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Una serata a Treia

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=5268
Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: alice
Oggetto: Una serata a Treia
Inserito il: 30/08/2003 00:12:08
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capiUna serata a Treia

Era una classica serata invernale a Treia, nel cielo blu intenso di una notte serena e gelida splendeva la luna piena, Alice fuggita dal suo gruppo di amiche stava camminando con mille pensieri in testa per chissà dove, certo… sarebbe voluta tornare in dietro e dire tutto in faccia alle sue amiche, ma non era nel suo stile, preferiva fare una bella passeggiata in solitudine, tanto per far passare l’arrabbiatura e godersi lo stupendo panorama notturno, erano ormai mesi che continuava a soffrire in silenzio la solitudine, ma essere lasciata in disparte non le dava fastidio anzi, le era indispensabile, ma questo non toglieva che sentirsi sola le lasciasse quell’amaro di sconfitta in gola, quasi un groppo che si spingeva fino al cuore. Avere delle amiche non le era servito, ovviamente si trovava bene con loro, ma le pesava che la mancanza di affetto che da sempre sentiva fosse sconosciuta a tutti, perfino ai suoi genitori, avrebbe voluto ricevere più attenzioni dalle sue amiche, le sarebbe bastato un “sei un’amica” o un “ti voglio bene” e quel nodo in fondo alla gola sarebbe sparito per magia, ma capiva che sarebbe stato chiedere troppo… e se ci avesse riflesso avrebbe concluso col credere che non avrebbe meritato quelle attenzioni che tanto desiderava, “ che razza di amica è una che pensa solo a se stessa? ” si chiedeva, ma quelle parole non facevano altro che far spingere quel nodo alla gola sempre più in giù… fino al cuore. Fra un pensiero e l’altro scorse la luna che non le era mai sembrata così bella e malinconica, ad Alice tornava in mente quel racconto che aveva scritto ad una delle amiche a lei più care per farle capire che in ogni momento in cui avrebbe sofferto le sarebbe stata vicina, e pensava a quanta ingenuità avesse avuto a dare se stessa in un pugno di righe, che poi magari ora erano rinchiuse in qualche cassetto come pezzi di carta senza valore, e certamente quell’amicizia che credeva le avrebbe cambiato la vita ora si era spenta, come un fuoco la cui legna ha terminato di ardere. “Ora sto diventando paranoica… devo piantarla di fare la vittima”, si rimproverò, aveva camminato per tutta la città e la rabbia che aveva dentro era scivolata via dai suoi pensieri ora non doveva fare altro che ritrovare le sue amiche, si asciugò l’ennesima lacrima versata invano e, si incamminò anche stavolta per chissà dove. Su Treia aveva iniziato a spirare un lieve vento che portava con se l’aria gelida di un inverno che tardava a terminare, ad Alice non importava più nulla delle sue amiche sapeva che non era stato giusto il suo comportamento, andarsene via senza neanche salutare non era stata la cosa giusta, ma ormai non contava più nulla, Alice era stanca, stanca di fingere di essere felice, stanca di non riuscire più a capire se stessa, in fondo tutto quello che desiderava era solo un po’ di affetto… le era indispensabile per riuscire a non sentirsi più sola, ma nessuno era in grado di capirla, ormai aveva iniziato a percorrere una via senza ritorno la via dell’eterna solitudine, ma nel buio della sua esistenza brillava una piccola calda luce che ancora riusciva a scaldarle il cuore, era una ragazza, ma non una semplice ragazza, era una persona speciale, capace di illuminare i giorni bui con la sola forza di un sorriso, o il dolce calore di una parola, era come un angelo, era la sola persona di cui Alice non avrebbe più fatto a meno “è come un raggio di sole che mi scalda il cuore al sol pensiero” pensava Alice, “io le posso solo scaldare le dita quando col freddo diventano gelide” ammetteva sorridendo amaramente certa del fatto che mai sarebbe riuscita a donare così tanto ad una persona come lei aveva fatto, le bastava esserle vicino una volta alla settimana per riuscire a volare con il cuore e la mente, Alice avrebbe voluto che lei fosse lì con se per poter sorridere un’altra volta per poter sentire il proprio cuore battere all’impazzata per la gioia di sentire la sua voce ancora una volta, ora avrebbe voluto sentire il suo abbraccio per poter chiudere gli occhi e sentirsi finalmente felice dentro come tanto aveva desiderato.
Alice aprì gli occhi e si sentì piena di calore e di gioia, iniziò a correre, a correre finche non si trovò le sue amiche davanti, le abbracciò, chiese scusa per essere stata scorretta nei loro confronti le prese per mano e iniziò a scherzare come non faceva da tempo, e sapeva che nel cuore delle sue amiche era tornata la vera Alice quella che non si stanca mai di aiutare, di rallegrare con la sua voglia di vivere e di essere felice. Da quel giorno Alice non si sentì più sola, ormai il suo cuore aveva trovato il calore che desiderava e si promise che mai, mai si sarebbe più sentita sola, e il lieve gelido vento che spirava minaccioso sulla piccola città cessò di esistere in quel preciso istante, come il segno di un inverno che finalmente era finito.

FINE


alice


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