetto.
Questo il senso del mio scrivere.
Questa la perfezione cui attendo.



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