L'Angelo
Stampato
da : Concerto di Sogni
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: leda cossu
Oggetto:
L'Angelo Piccolissima, il mio problema era far sedere l’Angelo. Leda, 2 settembre 2003
Inserito il:
02/09/2003 18:06:57
Messaggio:
L’ANGELO
Aveva sempre un posto accanto a me. In asilo, nella panca che girava attorno alla stanza, c’era chi mi si avvicinava sempre troppo e mi schiacciava l’Angelo. Seduta al Centro, la Suora mi richiamava severa. Come farle capire il mio problema?
Richiamata pubblicamente, un giorno mi sono fatta coraggio ed a voce alta ho provato a spiegare le ragioni dell’Angelo. Dove si sarebbe potuto sedere se non gli lasciavo spazio? Era la prima volta che difendevo qualcuno.
Abitavo a Dolo in quegli anni, sulle rive del Brenta, vicino al Ponte del Vaso. Una lunga scala congiungeva nei miei sogni l’argine del fiume al cielo. Leggera, luminosa, molto trafficata su e giù, piena di vocii allegri, come una piazza in verticale.
Le persone di notte si incontravano lì col Cielo, i Santi con belle vesti e lunghe barbe bianche, il corpo reclinato in avanti. C’erano quelle che non abitavano più la Terra, ciascuno col suo Angelo. Era un luogo reale per me.
C’è stato chi nella mia vita ha fatto lavorare intensamente il mio Angelo.
Un amore in particolare gli ha richiesto un lavoro di squadra. Una volta, poco prima di mezzanotte, un coro circolare di Angeli sopra il mio letto mi ha svegliata. Suonavano lunghe trombe e mi dicevano di alzarmi, prendere la bici ed andare dal mio compagno. C’eravamo lasciati da un po’, non c’era alcuna ragione per alzarsi. Non capivo perché, ero piena di sonno, ma li ho ascoltati. Appena in tempo, l’ho salvato morente. Questo amore mi ha aperto un’autostrada col Cielo.
L’Angelo mi ha accompagnata nel lavoro di mamma. Una notte, dopo molti giorni di febbre altissima di mio figlio e veglia insonne l’ho sognato ai piedi del letto che mi diceva “dormi”. Avevo ceduto al sonno e lui mi ha rassicurata, “non ha più febbre, sta bene, dormi”. L’ho ascoltato, ho dormito tutta la notte ed era tutto vero, l’Angelo aveva detto giusto.
Un’amica mi passò una poesia che cantavo a mio figlio la sera: “Son sicura che c’è/un Angelo con te/che ti cammina al fianco/muto, soave e bianco/e se aiuto gli chiedi/t’aiuta e non lo vedi./Passa così leggero/che l’erba del sentiero/al suo passo non cede”. Ora che è adulto, quando annaspa gli ricordo: Dì al tuo Angelo che si dia una mossa. Glielo devi chiedere. Si muove liberamente solo se vuoi tu.
E’ presente nel mio lavoro di cura, soprattutto vicino ai morenti. In questi casi, qualche volta l’ho sognato persino combattere.
E’ vero, gli chiedo aiuto anche durante il giorno, ma molte iniziative mi accorgo che sono sue, mi indica la direzione. Un fine lavoro.
Non ha più solamente “un posto a sedere”, gli ho aperto ampi spazi dentro e attorno a me. Lo guardo prima di addormentarmi. A volte un’occhiata appena, altre volte un’invocazione intensa. Altre ancora gli chiedo di raggiungere la persona a cui penso, di farsi dare una mano dal suo Angelo per aiutare me e lei a comprendere, o portarle un messaggio, o superare un conflitto. E rimango un po’ concentrata per essere certa che mi abbia sentito. La risposta spesso arriva con l’emozione di un sogno, o nelle immagini del mattino, fra sonno e veglia.
Non mi lascia mai a mani vuote.
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