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teatro-una divertente commedia-On Panatonin

Stampato da : Concerto di Sogni
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Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto: teatro-una divertente commedia-On Panatonin
Inserito il: 15/07/2003 16:00:46
Messaggio:

Camillo Cima,autore, regista, caricaturista fu una della colonne del teatro milanese ed il primo a scrivere una commedia dialettale con forti richiami a momenti storici e sociali della Milano dell’Ottocento.
Scrisse Luigi Medici nella sua “Letteratura milanese”: Camillo Cima di famiglia milanese e di spirito battagliero , democratico, fondatore e direttore dell’”UOMO DI PIETRA” scrisse numerose commedie, alcune delle quali potrebbero ancora oggi tenere un posto di prim’ordine, contenendo quella sana e bonaria serenità ambientale prettamente ambrosiana.

Una commedia.
Messa in scena per la prima volta il 27dicembre 1887, è forse la più nota e certo la più delicata.

On panattonin

Atto primo

E’ la vigilia di Natale del 1835: un giovane Ambrogio, in dialetto Brosoe, nasconde il suo messaggio d’amore all’interno di un piccolo panettone, un panettone monodose, si direbbe ora. E lo dona alla ragazza dei suoi sogni, Letizia.
In questo piccolissimo dolce ripone tutte le speranze per il suo futuro con lei e le scrive anche di darle un cenno di assenso nella stessa sera, vigilia di Natale, dove si ritrovano tutti, amici , parenti, bambini per una grande festa con l’estrazione dei numeri del LOTTO’, la tombola che si faceva in casa.
Arrivano amici e parenti. Uno di loro è afflitto da postumi di congelamento in seguito alle campagne napoleoniche in Russia, un altro ci parla con grande entusiasmo di un viaggio a Venezia con la nuova invenzione di servizi con il cambio dei cavalli alle stazioni postali, evitando le lunghe attese per il riposo delle bestie affaticate.
Letizia avrebbe dovuto comperare tre biglietti, questo sarebbe stato un segnale di assenso, ma non li compera.Non pensa ad altro che al suo piccolo panettone.
Le ragazze sono sempre state abbastanza smaliziate, ma la nostra tenera Letizia era un po’ ochetta e molto nelle nuvole. La felicità di avere avuto in dono “on panattonin” dal Brosoe la commuove immensamente e non pensa di mangiarlo, anzi pensa di conservarlo amorosamente.

Quando il ragazzo si accorge che la Letizia non ha acquistato tre biglietti per il Lottò, sbianca, si sente male, fugge.
A questo punto il pianoforte accompagna il doloroso lamento di Ambrogio e termina con una sfrenata canzone da parte di tutti gli attori in scena a chiudere allegramente il primo atto.
Le poesie della parte musicale sono state composte dallo scrittore Luigi Santucci e le musiche dal maestro Vittorio Pinotti, autore milanese insieme a Luisin Tassista ( lo scrittore Luigi Carcano) di operette e canzoni milanesi.

Atto secondo


Sono passati cinquant’anni. Letizia si è sposata, ha i capelli grigi, è oramai una distinta e posata signora. Ha allevato la Evelina,la figlia di suo fratello, morto prematuramente con la moglie.
Già, non vi ho detto che nel primo atto era un bambino e doveva imparare la musica!...

La Evelina dovrebbe sposarsi con un bravo giovane. Ecco la nostra vecchia conoscenza,il padre del promesso, “el Brosoe”, ora "Signor Ambrogio", molto distinto, con canna e cilindro, viene a conoscere i parenti della Evelina.
La Letizia si sbianca quando lo riconosce, però sono passati tanti anni, che diamine, siamo persone di mondo. Il signor Ambrogio, accenna al panettoncino, davanti all’attonito ed ignaro marito.
La Letizia, con aria ancora candida dice: “Ma io non l’ho mai mangiato”, va a prendere un cofanetto da cui estrae tutto rinsecchito un panettone di cinquant’anni prima.
Pian piano , ecco , estrae per la prima volta, ancora ottimamente conservato il bigliettino che non fu galeotto.
Grande suonata nel finale.
Mi sono molto divertita. Questa commedia viene spesso ripresa dalla compagnia dialettale "Il nodo" a Milano e dintorni.

Notizie in


www.teatronodo.it



Edited by - elenafior on Jul 16 2003 16:26:45

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Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 14/11/2004 12:01:47
Messaggio:

aggiornamenti:
On panatonin
- Locandina -

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Ricordo della Franca Brambilla -

La "Franca" aveva insegnato per anni al Piccolo Teatro di Milano "Storia del costume". Amava farsi confezionare con stoffe e modelli d'epoca gli abiti dei suoi personaggi.
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I suoi personaggi meneghini erano via via donne della piccola borghesia,oppure personaggi di popolane in cui la furbizia e un sano senso pratico si univano ad un gran cuore, come la Felicita Colombo, la "cervelera" celebrata al cinema dalla Dina Galli e portata in teatro con il Nodo dalla Brambilla; il personaggio della Dirce, la portinara che esortava :"damm chi la forbeseta, te scurti la succheta"( dammi la forbice, ti accorcio la gonna)la figlia del Tecoppa, che doveva farsi ricevere dal "Giudes" per perorare la causa del padre.
Nella commedia del Cima "On panatonin" all'inizio del primo atto e nell'intermezzo tra il primo e il secondo atto, elegantemente vestita, destreggiandosi con un delizioso ombrellino d'epoca, ci racconta dei costumi dell'epoca della commedia che si svolge nel 1927, la prima pèarte e 50 anni dopo,la seconda.
Ci insegna come si trascorreva la vigilia di Natale, con il gioco del Lottò, i garzoncini di panettiere che , alla vigilia, vendevano piccolissimi panettoncini di casa in casa, la lezione di pianoforte nel piccolo salotto borghese e...
Ecco un ricordo della Franca Brambilla durante gli intermezzi del Panattonin.

Edited by - Elena Fiorentini on 14/11/2004 12:21:18


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