John Terry/Dorando Petri
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Renato Attolini
Oggetto:
John Terry/Dorando Petri Nella grandiosa sfida per la conquista della Champions League fra il Manchester United e il Chelsea il capitano di quest’ultima, John Terry, ha l’occasione più grande della sua carriera sportiva per passare alle cronache come colui che segnando il rigore decisivo, consegnerà alla squadra londinese per la prima volta nella sua storia il prestigiosissimo trofeo calcistico, coronando una superba prestazione arricchita inoltre da un acrobatico salvataggio di testa su un tiro a botta sicura di un giocatore dei “Reds”. Il destino però gli ha riservato un finale diverso e assai crudele: mentre tutti i suoi compagni stanno trattenendo in gola l’urlo di gioia per festeggiare la vittoria, nel momento decisivo egli scivola sul terreno e spedisce fuori il pallone. Il resto è noto, il Manchester recupera e si aggiudica la partita. John Terry ha la responsabilità della sconfitta e se ne rende perfettamente conto. Le telecamere di tutto il mondo si soffermano impietosamente sul giocatore che piange disperatamente e non riesce a calmarsi. A nulla valgono gli abbracci di conforto dell’allenatore e dei suoi compagni, anche al momento della premiazione è stravolto dalle lacrime. Questa vicenda mi riporta alla mente l’episodio del maratoneta italiano Dorando Petri che giusto cent’anni fa alle Olimpiadi di Londra, vinse la gara, ma fu squalificato perché sorretto dai giudici di gara negli ultimi metri. Non si diede mai e poi pace, da come riportano le cronache, sfidò in seguito il vincitore della medaglia d’oro Johnny Hayes e lo surclassò, ma nulla potè mai restituirgli la medaglia perduta. Così come John Terry se dovesse ripetere cento volte quel rigore non lo sbaglierebbe probabilmente neanche una volta, ma ormai non ha sfruttato l’occasione più importante della sua vita sportiva. In un mondo come quello del calcio, che sembra arido e senza sentimenti, spicca la vicenda umana di questo atleta, del suo sconforto che ha fatto il giro del pianeta. So perfettamente che ci sono cose ben più importanti al mondo per cui vale la pena di commuoversi, però mi sembra comunque una vicenda toccante. E mi preme anche sottolineare, come questa sfida fra titani del calcio combattuta ad un livello agonistico altissimo che qualche volta ha rischiato di finire in rissa si sia conclusa con i vincitori che facevano ala agli sconfitti applaudendoli e consolandoli. Bella forza, si dirà, avevano vinto! Niente di più falso. E’ la stessa squadra, il Manchester United, che nel 1969 eliminata dal mio Milan nelle semifinali di Coppa Campioni, al termine di una partita all’ “Old Trafford” in cui il portiere rossonero Fabio Cudicini parò l’impossibile e fu soprannominato “The black spider”, il “ragno nero” per via della sua tuta di quel colore, aspettò gli avversari all’ingresso degli spogliatoi e li applaudì nonostante la sconfitta. (E’ successo anche a Firenze quest’anno, protagonisti i giocatori “viola” e il loro grande, soprattutto dal lato umano, allenatore Prandelli). Ieri come allora un’altra bella pagina di sport di cui gli appassionati di calcio ne avevano bisogno per dimenticare i veleni e le astiosità che troppo spesso inquinano questa disciplina. Replies:
Inserito il:
22/05/2008 22:05:24
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Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 23/05/2008 08:44:44
Messaggio:
Grande Manchester!!!!
Grazie per il bellissimo servizio giornalistico e le osservazioni.
Lo conserverò con cura, perché sto costruendo un archivio di argomenti che riguardano lo sport in generale e il calcio in particolare.
Mi piacerebbe sviluppare questi argomenti in modo che possano arrivare ai tifosi, ma al di sopra delle tifoserie, non so ancora come, per ora mi limito a leggere e a raccogliere i contributi.
I tifosi del Glasgow che arrivarono a Milano nel 2007 avevano già visto le foto che abbiamo scattato nel 2005 e ci aspettano alla prossima nella loro città.
Siamo sicuri che tutti noi tifosi italiani troveremo accoglienza in amicizia presso spazi riparati dalle intemperie come è avvenuto a Bremen, in Germania, il tutto organizzato dalla tifoseria avversaria, tanto per avere un buon inizio!!!
Elena F.
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