Il flauto magico
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da : Concerto di Sogni
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22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Livio
Oggetto:
Il flauto magico Il Flauto magico In questo ultimo periodo scrisse nella forma popolare del singspiel , “Il Ratto del serraglio” con l’intento di cooperare alla nascita di un teatro nazionale lirico di lingua tedesca. Il racconto:introduzione Tamino vuole sottoporsi alle prove per potere sposare Pamina.
Inserito il:
04/06/2003 16:29:15
Messaggio:
W.A. Mozart nacque a Salisburgo nel 1956 e morì a Vienna nel 1971, anno in cui la rivoluzione Francese aveva raggiunto la fase più cruenta.
L’Ancien Régime era ancora imperante e non si era ancora affacciata alla storia la figura di Napoleone Bonaparte che avrebbe scosso le coscienze di tutta l’Europa, portando una ventata di aria nuova.
W.A. Mozart in soli trentacinque anni di vita, caso unico della storia della musica, consegnò all’umanità capolavori di ogni genere musicale: musica strumentale, religiosa, da camera, operistica.
Capace di riprodurre nei minimi particolari ciò che udiva, questa peculiarità gli diede la facoltà di ricreare artisticamente tutte le esperienze musicali europee, che erano vastissime, dati i suoi numerosi viaggi.
La sua musica subì una evoluzione articolata in tre periodi:
- stile galante, ricco di ornamenti- di brevissima durata
- stile classico, lineare, simmetrico, che, da un punto di vista espressivo manifesta gioia, meditazione, grandiosità;
- la musica degli ultimi dieci anni della sua vita, più ricca e complesa, che presagisce il movimento romantico.
Fu l’ultimo musicista ad indossare la divisa del lacchè al servizio del Principe di Salisburgo Hyeronimus Colloredo chiudendo l’epoca del mecenatismo.
Spirito libero, abbandonò l’incarico, benché i tempi non fossero ancora maturi per avere una propria indipendenza artistia.
Scrisse tuttavia in seguito all’incontro con il poeta italiano Lorenzo Da Ponte,le sue tre più belle opere:”Le Nozze di figaro”, “Don Giovanni”, “Così fan tutte”, in stile italiano con arie e recitativi.
Nel 1971 ,un suo amico e ammiratore, Schikaneder, capocomico, direttore di un teatro di periferia a Vienna, Au Wiener, gli preparò il libretto del “Flauto magico”, che si inseriva nel gusto del “teatro barocco del meraviglioso” che incantava il pubblico popolare dei sobborghi di Vienna.
Concepita come Singspiel , con arie, lieder, parti recitate in luogo dei recitativi all’italiana dove i buoni si riuniscono e i cattivi sprofondano.
Con la musica di Mozart, di una bellezza che non si riesce a descrivere, i personaggi diventano vivi veri, ci si appassiona alle loro avventure, si parteggia per loro.
I musicisti tedeschi dell’ottocento consideravano quest’opera il manifesto dell’opera tedesca e la elessero a loro emblema.
Ancora oggi nulla ha perso del suo fascino e mantiene intatta tutta la magia della sua musica.
Livio Clava
Tanto tempo fa viveva in Oriente un Re saggio che regnava sul sistema solare.
Un giorno, durante una gita in montagna, il Re si era perduto ed era stato sorpreso da un violento temporale.
Aveva trovato riparo sotto una vecchia quercia da cui aveva ricavato un flauto.
Come lo portò alle labbra si ritrovò nel suo castello dove poté riabbracciare sua moglie, la Regina della notte e la figlia Pamina.
Gli dei avevano dotato il flauto di un potere magico e tutti coloro che l’avessero suonato sarebbero stati protetti dal malvagio come chiunque avesse ascoltato le sue note sarebbe stato condotto sul sentiero del bene.
Atto primo
Paesaggio montuoso, sullo sfondo un tempio.
Tamino, principe giapponese, in abiti da cacciatore, entra in scena inseguito da un serpente.
Sopraffatto dall’emozione , cade svenuto.
Le porte del tempio si aprono ed escono le tre damigelle che, ucciso il serpente, ammirano il volto del giovane e in fretta si allontanano per avvertire la regina della Notte.
Tamino, ripresi i sensi e visto il serpente morto, si stupisce e crede di dovere la sua salvezza ad uno strano personaggio appena comparso: è Papageno , un uccellatore vagabondo vestito di piume, che suona uno zufolo.
Intanto le tre donne mostrano a Tamina il ritratto della figlia dalla regina della notte: la bellezza della giovane lo colpisce profondamente.
Ma la ragazza è stata rapita dal Mago Sarastro che voleva educare la figlia del re suo amico, ora morto.
Tamino si offre di cercare e salvare la ragazza.
Le tre donne allora gli donano il flauto dotato di poteri magici, liberano Papageno, al quale nel frattempo avevano lucchettato la bocca, e gli ingiungono di seguire Tamino fino al castello di Sarastro. Anche a lui consegnano uno strumento magico, un carillon.
Arriviamo finalmente nel castello di Sarastro.
Monostato,il carceriere, si spaventa alla vista del variopinto Papageno, che così si può avvicinare a Pamina e rivelarle di essere inviato da sua madre per liberarla con l’aiuto di un Principe straniero.
I due fuggono ma Sarastro li rintraccia. Pamina chiede perdono e Sarastro si dichiara pronto a concederla in moglie ad un cavaliere che ne sia degno, però non le concederà mai di tornare da sua madre.
Il crudele Monostato cattura il Principe Tamino e chiede una ricompensa.
Atto secondo
La prima prova è il silenzio. Rimasti soli Papageno e Tamino vengono avvicinati dalla regina della Notte e dalle tre donne che cercano di dissuaderli dall’impresa, ma invano.
Monostato vede Pamina addormentata in un boschetto e cerca di baciarla , sopraggiunge la regina della Notte a proteggerla.
Nel frattempo ol principe tamino deve superre altre tremende prove, quella del fuoco e quella dell’acqua, ci riuscità con l’aiuto disamina e del flauto magico.
Con il carillon magico invece Papageno riuscirà a fare ricomparire la sua promessa sposa Papagena e in un tripudio di goia finsce lo spettacolo.
Livio Clava
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