La finanza e il suo simulacro
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da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: balenodiluce
Oggetto:
La finanza e il suo simulacro Se si guarda con attenzione a tutto ciò che ci accade intorno si può trarne un messaggio o un insegnamento concreto. Sarà questo TAO a sorreggere un pensiero che in questi giorni mi accompagna e che vorrei condividere.
Inserito il:
16/10/2008 11:08:02
Messaggio:
Si discute di quanto, con insistenza, viene chiamata la più grave crisi finanziaria dagli anni '30. Anche io non mi sono sottratto dal chiedere ad un operatore finanziario: "...è un bluff o una cosa seria ? " e lui mi ha risposto: " E' una cosa molto seria. ". Lo avremo fatto in tanti.
Perchè questa esigenza immediata, spontanea, di voler sapere se si tratta di simulazione o di questioni concrete ? Forse perchè la finanza ( non solo lei ) è un significante il cui significato ha perso un suo ancoraggio. La finanza, come segno, ha ormai difficoltà a rinviare, nella sua oscillazione combinatoria, nella sua rincorsa ad astrazioni, con la veloce tempistica che le offrono gli strumenti informatici, a quanto può definirsi " cosità ", intesa non solamente in qualcosa che può toccarsi ma nel senso più ampio della funzionalità che le parole hanno nei confronti del proprio significato.
E' come se tutti gli elementi di una struttura cominciassero ad ondeggiare in diverse direzioni privilegiando una mera logica combinatoria e sottraendosi alla loro funzione, alla loro utilità, alla concretezza, ritenendo questi, al massimo, arcaici elementi di una combinazione. Potrei parlare di etica, tossicità, risparmio, controlli ma non lo faccio per seguire una logica che non distolga dal ragionamento.
Se così fosse ci troveremmo solo in parte in una grave crisi finanziaria e almeno in pari misura nella prima grave crisi linguistica del nuovo secolo.
In altre parole affrontare questa crisi con i soli strumenti finanziari, a mio avviso, significa non aver colto il problema.
In questi giorni è stato detto: è un problema finanziario, lasciamo che discutano e decidano coloro che se ne intendono di finanza.
E' chiaro che c'è una componente tecnica ma è tutta interna al suo codice e chi fa ad esempio speculazione sa che la risposta sarà all' interno di quel codice. Dunque la risposta al problema è già debole in partenza.
Continuare in questa autoreferenzialità dei codici e degli strati sociali non può produrre la soluzione dei problemi di questo tipo e in diverso modo è essa stessa fonte di problemi nella società.
Quello che sta mancando sono i diversi apporti del sapere, di fronte alla evidente crisi strutturale non si può indefinitamente contare sulla prudenza e la saggezza di tutta quella gente che riesce ancora ad ancorare un valore alle cose.
E' il momento che la linguistica, la psicologia, la sociologia, le scienze umane facciano la loro parte ed escano dalla loro autoreferenzialità. Rischiando anche nei confronti della politica, delle carriere e dei loro codici settoriali.
Non è affatto provocatorio sostenere che leggere quanto già avanzato trent' anni fa a livello epistemologico da Roland Barthes e poi sviluppato da Jean Baudrillard ad esempio nel suo " Lo scambio simbolico e la morte " non possa essere più utile alla ricerca di una stabilizzazione finanziaria di quanto possano fare o dire sofisticati e brillanti operatori finanziari che in questi giorni scommettono al ribasso e sulla perdita di valore dell' economia, dei beni, sul simulacro e sulla stessa morte della finanza.
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