L'orologio a pendolo
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=17012
Stampato il:
25/12/2024
Tema:
Autore Tema: luisa camponesco
Oggetto:
L'orologio a pendolo
Inserito il:
01/10/2008 12:17:02
Messaggio:
Incredibili le cose che si accumulano in soffitta, zia Kate era una vera conservatrice.
- Per sgombrare tutto mi ci vorrà un camion. – Lucy sospirò guardando la montagna di oggetti accatastati un po’ dovunque. Kate se n’era andata un mese prima, silenziosamente, a novant’anni suonati, quella casa era tutta la sua ricchezza e l’aveva lasciata a lei, Lucy Cooper, nipote di sua sorella;
- “una specie d’indennizzo” - aveva detto al notaio. - “per quello che ho tolto a mia sorella”
Lucy non aveva mai saputo cosa fosse accaduto fra sua nonna e Kate, ma le due donne non si erano mai più rivolte la parola. La madre di Lucy, non aveva conosciuto la zia, la nonna glielo aveva impedito.
Quella lettera fu una sorpresa, portava il timbro dello Stato del Maine ed era indirizzata proprio a lei.
“Cara Lucy,
E’ da parecchio che non ci vediamo, se non sbaglio è stato dieci anni fa: eri poco più di una ragazzina; non ti aspettavi questa lettera ne sono certa. Quando la leggerai io sarò su qualche nuvola a passeggiare e a guardare voi che vi affannate ogni giorno a lavorare e magari me la riderò un po’.
Non siamo mai state unite affettivamente e non certo per colpa tua, ma ho una cosa da chiederti e spero tanta tu possa esaudire il desiderio di una vecchia signora un po’ eccentrica, ma che nella vita ha sempre cercato di cogliere il meglio, ed ha avuto più di quanto meritasse. La casa in cui abito è tutto ciò che mi rimane e vorrei te ne occupassi, potrai farne ciò che meglio credi , ma ricordo ancora il tuo sguardo incantato la prima volta che la vedesti.
Troverai, in allegato, anche una lettera del notaio, lui ti darà le chiavi. Vieni presto Lucy il tempo è un fattore importante e se saprai agire con accortezza, potresti trovare molto di più di una casa vicino alla scogliera.
Con affetto
Zia Kate
Augusta 7 settembre 2002”
Fu più per curiosità che Lucy accettò l’eredità, anche se il valore dell’immobile era alle stelle. Dominava la baia di Penobscot, uno spettacolo da mozzare il fiato. Le richieste di acquisto piovevano da ogni parte, ma Lucy non aveva ancora deciso cosa fare.
- Signorina Cooperrrr!!!
Qualcuno la chiamava dal basso, Lucy si spazzolò i calzoni prima di scendere.
-Eccomi!
- Salve signorina Cooper, mi ha mandato l’idraulico è per il lavandino che perde.
- Ah si, prego da questa parte.
Con tutto quello che aveva in mente si era dimenticata dell’idraulico. Il telefono squillò in quel momento.
- Lucy! Sono la signora Gardner ci siamo incontrate ieri ricorda? Mi aveva accennato a voler dare in beneficenza alcuni pezzi della casa di sua zia. È sempre di quell’avviso?
- Si, si, signora Gardner ho solamente bisogno di qualche giorno ancora, devo fare un inventario degli oggetti, la richiamerò al più presto.
Era come se i problemi del mondo le cadessero addosso; si passò una mano fra i capelli e fece un elenco mentale delle priorità, poi si procurò alcuni scatoloni di cartone e tornò in soffitta.
In un vecchio baule trovò lenzuola ornate di pizzo e ingiallite dal tempo, merletti, centri, coprispalle in lana finemente lavorata, fazzoletti con le iniziali K M ricamate in oro, un cofanetto contenente bigiotteria ed infine, avvolto in un telo, un orologio a pendolo con piedestallo e colonnine in marmo. Chissà quanto avrebbe ricavato dalla sua vendita, era piuttosto bello ed, in apparenza in buone condizioni. Quasi non si accorse del biglietto caduto dalla base dell’orologio forse accompagnava un regalo, tanto valeva leggerlo.
La data era davvero significativa : 6 maggio 1932.
Una semplice dedica senza firma:
Lucy lo controllò più volte alla ricerca di ulteriori indizi. Nulla.
- Pazienza – disse ad alta voce – per ora ti metterò sul caminetto.
Il resto della giornata lo impiegò ad imballare suppellettili da inviare al mercatino parrocchiale poi si prese una pausa.
La tazza di tè le scaldava la mani, mentre la brezza dell’oceano le accarezzava il volto. Era un posto magnifico. Nonostante le numerose casette costruite in quegli anni lungo la costa, il luogo manteneva un’atmosfera selvaggia quasi primitiva. Si soffermò a guardare la casa, una villetta semirustica su due piani delimitata, da un lato da un cespuglio di rose e sul retro da un fazzoletto di prato bisognoso di cure.
Un vialetto collegava l’ingresso della casa con la strada principale. Lucy dovette ammettere che la sua posizione era davvero unica tanto da giustificare il crescente interesse delle imprese immobiliari.
Decise di fare una passeggiata prima dell’ora di cena. Scese lungo una ripida scaletta scolpita nella roccia e raggiunse la spiaggia; non era molto larga, solo una striscia battuta dalle onde. Si accorse subito di non avere le scarpe adatte per camminare sul bagnasciuga. Una fitta alla caviglia le strappò un lamento.
- Si è fatta male?
L’uomo era apparso dal nulla, Lucy si mise in allarme.
- Mi scusi, l’ho spaventata, non era mia intenzione. – le tese una mano e l’aiutò ad alzarsi. -Mi chiamo Mike Trevor, lei non lo sa ancora ma sono un suo vicino di casa.
Lucy recuperò la scarpa.
- Piacere Lucy Cooper.
- Lo so, è la nipote di Kate.
- Lei ha conosciuto zia Kate?
- Oh si e molto bene. Mi mancano molto le nostre partite a scacchi e le chiacchierate sulla veranda. Con sua zia parlavamo di tutto, dalla politica all’astronomia, era una donna di grande cultura. Ha parlato anche di lei….
- Di me?
- Certo, e si rammaricava di non poterla vedere spesso. Sua zia è morta in pace col mondo ma forse il mondo non era in pace con lei.
Lucy cercò di celare l’imbarazzo che quella conversazione le stava creando.
- Si è fatto tardi, la ringrazio per l’aiuto ma devo rientrare.
- Spero di rivederla presto. – disse l’uomo allontanandosi
Lucy salì in fretta la scaletta dette un ultimo sguardo all’orizzonte prima di entrare in casa. Sedette davanti al camino e si rese conto di quanto poco sapeva di sua zia. Il ticchettio dell’orologio a pendolo e il suo movimento ipnotico la fecero addormentare. Scoccarono le dieci di sera
- Ragazze sbrigatevi la funzione sta per cominciare, lo sapete che il Pastore si arrabbia se qualcuno arriva in ritardo.
- Eccomi mamma!
- Dov’è Kate?
- Non ha ancora deciso che cappello mettersi!
- Adesso ci penso io, tu Samantha sali in carrozza!
La cappella era già gremita quando giunsero le sorelle Mills, Kate e Samantha, con i genitori.
- Guarda Kate c’è anche lui!
Samantha diede una gomitata alla sorella, l’oggetto delle sue attenzioni era il giovane Jason Evans figlio del notaio del paese. Samantha non pensava ad altro, era perdutamente presa da quel ragazzo, per poco non svenne quando, alla fine della cerimonia, il ragazzo si fermò a parlare con loro.
- Signori Mills, signorine Mills, mi scuso per l’intrusione ma volevo informarvi che stiamo organizzando una pesca di beneficenza a favore degli orfani di guerra e mi chiedevo se volevate contribuire con qualche oggetto, che a voi non serve più ma potrebbe essere utile per altri.
- È davvero una iniziativa lodevole, può contare senz’altro su di noi. – rispose il signor Mills
- Oh papà io saprei già cosa dare! – Samantha non nascose il suo entusiasmo.
Era mezzanotte e Lucy si svegliò di colpo, quello strano sogno l’aveva turbata, soprattutto per il realismo con cui lo aveva vissuto; diede colpa alla stanchezza e al cambiamento di abitudini. Dormì fino a mattino inoltrato ed il pendolo batté le nove.
- Dove vai Samantha?
- Porto questi oggetti alla pesca di beneficenza.
- Fatti aiutare da Kate. – La signora Mills non gradiva che le ragazze uscissero da sole, ma non voleva pensassero ad una sua mancanza di fiducia.
- Come mai ti sei messa l’abito nuovo? – chiese Kate
- Questo non ti riguarda, aiutami piuttosto a portare quel sacco.
Kate sorrise, in fondo conosceva già la risposta.
Trovarono Jason letteralmente sommerso da scatoloni.
- Ben arrivate signorine, credo che la pesca di beneficenza sarà un vero successo soprattutto con il vostro contributo.
- Le serve una mano?- Samantha si era fatta avanti con passo deciso.
- Non osavo sperare tanto. – rispose il giovane.
Si misero subito al lavoro, Samantha, con le gote rosse dall’emozione, non perdeva l’occasione per rimanere il più vicino possibile a Jason e più volte, nel corso della mattinata, le loro mani si toccarono.
- Oh Kate sapessi quanto lo amo, farei qualsiasi cosa per lui.
- E lui lo sa? Cosa prova per te?
- Anche lui mi ama, l’ ho letto nei suoi occhi.
- Se fossi in te sorellina terrei i piedi per terra.
- Ti odio Kate quando dici così.
Samantha si allontanò dalla sorella con passo veloce.
- Ha fatto bene a non forzarlo è un mobile stupendo e di grande valore, risale sicuramente a metà ottocento. Mi serve solo un piccolo cacciavite, sa dove sono gli attrezzi?
Lucy gli porse una cassetta in legno e Mike, dopo attento esame, scelse ciò che faceva al caso. Bastarono pochi minuti e il cassetto si aprì e poiché ritenne che il contenuto fosse personale, salutò Lucy e se ne andò. Solo più tardi lei si accorse di non averlo ringraziato, ma ciò che stava esaminando era la risposta a molte sue domande.
L’album, in pelle nere, raccoglieva le fotografie di famiglia, mostravano bambini sorridenti accanto ai genitori in abiti d’epoca, e poi man mano come sfogliare il tempo, mutavano le pose e lo stile degli abiti ed infine la vide. Il ritratto era grande, prendeva tutta la pagina; due ragazze sorridenti sulla spiaggia con gli ombrellini parasole. Kate e Samantha esattamente come le vedeva nei suoi sogni.
Non aveva mai visto quella foto prima d’ora, allora come faceva a ricordare quei volti? Un brivido le percorse la schiena.
Samantha era sua nonna, ma stranamente lei assomigliava più a zia Kate. Chiuse l’album di colpo e riprese fiato. Frugò ancora nel cassetto, le lettere erano legate da un nastro di seta blu, la più recente portava il francobollo dell’India quando questa era ancora una colonia inglese.
La tentazione fu più forte della discrezione e la lesse.
“Gentile signorina Kate Mills
E’ con grande dispiacere che le comunico la prematura scomparsa del carissimo signor Jason Evans, caduto in una imboscata dei ribelli nel nord del paese. Di lui rimarrà sempre il ricordo di tante opere buone fatte in favore dei più poveri e dei più deboli.
Il suo ultimo pensiero è stato per lei.
Le giungano le mie sentite condoglianze
Martin Bellows
Jaipur 12 febbraio 1944”
Lucy si sentì confusa, questo fatto non legava con i suoi sogni; doveva essere Samantha la donna che amava, allora perché il suo ultimo pensiero è stato per Kate? Per il momento non c’era risposta e poi simili emozioni in un sol giorno erano più che sufficienti.
Trascorse il pomeriggio sbrigando la corrispondenza e imballando altri oggetti poi, alcuni uomini del villaggio l’avevano aiutata a portare nel salotto la famosa scrivania. Si lasciò andare su di una poltrona ad ammirarla e la stanchezza prese il sopravvento. L’orologio a pendolo suonò le sei della sera.
La luna rischiarava la baia disegnando una scia d’argento sull’acqua. Un uomo e una donna camminavano affiancati tenendosi per mano e dall’alto della scogliera ascoltavano il rumore della risacca.
- Non puoi farle questo Jason, morirà di dolore.
- Non ho scelta amor mio, io non so fingere, e non chiedermi di farlo.
- Ma lei è convinta che tu l’ami, sta pensando ad un possibile matrimonio. Ieri è andata ad Augusta per cercare un abito da sposa.
- Non ho fatto nulla per farle credere questo, credimi Kate, te lo giuro su ciò che mi è più caro, il mio amore per te.
- Non puoi restare con me Jason, anch’io sto soffrendo ma per il bene di Samantha sono pronta a sacrificarmi.
- Stai sacrificando anche me.
- Forse anche tu l’ami e non te ne rendi conto.
- Se così fosse lo saprei. Oh Kate ti prego sposami!
- Devi sposare Samantha! – Kate urlò, era un grido di dolore che chiudeva definitivamente la porta del suo cuore.
- Lo sai che non posso Kate, sarebbe mentire e Samantha non lo merita, merita un uomo che l’ami per davvero. Penso di partire, la nostra chiesa ha aperto una missione in India, aiuterò il pastore. Ancora una cosa Kate, vorrei tu tenessi questo, l’ho preso per te.
Jason prese la sacca che aveva portato con sé e ne estrasse un orologio a pendolo.
- Ti auguro segni sempre le ore belle della tua vita. Addio Kate, sarai sempre nei miei pensieri.
Corse via perdendosi nel buio della notte, mentre Kate stringeva al petto l’orologio come fosse la cosa più preziosa.
- L’orologio a pendolo batté l’una di notte, Lucy aprì gli occhi lentamente e non si mosse. Incominciava a capire, zia Kate le aveva mandato dei messaggi, ora conosceva il vero motivo per cui suo nonna e Kate non si erano più rivolte la parola. Ricordò quelle di Mike Trevor “ Sua zia è morta in pace col mondo ma forse il mondo non era in pace con lei.”
Toccava a lei Lucy Cooper, nipote di Samantha, mettere la parole fine. Quella notte dormì pochissimo ma all’alba sapeva cosa fare.
Spalancò la finestra e respirò l’aria fresca del mattino mentre l’orizzonte si tingeva di rosa. Fece una abbondante colazione, si vestì di tutto punto, indossò scarpe comode e scese a passeggiare sulla riva dell’oceano. I bianchi gabbiani le volavano attorno e finalmente sentì d’essere in pace con sé stessa.
- Questa volta ha le scarpe giuste!
Mike Trevor l’aveva raggiunta e Lucy non ne fu sorpresa.
- Ho deciso di stabilirmi qui! Mi organizzerò per il lavoro.
- Questo vuol dire che non vende più.
- Infatti, con qualche piccolo accorgimento la casa diventerà bella come prima.
- Posso esserle utile in qualche modo?
- Naturalmente, l’aspetto nel pomeriggio. –
Nel salotto tutto era pronto, la scacchiera sul tavolo con accanto il servizio da tè in porcellana. Quando Mike Trevor la vide ebbe un attimo di sconcerto.
- Per un momento ho creduto di vedere Kate.
- Lascio a lei la prima mossa – rispose Lucy invitandolo a sedersi.
- È sicura?
- Mai stata più sicura!
E mentre i due si fronteggiavano studiandosi a vicenda, l’orologio a pendolo batté cinque rintocchi.
Luisa Camponesco
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