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L'armadio dei sogni

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=3075
Stampato il: 23/10/2024

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Autore Tema: ophelja
Oggetto: L'armadio dei sogni
Inserito il: 29/01/2003 13:38:24
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Ogni sera, prima di andare a letto, l’uomo apriva il grande armadio intagliato.

L’armadio, da sempre in casa sua, era di legno scuro e lucido, dalle ante asimmetriche, su una delle quali era inciso, in altorilievo, un albero con radici contorte, dai rami intrecciati fra di loro e foglie di varia grandezza, che ricordavano vagamente dei cuori. Sulla cornice erano intagliate figure di uccelli, stelle e, proprio al centro, due occhi enigmaticamente chiusi.

L’uomo rimaneva un attimo a pensare e poi, con decisione, apriva uno dei piccoli cassetti allineati all’interno dell’armadio.
I cassetti erano tutti uguali, tutti con una piccola maniglia di ottone , tutti vuoti.
Per lo meno all’apparenza.

Quel gesto era effettuato con grande circospezione dall’uomo che si fermava a pensare un momento: apriva il cassetto prescelto, lo controllava guardandone l’interno e aspirandone l’aria; infine, accostando le ante, chiudeva l’armadio.
E andava a dormire.

La notte avvolgeva ogni cosa nel suo silenzio mentre le stelle brillavano con il chiarore di mille mondi sconosciuti e lontani.
….
“Ho perso la strada” pensava tra se’ il soldato romano mentre attraversava la palude parallela al mare.
Il gracidare delle rane era l’unico accompagnamento all’ansimare del suo cavallo.

“Buono, Sirio” gli parlava per farsi coraggio Lucio Valerio.
“Vedo già il promontorio di Atixa con il suo altare votivo. Non manca molto al nostro accampamento.”

Dune di sabbia ricoperte da erbe striscianti, e su tutto il sole, implacabile, in una giornata di luglio.
Il territorio che stava attraversando era la terra dei feroci Sanniti, da sempre in guerra con Roma .
“Il tuo è un compito da eroe” gli aveva detto il generale Attilio Decio consegnadogli il dispaccio urgente per le avanguardie e che il giovane aveva inserito sotto la tunica, proprio sul cuore.

Ma ora Lucio Valerio era stanco.
Aveva galoppato dal mattino presto cercando nel fiume e nel mare i suoi punti di orientamento in quella regione nemica.
Anche il cavallo era sudato e il suo incedere era incerto su quel terreno cedevole e pieno di sassi affioranti, coperti appena da un velo di sabbia.
Il mare con le sua acqua trasparente sembrava invitarlo ad un bagno rinfrescante.
“Andiamo Sirio, facciamo una piccola sosta”.
Smontò da cavallo e si tolse l’elmo infuocato dal sole . Si sfilò il disco di ferro che portava come pettorale sulla corta tunica di lana rossa, ripose il dispaccio con il sigillo del generale sotto le sue vesti accatastate sulla sabbia , si tolse i calzari ed entrò in acqua.

Piccoli gruppi di pesci scapparono in diverse direzioni mentre la sua ombra ballava sulla superficie dell’acqua increspata dal soffio di un vento leggero.

Sirio, con le briglie a terra, senza il peso del padrone , muoveva il suo mantello nero con brividi improvvisi mentre con la coda scacciava le mosche prontamente accorse, richiamate dal suo sudore.

All’improvviso il nitrito di Sirio, un sibilo nell’aria e già la macchia di sangue si allarga nell’acqua dove giace riverso Lucio Valerio, colpito da una freccia alla testa…..
….
“Ancora un incubo! Ma dovrò pur trovarlo una notte il cassetto con il sogno su Marilyn Monroe!” pensava l’uomo ansimando, mentre un leggero cigolio proveniva dall’armadio dai mille cassetti….


ophelja


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