Prima della quiete - Storia di Italia Donati
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da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: lori
Oggetto:
Prima della quiete - Storia di Italia Donati E’ appena uscito, edito da Rizzoli (pag.243 € 15), Prima della quiete, l’ultimo romanzo di Elena Gianini Belotti, scrittrice romana che da anni ha scelto come seconda dimora Trequanda e la tranquillità della campagna chianina . “Prima della quiete” ripropone argomenti da sempre presenti nelle opere della scrittrice: la denuncia delle discriminazioni , l’osservazione attenta della natura che ci ha mostrato in “Voli”, il saper entrare nell’animo e nella testa delle sue protagoniste, come nel romanzo “Apri le porte all’alba”. Ancora una volta Elena Gianini Belotti sta “Dalla parte delle bambine”. E delle donne.
Inserito il:
15/07/2003 22:01:06
Messaggio:
Il romanzo riporta alla luce una drammatica vicenda d’altri tempi, oggi completamente dimenticata, quella di Italia Donati, una giovanissima maestra della Val di Nievole vissuta nella seconda metà dell’ottocento, vicenda di cui si interessò Matilde Serao mentre Il Corriere della Sera le dedicò numerose cronache.
Nata nel 1863 da genitori già anziani e poverissimi, Italia Donati, grazie all’aiuto disinteressato di un vecchio insegnante consegue la patente di maestra elementare e ottiene un posto di insegnante in una classe mista i una piccola frazione della zona. A quel tempo le maestre dipendevano dai comuni e non dallo stato. L’insegnamento le consente di aiutare la sua famiglia e, nell’intenzione di Italia, di essere anello di congiunzione tra l’istruzione e i contadini della sua terra. Questa prima, timida forma di emancipazione femminile, viene giudicata dai suoi compaesani come un’ambizione colpevole e addirittura come una trasgressione inammissibili. Bella e aggraziata, la giovane suscita l’invida dettata dall’ignoranza, e l’intera comunità passa ben presto dalla diffamazione a un vero e proprio linciaggio morale. L’ingenua e sensibile Italia, confinata in una desolata solitudine, viene stritolata dai pregiudizi, dai pettegolezzi, dalle calunnie e dalle condanne senza appello, e il lettore scoprirà che ci si può ancora commuovere su un libro. La tragica vicenda terminerà in un carnevale dell’ipocrisia descritto con amara ironia.
Un narrazione fluida e partecipe e una ricerca storica accurata ci immergono nella vita di questa giovane donna del secolo scorso, al tempo in cui le maestre erano alla mercé delle molestie del signorotto locale, ricevevano un terzo del salario di un bidello e molto meno dei colleghi maschi. Un tempo in cui le scuole di campagna confinavano con i pollai e l’unico riscaldamento invernale era il fiato, l’ignoranza e la scarsa igiene provocavano le epidemie di colera e i bambini di campagna terminavano l’anno scolastico a marzo, quando iniziava il lavoro nei campi. Un epoca in cui le donne mortificavano il loro corpo per non “provocare” e solo la morte poteva restituire l’onore perduto.
(Lorella Fanotti)
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