Pensando a Teresa e a Livia
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: ophelja
Oggetto:
Pensando a Teresa e a Livia
Inserito il:
04/06/2003 12:58:36
Messaggio:
Tanta gente è venuta a salutarmi…parole sottovoce, pianti sommessi, ricordi di tempi lontani; fiori… C'erano tante rose …le mie preferite….e adesso, finalmente, silenzio.
La vita, questo continuo susseguirsi di giorni e notti, è stata lunga per me , e mi è scivolata intorno con la semplicità con cui scorre l’acqua di un fiume.
Ho vissuto novanta lunghi anni segnati da gioie e da dolori…quanti dolori… Su tutti un chiodo nel cuore: come avrei potuto rassegnarmi alla perdita di un figlio?
Se ne andò in un dicembre addobbato a festa di venti anni fa’: tutto era pronto nella grande casa per salutare l'anno che si sarebbe aperto con un’altra nascita: il suo quinto figlio, il maschio tanto atteso …
Invece, una smorfia di sofferenza, le mani al petto, un soffio di voce per dire "mio Dio" e già la sua vita era solo l’impronta su un cuscino...
Il suo rimpianto ha accompagnato ognuno dei miei giorni vissuti dopo quel terribile giorno….
Ora so che lo rivedrò e sono felice.
E tu chi sei, dolce ragazza che dormi vicino a me?
Il tuo viso di bambina ha un'espressione di stupore…io sono vecchia e per me era un appuntamento già tante volte rinviato dalle solerti cure dei medici, ma tu, piccola, come sei giunta a questo terribile momento?
Cosa ha interrotto il tuo gioioso tracciato di vita?
"Il mio nome è Livia e per me la morte è arrivata con le sembianze di un amico.
Mi fidavo , ma lui , il ragazzo incontrato alla festa, non mi guardava mai negli occhi.
Un tuffo nelle acque calde di un mare da cartolina, risate per niente e un abbraccio prepotente…poi, solo le sue mani intorno al mio esile collo…
La luce della luna mi ha trovato riversa sulla sabbia. Se ho avuto paura? Ho pianto mentre vedevo sfuggire la mia giovinezza fra mille bolle di schiuma , cullata dall’andirivieni delle onde dell’oceano in una notte d'inverno ai tropici….
Ma i giovani non accettano mai i consigli e neanche io ho voluto leggere le preoccupazioni sul viso di mia madre.
Mamma…oggi l’ho vista senza lacrime e tanto vecchia….possibile che non mi sia mai accorta che ha già tutti i capelli bianchi?
Devo ricordarmi di abbracciarla spesso e di dirle che le voglio bene….”
La notte, arrivata fra lo stormire leggero delle foglie, depone il suo velo di buio sulle due donne e finalmente la vita, non piu’ impigliata fra le maglie dei ricordi e delle emozioni, si libra su di loro come farfalle che, rincorrendosi e aspettandosi, si affidano al soffio di un vento gentile.
Marzo 2003
ophelja
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