Inserito il: 22/08/2012 11:28:59
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Fra qualche giorno sarò di nuovo in città, non so decidermi se esserne contenta oppure no. Ieri pomeriggio la colonnina di mercurio ha segnato 35° all’ombra, solo a notte inoltrata ho trovato un po’ di refrigerio, non è un fatto così strano, anche in passato è accaduto qualcosa di simile lo rammento bene come lo rammenta la gente del posto.
Anche stamattina ho fatto la consueta corsetta sul lungo lago, incontro sempre le stesse persone, alcune italiane ma la maggior parte straniere. Cronometro i minuti, sempre alla stessa ora, sei minuti dai campi da tennis all’imbarcadero, 15 minuti al cancello di casa e ritorno, un paio di km, certo non potrei andare alle Olimpiadi, ma spesso mi soffermo ad ammirare i colori dell’alba, sempre uguali e sempre diversi e questo mi fa perdere tempo, ma credetemi ne vale la pena.
È stata un’estate importante, la bella festa degli “Amici della miniera”, l’ inaugurazione del terzo murales e soprattutto l’uscita del primo numero del nostro giornalino “Il faro d’Eridio”, insomma una bella giornata, di quelle da custodire nei cassetti della memoria.
Il pensiero di tornare ai primi di settembre rende meno dura la partenza, festeggerò i 50 anni di matrimonio di una coppia di “vecchi amici” e poi un incontro con la redazione del giornalino per decidere i pezzi da inserire nel secondo numero.
Aspetto che il sole si nasconda dietro la cima del monte Paghere e l’aria fresca della sera porti sollievo, questo avviene puntualmente alle ore 18 e allora salgo in paese a trovare il farmacista, la fornaia, due chiacchiere con la merciaia, una sosta sul lago, una coppa di gelato da gustare sulla panchina e alla sera, sul terrazzo, aspetto che s’accenda lo spettacolo del cielo stellato che, in assenza di inquinamento luminoso, è notevole.
E così giorni e settimane sono volati, chiuderò le ante, staccherò la corrente elettrica, con un po’ di malinconia mitigata dal fatto che per pochi giorni tornerò e a settembre, credetemi, i sono colori fantastici.
Luisa Camponesco
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